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Al Gemelli realtà virtuale, simulatori e ‘Doc’ Argentero per i medici di domani

Luca Argentero Al Gemelli
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A ‘scuola’ con Device hi-tech e un celebre dottore della tv. Sembrano veri i nuovi manichini iper-realistici, corredati da ologrammi generati da software di realtà virtuale, studiati per addestrare i medici e i chirurghi di domani ad affrontare ogni genere di emergenza. La novità è stata presentata al Policlinico Gemelli di Roma dal professor Raffaele Landolfi, direttore del Gemelli Training Center, insieme al celebre ‘camice bianco virtuale’ Luca Argentero, star della fiction di Rai 1 ‘Doc, nelle tue mani’.

La nuova generazione di simulatori Simbodies della Accurate sono stati studiati per l’apprendimento di manovre e procedure chirurgiche in situazioni molto simili alla realtà e in condizioni a elevato impatto emotivo. Obiettivo, formare i giovani medici in maniera sempre più moderna ed efficace, tenendo conto sia dell’emotività che bisogna imparare a gestire in situazioni emergenziali, sia dell’importanza del saper lavorare ‘in squadra’.

“Studenti e specializzandi – spiega Raffaele Landolfi – devono avere solide conoscenze teoriche ma, prima di applicarle al paziente, devono imparare delle tecniche appropriate, devono cioè ‘saper fare’, anche in condizioni difficili. L’apprendimento di quello che noi chiamiamo ‘capacità pratiche’ oggi, a differenza del passato, si può acquisire su un simulatore, in modo da preservare il paziente da possibili errori o manovre non strettamente necessarie. Oggi è possibile sperimentare su un simulatore, fino ad apprenderla nei minimi dettagli, una tecnica chirurgica, una ‘manovra’ ostetrica o da rianimatore, prima di eseguirla su un paziente in carne ed ossa. Al Gemelli utilizziamo da tempo dei ‘manichini’, per l’apprendimento pratico di una serie di manovre. Ma la straordinaria novità che presentiamo oggi è l’applicazione di queste tecniche in contesti di simulazione avanzatissima, che consentono l’apprendimento in condizioni difficili, emergenziali, come in caso di traumi, di incidenti stradali o di catastrofi naturali e non (incendio in ospedale, amputazioni d’emergenza), lavorando in squadra con altre persone. Condizioni che mettono alla prova la tenuta psicologica e l’efficienza del lavoro del medico in condizioni ‘difficili’ insomma. Manichini iperrealistici sui quali lavorare con la realtà virtuale, attraverso degli appostiti ‘occhiali’, per realizzare esperienze immersive di grande impatto, che danno la sensazione di trovarsi a operare un paziente vero”.

All’evento di presentazione ha preso parte Luca Argentero. “Non è escluso – scherza Landolfi, che è anche consulente scientifico della fortunata serie televisiva – che anche gli attori protagonisti di Doc possano esercitarsi con manichini e tecniche di simulazione in realtà virtuale”.

Argentero e Antonelli
Luca Argentero e Massimo Antonelli

“Questi simulatori – conferma Luca Argentero, che ha voluto cimentarsi direttamente in una serie di manovre sui manichini – sono ideali per formare il personale medico non sul paziente ma su tecnologie modernissime”. Simulatori così simili a una persona in carne ossa che l’attore di ‘Doc’ ha confermato come “l’impressione ricavata dal mettere le mani sopra questi manichini è stata davvero ‘straordinaria’”.

“La simulazione – sottolinea Giovanni Scambia, direttore scientifico di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e ordinario di Clinica ostetrica e ginecologia all’Università Cattolica – è il futuro dell’educazione in medicina, sempre più tecnologica. Qualunque centro che si proponga di fare educazione pre e post-laurea ad alto livello non può non avere questi strumenti. L’impegno di Fondazione Policlinico Gemelli è di potenziare in maniera straordinaria queste facilities”.

“La cosa fondamentale della simulazione – afferma Massimo Antonelli, direttore Dipartimento Scienze dell’emergenza, anestesiologiche e della rianimazione del Policlinico Gemelli e ordinario di Anestesiologia e rianimazione all’Università Cattolica – non è solo l’alta tecnologia ma anche la rianalisi del comportamento che ciascuno degli specializzandi o dei medici in formazione ha nello scenario di simulazione. È il cosiddetto debriefing, una metodologia che sta prendendo sempre più piede per fortuna anche nella realtà clinica e che consente di rianalizzare i vari passi, per capire dove si può migliorare e dove si devono evitare alcuni errori”.

I manichini iper-realistici resteranno a disposizione degli studenti del Gemelli e dell’Università Cattolica, all’interno di corsi appositamente organizzati. “Ogni 6 mesi – prosegue Landolfi – avremo a disposizione anche tutti gli aggiornamenti e i nuovi software; il ritmo di innovazione di queste tecnologie di apprendimento è impressionante e anche molto più rapido di quello delle vere tecnologie mediche. Tra l’altro – continua Landolfi – la simulazione può essere utilizzata non solo per rendere più efficiente l’apprendimento ma anche per migliorare la valutazione delle conoscenze e delle capacità dei futuri medici”.

Tra i vari ‘manichini’ presentati oggi c’è ‘Victoria’, un simulatore avanzato di parto dotato di un modulo di realtà aumentata e progettato per aiutare gli studenti a colmare il divario tra teoria e pratica con una curva di apprendimento particolarmente veloce. Utilizzando la più recente tecnologia di visualizzazione ‘olografica’, sovrapposta al simulatore-paziente, sarà possibile collegare conoscenze teoriche e abilità pratiche, attraverso un’esperienza formativa completamente nuova. Gli allievi potranno gestire in totale sicurezza le varie situazioni di parto complicato (come il parto podalico, quello distocico di spalla, le emorragie), oltre a eseguire in simulazione un parto cesareo. Accanto a questo, era presente anche uno skill trainer ad alta fedeltà, ‘Sophie e la sua mamma’, un simulatore di parto completo.

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