Covid in Italia, ecco cosa sta succedendo

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La discesa della curva della quarta ondata di Covid-19 sta rallentando? I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono stati 35.057 (con 105 morti), contro i 39.963 del giorno prima, rilevati con 296.246 test contro i 381.484 rispetto al giorno precedente. Il tasso di positività, del 10,5%, è stabile. Ma mentre l’attenzione sulla pandemia è si è chiaramente ridotta, da più parti si parla di calo in frenata e si paventa il rischio di un ‘colpo di coda’ di Covid-19. Cosa sta accadendo? Fortune Italia lo ha chiesto a Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e a Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.

“Come sempre – dice il virologo – bisogna osservare la tendenza, che non si legge sul singolo giorno o su un paio di giorni. E’ chiaro però che in questo momento la strategia per l’esecuzione dei tamponi è più variegata, e che c’è meno tensione e anche meno attenzione su Covid-19″.

“E’ vero, i casi sono leggermente aumentati, ma non i ricoveri né le terapie intensive – sottolinea Ciccozzi, che già ci aveva già ammonito a non pensare che a marzo sarebbe tutto finito – e stanno finalmente diminuendo anche i decessi”.

“Il rapporto positivi-tamponi si è un po’ alzato, ma io non sono assolutamente preoccupato – assicura l’epidemiologo del Campus Bio-Medico –  E questo anche perché la variante Omicron, molto contagiosa ma poco letale, insieme all’alto tasso di vaccinazione hanno un po’ cambiato le carte in tavola per quanto riguarda i numeri della pandemia. Non andiamo più solo a vedere i casi positivi, ma quello che succede per quanto riguarda lo stress ospedaliero. Noi sappiamo che le Regioni cambiano colore non solo con incidenza ed Rt, ma anche con la situazione nei reparti ordinari e nelle terapie intensive”. E su questo fronte i dati sono positivi. “Anche i decessi stanno diminuendo e questo è un effetto di Omicron rispetto a Delta. Dunque, tutto considerato, ritengo che questo sia un andamento fisiologico”, afferma Ciccozzi.

Concorda Pregliasco. “Di sicuro siamo in una fase che, a mio avviso, necessita di un approccio meno spavaldo rispetto a quello dell’Inghilterra, che anche per motivi politici ha voluto dar disposizioni di ‘liberi tutti'”. Meglio, secondo Pregliasco, “l’approccio italiano all’insegna della progressività, con la riapertura via via delle maglie dei controlli, per far sì che anche in questa fase di ampia diffusione in cui abbiamo un milione di soggetti positivi, un valore sottostimato per altro, teniamo sotto controllo la situazione. Il virus – sottolinea – può ancora infastidirci”.

L’obiettivo è semplice: evitare di lasciare spazio a Sars-Cov-2 e arrivare alla primavera prossima “in una situazione migliore”. In che modo? “Teniamo conto dell’andamento  senza abbassare la guardia: altre varianti possono arrivare. Come Omicron2, che è ancora più contagiosa di Omicron”. Ma questo “grazie ai vaccini non è un aspetto negativo. Più persone si infettano, ma grazie alla protezione vaccinale non avremo un impatto negativo e, anzi, nel prossimo futuro avremo una situazione di ampia copertura, con numerosi soggetti non suscettibili. Questo potrà farci passare un’estate abbastanza tranquilla”.

Ma allora la pandemia si avvia alla fine? “Temo che sia l’infezione che la vaccinazione non diano una protezione sul lungo termine – conclude Pregliasco – quindi riavremo una quota di soggetti suscettibili nel prossimo inverno, per cui il coronavirus supererà a destra” l’influenza “e sarà protagonista delle stagioni influenzali del prossimo futuro”.

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