Microbiota alleato contro i tumori, la scoperta del Pascale

team del Pascale
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Un’altra buona notizia dalla ricerca sul microbiota intestinale, l’insieme di batteri che abitano nel nostro intestino. Questa volta i ricercatori del Pascale hanno scoperto che la memoria immunitaria indotta dai batteri intestinali potrebbe bloccare o addirittura contenere lo sviluppo o la progressione delle neoplasie. Una scoperta che ha già portato alla richiesta di brevetto.

Un lavoro davvero interessante, che tra l’altro vede fra le ‘firme’ anche due giovani contrattiste dell’Istituto dei tumori di Napoli: Concetta Ragone e Carmen Manolio, già inserite fra i 40 Under 40 nel 2021 da Fortune Italia. Lo studio, pubblicato sul Journal of Translational Medicine il lavoro, è stato condotto dal gruppo di Modelli Immunologici Innovativi dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, diretto da Luigi Buonaguro.

Il lavoro ha dimostrato, per la prima volta in letteratura, che antigeni tumorali espressi da vari tumori hanno una notevole omologia di sequenza e di struttura con antigeni derivati da batteri che compongono la flora intestinale. In alcuni casi, l’omologia è del 100%.

In pratica, nello studio si spiega che ci sono batteri residenti nell’intestino umano non patogeni, in grado di presentare al sistema immunitario antigeni potenzialmente capaci di indurre una memoria immunitaria che può essere riattivata in caso di sviluppo di un tumore che esprima antigeni ad elevata omologia. “Una memoria immunitaria anti-microbiota diventa – spiega Luigi Buonaguro – una immunità anti-tumorale. L’effetto finale porterebbe a un contenimento, o addirittura al blocco della crescita tumorale”.

Una buona notizia, con un potenziale impatto su immunologia e immunoterapia dei tumori. Infatti, a livello individuale, soggetti con memoria immunitaria indotta dagli antigeni della flora intestinale, sarebbero a tutti gli effetti vaccinati preventivamente nei confronti di un tumore. Di conseguenza, potrebbero essere protetti dallo sviluppo e progressione dei tumori stessi.

A livello generale, inoltre, gli antigeni della flora intestinale sono molto più efficaci per sviluppare vaccini terapeutici e terapie cellulari (Car-T cells) anti-cancro. Le strategie immunoterapeutiche sarebbero, dunque, di gran lunga più efficaci di quelle attuali. “Uno studio importante – commenta il direttore scientifico dcell’Irccs partenopeo, Alfredo Budillon – che conferma lo sforzo e le competenze che il Pascale ha costruito in questi anni nel campo dell’immunoterapia antitumorale”.

Vista la notevole potenziale ricaduta clinica di questo studio sul microbiota, gli antigeni identificati sono anche oggetto di una richiesta di brevetto depositata dal Pascale nelle scorse settimane. “E’ estremamente interessante questa scoperta dei nostri ricercatori – concorda il direttore generale del polo oncologico, Attilio Bianchi – Apre la strada a innovative prospettive di approccio alla cura dei tumori. Complimenti a Luigi Buonaguro, alla sua equipe e a tutti i ricercatori dell’Istituto, il cui impegno porta sempre più alto l’asticella della ricerca sul cancro”.

 

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