Covid, lieve calo dei ricoveri. Lo studio sul virus ‘più buono’

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La fiammata estiva di Omicron 5 frena la sua corsa anche negli ospedali. A ‘certificarlo’ è l’ultimo report degli ospedali aderenti alla rete sentinella della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), secondo il quale – dopo la costante salita dell’ultimo mese – abbiamo finalmente una lieve diminuzione dei ricoveri Covid nei reparti di area medica.

Intanto dalla ricerca italiana arriva un’altra buona notizia. “Il coronavirus Sars-CoV-2 è mutato diventando più buono”, dice Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), in uno studio condotto insieme al suo team a Brescia, “appena inviato per la pubblicazione a un’importante rivista scientifica internazionale”.

Quello sul virus più o meno buono è un dibattito tipico delle estati Covid, è vero. Ma oggi arriva qualche dato in più. Questo lavoro, spiega infatti l’esperto all’Adnkronos Salute, dimostra che le ‘figlie’ della variante Omicron – “tutte quante da BA.2 in poi”, comprese la BA.4 e la BA.5 oggi dominante – sotto la forte pressione dell’immunità prodotta dai vaccini e dalla guarigion, hanno sviluppato una mutazione fortunata per l’uomo. “Sono praticamente incapaci di infettare gli endoteli”, cioè i vasi sanguigni e linfatici, “e quindi di causare le disfunzioni ritenute alla base di sintomi gravi a livello polmonare, fenomeni trombotici e, probabilmente, anche delle manifestazioni cliniche associati al Long Covid”.

Una mutazione che contribuisce a spiegare, insieme all’effetto dei vaccini, anche il dato delle terapie intensive: nonostante i numeri dell’ondata estiva, questi reparti non sono mai stati presi d’assalto, come invece accadeva in passato.

Tornando agli ospedali, dopo l’ultimo mese in salita, il numero dei pazienti Covid segna un -2%, mentre resta stabile il dato delle terapie intensive. Nella rilevazione del 19 luglio il numero dei pazienti era cresciuto del 17%.

I pazienti trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero ma arrivati in ospedale per curare altre patologie, rappresentano il 56% del totale dei malati Covid. Resta bassa, come anticipato, la percentuale di occupazione delle rianimazioni: 4,9% del totale dei pazienti Covid.

“In linea con l’andamento dei contagi in calo, registriamo la prima discesa dei ricoveri di questa ondata epidemica estiva legata alla variante Omicron 5”, commenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore.

Ma chi è oggi a finire in ospedale (con o per Covid)? Il 75% dei pazienti ha una età media di 73 anni e ha effettuato la vaccinazione da oltre sei mesi. “Dobbiamo evitare che il tema vaccini diventi motivo di polemica elettorale. Al contrario serve uno sforzo condiviso e responsabile delle forze politiche a favore della vaccinazione. Ci auguriamo una presa di posizione netta da parte di tutti, per affrontare in sicurezza la prossima stagione autunnale e invernale”, afferma Migliore.

Su questo fronte un aiuto potrebbe arrivare dai dati appena diffusi dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): dopo la quarta dose i tassi di segnalazione di sospetta reazione avversa al vaccino anti-Covid (già bassi) sono ancora più bassi.

Tra il 27 dicembre 2020, data di avvio della campagna vaccinale anti-Covid, e il 26 giugno 2022, per i 5 vaccini in uso in Italia sono arrivate all’Aifa quasi 138mila (137.899) segnalazioni di sospetta reazione avversa su un totale di oltre 138 milioni di dosi somministrate (138.199.076), di cui l’81,8% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Il tasso di segnalazione è di 100 eventi avversi ogni 100.000 dosi. Ebbene, nel caso della quarta dose i tassi di segnalazione sono ancora più bassi.

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