Riforma 118 e fuga degli operatori, la posizione di Balzanelli

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Nessuna riforma del Sistema 118 “potrà essere condivisa, a tutti i livelli, se non si parte da un presupposto cruciale: la valorizzazione concreta dei suoi operatori, medici, infermieri, autisti-soccorritori. con atti legislativi che a livello nazionale riconoscano, una volta per tutte, la determinante importanza del ruolo professionale di quanti operano, instancabilmente, ogni giorno, h 24, 365 giorni all’anno, festivi e superfestivi inclusi, al servizio della comunità, salvando concretamente innumerevoli vite in mezzo alla strade e nelle case, in tutti gli ambienti di vita e di lavoro del Paese”. Lo sottolinea con forza Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis 118.

Il riconoscimento da parte del legislatore della importanza, rilevante, della valenza professionale di tutti gli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118, ciascuna secondo le peculiarità e le responsabilità specifiche di ruolo, “è il punto di convergenza indispensabile per assicurare alla riforma che verrà basi solide ed affidabili di sviluppo e di potenziamento del Sistema coerenti con le effettive necessità del servizio che – dati alla mano – si dimostrano, di continuo, vertiginosamente crescenti”, sottolinea Balzanelli.

“Va prioritariamente restituito al Sistema 118 il medico di emergenza territoriale, considerato che la cittadinanza del Paese, che peraltro paga le tasse, ha il sacrosanto diritto di essere visitata in tempi brevissimi da un medico esperto in caso di acuzie oltre che ogni qualvolta la vita possa trovarsi in pericolo”. C’è poi il problema della fuga dei professionisti.
“Il medico del 118 è ormai in fuga massiva dal Sistema, per le impari condizioni contrattuali, oltre che operative, da considerarsi davvero inaccettabili, sia per criterio oggettivo di decoro sia a fronte dei rischi intrinseci correlati alle attività peculiari altamente usuranti e alle condizioni complessive sempre più insostenibili di stress psico-fisico”.

Occorre creare le condizioni normative e di tutela per rendere il lavoro di medico di emergenza territoriale attrattivo e non avvilente, ricercato e non evitato. “L’azione legislativa è chiamata a mettere mano ai contratti, concretamente, e senza ulteriori perdite di tempo, se non si voglia determinare la desertificazione completa delle piante organiche nelle varie regioni, dove qualunque modalità alternativa di impiego rischia di porsi quale opzione ambita e senz’altro oggettivamente migliore”.

E’ indispensabile – insiste Balzanelli – varare, con urgenza, misure che consentano la possibilità su base facoltativa di passaggio alla dipendenza da parte dei medici convenzionati, che permettano l’accesso in sovrannumero dei medici con anzianità di almeno 36 mesi alle scuole di specializzazione in Medicina di Urgenza.

Va sancito, secondo il presidente di Sis 118, il riconoscimento di indennità premianti, tra cui si ritiene indispensabile ricomprendere le voci di rischio ambientale e biologico, assolutamente specifiche della emergenza extraospedaliera, doverosamente alla pari di quanto riconosciuto dal Governo a beneficio dei medici e dei sanitari del Pronto Soccorso.

“Accogliamo, così, con grande favore l’approvazione recente dell’emendamento presentato in Senato dalla senatrice Maria Domenica Castellone (Capogruppo del Movimento 5 Stelle) nel testo della nuova legge di Bilancio, in virtù del quale i medici convenzionati che hanno prestato servizio da più di 36 mesi negli ultimi 10 anni, anche in maniera non continuativa, potranno concorrere per incarichi a tempo indeterminato nel Sistema 118 anche se non in possesso del corso di Medicina Generale. Una svolta di estrema importanza, conclude, perché evita ai medici convenzionati in servizio nel 118 privi del corso di Medicina Generale l’umiliazione, insostenibile, di rimanere precari a vita“.

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