Curva Covid in calo in Italia, il caso mascherine al lavoro

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Il ‘caso mascherine’ riaccende il dibattito su Covid-19. Nell’ultima settimana scendono contagi in Italia (-8,9%), insieme a terapie intensive (-10,5%), ricoveri ordinari (-6,1%) e finalmente anche decessi (-7%). A confermarlo è il monitoraggio della Fondazione Gimbe per il periodo 27 aprile-3 maggio: secondo il report redatto dagli esperti guidati da Nino Cartabellotta i nuovi casi scendono sotto quota 400 mila. Ma è di oggi la notizia del ‘paradosso mascherine’: questo dispositivo anti-Covid al lavoro per i dipendenti pubblici è solo raccomandato, mentre per quelli del settore privato di fatto è obbligatoria fino al 15 giugno. 

Ieri, infatti, governo e parti sociali hanno deciso che nel privato si continuerà a lavorare con chirurgiche o Ffp2: resta invariato il protocollo dello scorso anno, escluso quanto già abrogato per legge. Regole che Cgil, Cisl e Uil hanno voluto restassero invariate e che, invece, Confcommercio e Confesercenti avrebbero aggiornato da subito. Ebbene, alla luce del fatto che la circolazione del virus è ancora elevata, 6,89 milioni di non vaccinati e quasi 2,7 mln di persone sono scoperte rispetto alla terza dose (mentre la quarta va a rilento), dalla Fondazione Gimbe si sottolinea l’importanza di mantenere mascherine al chiuso.

Ma vediamo, nei dettagli, i dati del monitoraggio, rispetto alla settimana precedente:
Decessi: 962 (-7%), di cui 98 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -43 (-10,5%)
Ricoverati con sintomi: -633 (-6,1%)
Isolamento domiciliare: -34.340 (-2,8%)
Nuovi casi: 394.945 (-8,9%)
Casi attualmente positivi: -35.016 (-2,8%).


“Dopo il rimbalzo della scorsa settimana – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – tornano a scendere i nuovi casi settimanali (8,9%), che si attestano a quota 395 mila con una media mobile a 7 giorni di 56 mila casi giornalieri, a fronte di un numero stabile di tamponi totali”. Nella settimana 27 aprile-3 maggio in 18 Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi Covid (dal -0,7% del Veneto al -18% del Lazio), mentre si registra un incremento Lombardia (+0,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5%) e Piemonte (+7,4%) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 24 Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi, in 83 una riduzione. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 92 Province, di cui 5 registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.132), Ascoli Piceno (1.092), Teramo (1.061), Pescara (1.027) e Avellino (1.013).

Buone notizie anche dalle strutture sanitarie. Come precisa Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione, questa settimana “il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid scende ancora in terapia intensiva (-10,5%) e, dopo la battuta di arresto della scorsa settimana, anche in area medica (-6,1%)”. In dettaglio in area critica al 3 maggio si registrano 366 posti letto occupati; in area medica sono 9.695. Al 3 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15% in area medica e 3,9% in area critica.

Ben 4 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 33,2%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica. “Il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – rimane stabile rispetto alla settimana precedente con una media mobile a 7 giorni di 37 ingressi/die”.

Lieve calo sul fronte dei decessi: 962 negli ultimi 7 giorni (di cui 98 riferiti a periodi precedenti), con una media di 137 al giorno rispetto ai 148 della settimana precedente.

Il monitoraggio evidenzia, dunque, come il virus circoli ancora, ma senza causare troppe pressioni sul sistema sanitario nazionale. Quanto ai vaccini “nell’ambito di un generalizzato flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse, le inaccettabili diseguaglianze regionali dimostrano da un lato l’efficacia delle strategie di chiamata attiva dall’altra l’immobilismo organizzativo della maggior parte delle Regioni. Ça va sans dire che – precisa Cartabellotta – rispetto all’ulteriore platea di 4,2 milioni di persone candidate a ricevere la quarta dose già emergono nette differenze tra Regioni, oltre che una partenza al ralenti delle somministrazioni”.

E qui torniamo a bomba alla questione mascherine. “Tutti gli indicatori sono sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del 1 maggio, la circolazione del virus rimane molto elevata – dice Cartabellotta – oltre che ampiamente sottostimata: più di 56 mila nuovi casi in media al giorno, tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e quasi 1,2 milioni di positivi. Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati o poco aerati, rimane una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio”.

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