Farmaci senza ricetta, mercato in ripresa nel 2021

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Un 2021 in recupero per il mercato dei farmaci ‘senza ricetta’ in Italia. Dopo una stagione di consumi ridotti drammaticamente (insieme a influenza e virus para-influenzali) nel primo anno di Covid-19, il settore dà segnali di inversione di tendenza. A segnalare il nuovo trend delle vendite dei farmaci da automedicazione, dopo un 2020 fortemente negativo, sono le elaborazioni di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) su dati Iqvia.

Il 2021 ha iniziato a mostrare segni di ripresa a partire da aprile, anche se a fine anno le vendite risultano ancora sotto i livelli del 2019. A parità di classificazione, infatti, nel confronto con il periodo pre-pandemico, il settore perde l’8,8% a volumi e il 3,4% a valori.

Le confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione dispensate nel 2021 sono state poco più di 245 milioni, in linea con il 2020 (0,0%), mentre i fatturati, poco meno di 2,4 miliardi euro, crescono moderatamente del 3,3%. A spiegare l’andamento del settore, una maggiore circolazione dei virus influenzali e simil-influenzali, soprattutto a fine 2021. Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato un’incidenza di questi virus maggiore rispetto allo scorso anno, sebbene non paragonabile periodo pre-pandemico.

Tuttavia, una maggiore diffusione di infezioni respiratorie da Sars-CoV-2, proprio nel mese di dicembre 2021, ha dato impulso a un maggiore ricorso ai farmaci da banco, soprattutto quelli per la cura delle affezioni dell’apparato respiratorio. Questi medicinali – che rappresentano la prima categoria terapeutica del mercato non prescription, con una quota del 32,8% a volumi e del 27% a valori – pur perdendo, rispetto al 2020, ancora il 2,6% in termini di confezioni, hanno recuperato in parte la pesante contrazione del 2020.

Sul lungo periodo il comparto stenta a crescere: dal 2010 al 2021 la spesa resta al palo (-0,3% in media) mentre l’erosione dei volumi si attesta al -3,0% medio annuo. “I dati del 2021 mostrano come il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione sia tornato a mostrare un andamento in linea con il trend storico del settore, caratterizzato da una tenuta dei fatturati e da un ricorso legato alla stagionalità” commenta Salvatore Butti, presidente di Federchimica Assosalute.

Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali Otc (Over The Counter) (che rappresentano il 75% del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione, per un giro d’affari di quasi 1,8 miliardi di euro e volumi venduti per oltre 185 milioni di confezioni) e Sop (Behind The Counter), si osservano trend in parte differenti. Infatti, se entrambe le specialità medicinali chiudono il 2021 con un incremento dei fatturati (+2,8% per gli Otc e +4,9% per i Sop), i volumi sono in leggera contrazione per gli Otc (-0,5%) e in aumento, seppur di misura, per i Sop (+1,5%).

Rimangono stabili le dinamiche competitive tra i diversi canali di vendita, farmacie, parafarmacie e corner della Grande distribuzione organizzata (Gdo). La farmacia continua a detenere una quota di mercato di poco inferiore al 90% a volumi e superiore al 91% a valori.

In crescita l’e-commerce, spinto dalla pandemia e dalle restrizioni, per quanto in netto rallentamento rispetto ai trend a tre cifre registrati nel 2020. Infatti, nel 2021 le vendite on line di medicinali senza obbligo di ricetta – 6,4 milioni di confezioni e un giro di affari di quasi 45 milioni di euro – fanno registrare un incremento del +10,4% a volumi e del +8,3% a valori. Il ricorso a internet per l’acquisto di medicinali non prescription resta ancora un fenomeno marginale, rappresentando meno del 2% del fatturato del settore.

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