Covid, ancora troppi morti ma i rischi non sono uguali per tutti

morti Covid
Aboca banner articolo

Ancora troppi morti. A fronte di 186.740 nuovi casi di infezione a Sars-Cov-2, il bollettino del 25 gennaio del ministero della Salute segnala ben 468 decessi. Tanti, troppi morti, nel giorno in cui da Torino arrivava la notizia della del bimbo di 10 anni ucciso dal virus, non vaccinato e senza comorbidità importanti, appartenente a una famiglia dove tutti erano vaccinati.

Una scelta – quella di rinviare o rinunciare al vaccino – dettata da “recenti precauzioni di salute”, come hanno fatto sapere dall’ospedale, che però ha lasciato esposto il bambino a un virus subdolo, capace di passare senza sintomi da una persona all’altra e di colpire in modo pesantissimo alcuni soggetti, anche giovani (o giovanissimi).

Proprio i dati di ieri evidenziano la necessità di ricordare ancora una volta che la variante Omicron potrebbe essere l’inizio della fine, ma che ancora non è finito proprio niente. Più di 400 morti in 24 ore (144.343 dall’inizio della pandemia) – mai così tanti nella quarta ondata (per Covid o con Covid) – non possono essere sottovalutati. E bisogna ricordare che a fare la differenza rispetto a un anno fa sono i vaccini: oggi non tutti rischiamo allo stesso modo.

A dircelo è stato l’Istituto superiore di sanità. Il tasso di mortalità per Covid è ormai 33 volte più alto tra i no vax rispetto ai pazienti vaccinati. Secondo l’ultimo rapporto esteso, diffuso nei giorni scorsi dall’Iss, i dati sono di 52,9 decessi per 100.000 abitanti tra i non vaccinati con più di 12 anni contro 1,6 per i vaccinati con booster.

I non vaccinati rischiano di più anche di finire in ospedale. Il tasso di ricoveri Covid in terapia intensiva per gli over 12 è circa 39 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster e circa 21 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni. Inoltre è cresciuta (come sanno bene i genitori con figli in Dad) la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare: dal 20% della scorsa settimana al 24%. Dall’inizio della pandemia al 12 gennaio scorso, sono stati segnalati 1.698.273 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 11.573 ospedalizzazioni, 291 ricoveri in terapia intensiva e 38 morti.

Insomma, i dati reali ci dicono di non abbassare la guardia: Sars-Cov-2 è un virus subdolo, che sta trovando una popolazione parzialmente protetta (da vaccini e infezioni pregresse) e, dunque, più difesa. Ma i più esposti sono proprio i non vaccinati e i più piccoli, che hanno avuto accesso più tardi a questo presidio. In caso di dubbi, il consiglio è sempre quello di chiedere al pediatra. E proprio dalla Società italiana di pediatria arriva un nuovo vademecum, che suggerisce ai genitori come procedere nel caso di bambini che si sono infettati, e sono guariti, magari tra una dose e l’altra.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.