Neurocovid, i disturbi della memoria post-Covid

memoria e Covid
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Alla base del “Brain fog”, la nebbia mentale che colpisce chi si è ammalato di Covid (anche in forma lieve), vi è una conseguenza di carattere neurologico che colpisce 1 persona su 20, stando a studi recenti. Si tratta di persone che, nel periodo tra la guarigione e i successivi 6-8 mesi, hanno lamentato stanchezza cognitiva, difficoltà di concentrazione, disorientamento, confusione mentale, con una sintomatologia da lieve a marcata.

Ciò è stato rilevato sia in pazienti anziani che giovani, come dimostrano numerose testimonianze riportate anche dal “Washington Post”, e l’ipotesi sull’origine di tale disturbo cognitivo e della memoria sembrerebbe essere legata a un’attivazione persistente del sistema immunitario, anche post- infezione. Le molecole infiammatorie prodotte dal nostro corpo potrebbero agire come “tossine” per il cervello, come riportato sul New York Times da Serena Spudich, capo del Dipartimento di Infezioni Neurologiche e Neurologia globale alla Yale School of Medecine.

L’interessamento delle cellule cerebrali dà luogo a ciò che si è cominciato a chiamare Neurocovid, il che non significa un danno permanente, ma un interessamento a carico di due proteine – Gfap e Nfl – indicatori sensibili delle discrasie a livello neurologico, in risposta all’attivazione del sistema immunitario post-infezione da Covid. Ciò causa il “brain fog”, talvolta presente anche tra i sintomi temporanei post-vaccino.

Uno studio dell’Università Statale di Milano, che indaga sulle conseguenze neurologiche nella fase post-Covid e a distanza di 5 mesi, ha rilevato un rallentamento delle attività cognitive e vuoti di memoria. Le difficoltà cognitive si sono poi manifestate nel quotidiano, sulle capacità lavorative rallentate e di memorizzare concetti semplici, o ancora sul fatto di ricordare (o meno) gesti consueti come la lista delle cose da comprare o la ricerca espressiva in discorsi, lezioni o componimenti.

Queste alterazioni persistono mesi dopo le dimissioni o la guarigione, e impattano sulla lucidità mentale nella vita affettiva e quotidiana dei pazienti guariti da Sars-Cov 2. Questi studi evidenziano come questi disturbi della memoria inseriscano il Neurocovid tra i 101 sintomi fisici, neurologici, psicologici più comuni da sindrome Long-Covid.

L’importanza di una informazione corretta ed equilibrata circa questa sintomatologia punta all’eliminazione dell’ansia che scaturisce nella maggior parte di coloro che hanno riscontrato  disturbi neurologici mai accusati in precedenza. L’ansia, l’insonnia e il malessere legato al fatto di ritrovarsi con una ridotta capacità di concentrazione, della memoria, per 6-8 mesi dopo la guarigione, sono sintomi persistenti che alterano la vita quotidiana. Ma si tratta di sintomi temporanei, e i recenti studi si assestano su rassicuranti e graduali riprese dell’attività cognitiva a pieno ritmo.

**Antonio Giordano, fondatore e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Filadelfia e professore di Anatomia ed Istologia Patologica all’Università di Siena.

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