Invecchiamento, l’Italia si scopre fragile (e anziana)

anziani
Aboca banner articolo

Mettere al centro delle politiche di assistenza e cura gli anziani e i fragili: un vero e proprio nuovo popolo.

Ci siamo cullati per anni sul record di longevità tricolore, insidiato nel mondo solo dai giapponesi. Ma dopo Covid-19 l’Italia si scopre più fragile, oltre che molto anziana. In barba alle narrazioni sui cinquant’anni come i nuovi quaranta e sul moltiplicarsi di settantenni super arzilli, un italiano over 60 su 5 rientra nella definizione di fragile,  e oltre 1 milione di anziani sono affetti da fragilità severa. Con una situazione particolarmente grave al Sud.

Ma che cos’è la fragilità? Secondo gli esperti si tratta di una condizione tipica dell’invecchiamento caratterizzata da un’aumentata vulnerabilità a eventi acuti e che si associa ad una mortalità fino a 5 volte più elevata.

“Ma la fragilità, oggi tanto decantata, non è mai stata misurata, né tanto meno utilizzata per programmare servizi territoriali di long-term care adeguati alla complessità degli anziani. La pandemia ha fatto capire che il problema è lì e che dobbiamo sfruttare l’opportunità del Pnrr per ripensare un servizio sanitario orientato alla presa in carico delle persone fragili”, spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, l’Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva del ministero della Salute.

Italia Longeva ha prodotto una ‘mappa della fragilità in Italia’ che, per la prima volta, ha misurato e mappato la fragilità tra la popolazione ultrasessantenne in Italia: quasi 4 milioni di persone presentano una fragilità di grado moderato o severo che necessita di un monitoraggio e un’assistenza continui per evitare che precipiti portando con sé disabilità gravi, ospedalizzazioni e decessi. Un rischio fortemente correlato alla multimorbidità, con 13 milioni di over 60 (3 anziani su 4) che, stando all’indagine, sono affetti da cinque o più malattie croniche. L’invecchiamento in salute sembra, dunque, un miraggio.

L’indagine, curata per Italia Longeva da Davide Vetrano, geriatra ed epidemiologo al Karolinska Institutet di Stoccolma, in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), ha valutato lo stato di salute degli anziani attraverso un indice di fragilità altamente predittivo (basato sulla prevalenza di 25 deficit tra malattie croniche, aspetti funzionali e nutrizionali, selezionati da un algoritmo informatico validato) e facilmente implementabile nel database in uso ai medici di medicina generale, applicato su un campione di 440mila over 60 rappresentativi della popolazione italiana, riferito all’anno 2019.

La mappa dell’invecchiamento fragile

Ebbene, invecchiare non è una passeggiata: il 6,5% della popolazione over 60 (circa 1.200.000 persone) è affetto da fragilità severa, percentuale che varia a seconda delle aree del Paese, con in testa le regioni del Sud e Isole (8,2%), rispetto a quelle del Centro (6,2%) e del Nord (5,3%). La maglia nera per maggior numero relativo di anziani affetti da fragilità grave spetta alla provincia di Rieti (14,4%), seguita da Salerno (12%) e Trapani (11,9). Campania e Sicilia presentano ben 7 province tra le prime 10 con le percentuali più elevate di soggetti con fragilità severa. Di contro, le città che mostrano una minore concentrazione di anziani con fragilità grave, con valori fino a dieci volte inferiori, sono Asti (1,9%), Macerata (2,1%) e Bolzano (2,4%).

Il fattore reddito

A determinare la situazione della popolazione entrano in gioco anche variabili di tipo socio-demografico: la fragilità severa cresce con l’invecchiamento della popolazione, passando dallo 0,8% nella fascia 60-65 anni al 17,3% negli ultraottantenni, ed è maggiore nelle province con più bassi valori di reddito medio pro-capite. Non mancano, tuttavia, province con valori di reddito estremamente differenti ma con livelli di fragilità simile: è il caso di Foggia e Pavia che a fronte di un reddito medio pro-capite rispettivamente di 15mila e 22mila euro, registrano entrambe l’8% di over-60 con fragilità severa, ad indicare che le disuguaglianze socioeconomiche spiegano solamente parte del problema.

“Il lavoro nato dalla collaborazione tra geriatri e medici di medicina generale – spiega Bernabei – ha concretizzato la fragilità in una misura fruibile e interpretabile, sia per i medici che per i decisori, per meglio declinare l’assistenza agli anziani. Riconoscere per tempo la fragilità, consente al medico di intervenire sul singolo paziente con una presa in carico personalizzata prima che la condizione precipiti ulteriormente. Ma non solo: sapere quali Regioni e Province d’Italia sono caratterizzate da una più alta prevalenza di fragilità e multimorbidità permette di destinare alla long-term care risorse, professionisti, strutture e servizi adeguati a rispondere puntualmente ai bisogni dei più vulnerabili”.

I servizi

L’indagine ha analizzato anche il rapporto tra il tasso di fragilità, l’offerta regionale di posti letto nelle residenze socio-assistenziali (Rsa) e i servizi di assistenza domiciliare. Il quadro è ancora una volta eterogeneo lungo la penisola: solo 5 regioni su 20 – Piemonte, Liguria, Veneto, Marche e Friuli Venezia Giulia – offrono servizi proporzionati al numero di anziani con fragilità severa residenti.

Nel 2021, solo il 2,3% dei quasi 14 milioni di over 65 residenti in Italia ha beneficiato di cure residenziali e poco più del 2,9% del totale (400.000 anziani) ha ricevuto assistenza domiciliare, in molti casi limitata a prestazioni episodiche, a basso livello di intensità assistenziale e con estrema variabilità regionale.

Ecco allora che emerge il ruolo del Pnrr. Il piano “è, per il Servizio sanitario nazionale, l’occasione per modernizzare la rete dell’assistenza territoriale, ma è indispensabile una cabina di regia che ‘governi’ la fragilità”, conclude Bernabei.

E’ importante integrare le due componenti, sociale e sanitario, per rendere il sistema sanitario più sostenibile rispetto ai cambiamenti demografici in atto e alle necessità delle persone fragili.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.