Dal Salento a Wall Street, l’avventura di Gelesis

Gelesisi/Nyse
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La pillola contro l’obesità salentina è approdata a Wall Street. “Quello di Alessandro Sannino era un sogno come tanti. Alessandro era un ragazzo come tanti. Ci ha creduto, ci ha messo il suo genio, il suo incredibile talento, la costanza e la pazienza dei più grandi, anche nei momenti più difficili”. Così sui social la presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, ha commentato la quotazione in Borsa a Wall Street di Gelesis, la start up che Sannino, decente di Tecnologia dei Polimeri  dell’Università del Salento ha creato a Calimera (Lecce), recentemente sbarcata a Wall Street (oggi il titolo è in calo dell’8,15%).

“Mi hanno intervistato dopo aver suonato la campanella e mi hanno chiesto cosa significa. Ho fatto l’esempio di Michelangelo, che diceva che nel pezzo di pietra aveva già l’opera d’arte, si trattava di rimuovere la materia in eccesso. Ecco, noi oggi abbiamo rimosso una parte in eccesso, ma l’opera d’arte sarà raggiungere milioni di persone che devono combattere contro l’obesità e altre patologie del tratto intestinale”, ha spiegato Sannino, la cui pillola contro l’obesità, prodotta dalla startup salentina Gelesis di cui è fondatore è stata approvata dalla Fda nel 2019, dal 2021 è in commercio negli Usa – in Europa arriverà nel 2023.

Considerata l’estensione del problema obesità nei Paesi occidentali, la soluzione ‘in pillole’ di Sannino promette di suscitare notevole interesse. E la quotazione ha acceso i riflettori sull’azienda. “Abbiamo fatto l’opening, suonando il campanello alla Borsa di Wall Street” ha raccontato all’Ansa da New York, ancora emozionato.

Gelesis ha una sede a Calimera, in provincia di Lecce, dove si fa produzione, ricerca e sviluppo, e un’altra a Boston dove vengono seguiti gli studi clinici e la parte finance. Sannino, ricercatore dell’Università di Napoli con un postdoc al Mit di Boston, ha ideato questa pillola fatta di un “materiale superassorbente, l’unico al mondo interamente ingeribile, a base di derivati della cellulosa, brevettato con il mio dottorato di ricerca e sviluppato dal team di Gelesis”.

L’azienda dal cuore salentino attende dunque il disco verde in Europa, ma intanto scommette sugli Usa. Portando alta la bandiera delle start up nate dalla creatività italiana.

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