Covid in Italia, scendono incidenza ed Rt

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Se i numeri giornalieri di contagi e morti sono ancora elevati – ieri rispettivamente 80.653 e 157 – Covid-19 appare comunque in frenata nel nostro Paese, alle prese con un’ondata di calore che sembra non finire mai.

A confermarlo, all’indomani del monitoraggio Gimbe, sono i dati principali del monitoraggio della Cabina di Regia diffusi dall’Istituto superiore di sanità. Dati che, naturalmente, non tengono conto dei numerosi contagi ‘invisibili’: quelli rilevati esclusivamente attraverso i tamponi fai da te. 

Per la prima volta, in un’Italia ‘tutta aperta’ e affollata di turisti, sono in calo sia l’incidenza settimanale che l’indice di contagiosità Rt (quest’ultimo aveva iniziato la sua discesa già la scorsa settimana). A livello nazionale siamo a 977 casi Covid ogni 100.000 abitanti (15 -21/07), contro 1158 ogni 100.000 abitanti (08-14/07).

Nel periodo 29 giugno – 12 luglio l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,23 (range 1,16-1,33), in diminuzione rispetto alla settimana precedente, quando era a 1,34, ma ancora oltre la soglia epidemica. Anche l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero scende e ormai si trova a cavallo della soglia epidemica: Rt=1 (0,98-1,02) al 12 luglio, contro 1,15 (1,12-1,17) al al 5 luglio.

Tre Regioni sono classificate a rischio basso, quattordici a rischio moderato, mentre tre risultano a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss.

In questo quadro, però, gli effetti sugli ospedali ancora si fanno sentire. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 4,1% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 21 luglio) contro il 3,9% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 14 luglio). Anche l’occupazione in aree mediche aumenta: è al 17,1%, rispetto al 15,8% di sette giorni prima.

Ma chi finisce in ospedale in questa ondata da Omicron 5? Secondo la Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) sono i pazienti con Covid, trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero, ma arrivati in ospedale per curare altre patologie: negli ospedali sentinella sono tornati a essere la maggioranza (58%) dei ricoveri dei soggetti positivi,  mentre i pazienti per Covid (con sindromi respiratorie e polmonari) rappresentano il 42% dei ricoverati.

Complessivamente (sia nei reparti ordinari, sia nelle terapie intensive) la quota di no vax in ospedale è del 21%; mentre tra i vaccinati il 62,5% ha ricevuto l’ultima dose ormai da oltre 6 mesi. La percentuale di vaccinati oltre i 6 mesi sale all’85% se si considerano i pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva.

“Negli ospedali – ha spiegato il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – ormai arrivano sempre più pazienti di età media elevata, circa 70 anni, e l’identikit tracciato ci dice che 2 su 10 non sono vaccinati, mentre tra i vaccinati 2 su 3 hanno ricevuto la somministrazione dell’ultima dose da più di sei mesi e hanno dunque un titolo anticorpale più basso”. Fattori che, secondo Migliore, sottolineano l’importanza della quarta dose per gli over 60.

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