Vertenza Pfizer a Catania, sindacati: Subito tavolo nazionale

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Non si è risolta la questione legata allo stabilimento Pfizer di Catania e al futuro dei dipendenti. Ai primi di febbraio era arrivata la notizia che l’azienda farmaceutica statunitense – produttrice del primo vaccino anti-Covid a mRna – smetteva di puntare su Catania, annunciando 130 esuberi per i dipendenti a tempo indeterminato del sito etneo.

Dopo settimane di trattative, il Mise nei giorni scorsi aveva gelato le richieste di un confronto a livello nazionale. Il tavolo sul sito Pfizer di Catania “si sta già svolgendo in sede regionale nell’ambito di un normale confronto tra azienda e sindacati”, aveva scritto il ministero dello Sviluppo economico in una nota, e “al momento non ci sono le condizioni per un suo coinvolgimento, essendo la questione di competenza regionale”.

Ma i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani non ci stanno, e tornano a sottolineare con forza la necessità di affrontare a livello nazionale nelle sedi ministeriali la vertenza della Pfizer di Catania. Secondo i sindacati, infatti, quello che sta accadendo in Sicilia è solo l’inizio.

“La vertenza della Pfizer di Catania non è una questione regionale, lo vogliamo ribadire forte e chiaro. Non c’è un elemento, del comportamento della multinazionale farmaceutica statunitense, che induca a pensare questo. Dalla dimensione del gruppo, alla presenza in vari stabilimenti in Italia, la portata di questa decisione ci fa credere che gli esuberi siano solo l’inizio di un percorso di dismissione del sito e di disimpegno dal Paese”, sottolineano i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

“La pandemia – proseguono – ci ha dimostrato quanto delicati siano i processi di produzione dei farmaci. E, soprattutto, quanto i presidi industriali siano rilevanti per garantire un’indipendenza sanitaria. Questo è un Paese che nel corso degli anni ha pagato salato il prezzo della perdita di pezzi nevralgici della ricerca farmaceutica, dismettere anche le produzioni significa allontanare ulteriormente l’Italia dal centro decisionale. È necessario difendere questo settore”.

“Per questo invitiamo i ministri Giorgetti ed Orlando ad aprire rapidamente un tavolo interministeriale su questa vertenza, non solo per salvaguardare l’occupazione in un’area depressa del Paese. Ma per puntare al rilancio di un settore che ora, più che mai, ha bisogno di investimenti pubblici e privati e di infrastrutturare nuova ricerca, riportando l’Italia a occupare il ruolo internazionale che le compete”, concludono i sindacati.

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