Medici e dirigenti sanitari pronti allo sciopero

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Si preannunciano settimane ‘bollenti’ per medici e dirigenti sanitari, pronti anche allo sciopero affinché si torni ad accendere i riflettori sui ‘virus’ che stanno infettando il Servizio sanitario nazionale, alle prese con una carenza di specialisti aggravata dalla fuga degli operatori (verso la pensione o il privato), a causa di turni massacranti e burnout.

Negli ultimi 3 anni il Ssn ha perso quasi 21mila medici specialisti. Dal 2019 al 2021 (dati Onaosi) hanno abbandonato l’ospedale 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie e 12.645 per pensionamenti, decessi e limitazioni varie. Sette medici e dirigenti sanitari al giorno rassegnano le proprie dimissioni da un sistema sanitario messo a dura prova.

Così oggi Anaao Assomed annuncia una stagione di mobilitazione per sollecitare le forze politiche a mettere ai primi posti della prossima campagna elettorale la salvaguardia del sistema sanitario pubblico e nazionale e il miglioramento delle condizioni di lavoro dei medici e dirigenti sanitari.

“Far cadere il governo  – sostiene Pierino Di Silverio, segretario sazionale Anaao Assomed – in un momento di grandi rischi per lo stato di salute della popolazione, che conta centinaia di morti al giorno, non tutte dovute alla pandemia, e di difficoltà senza precedenti del sistema sanitario, anche a causa di una diffusa e crescente carenza di personale, è stato un atto di irresponsabilità civica e sociale. Quando era ancora in discussione la destinazione dei fondi Covid e solo in bozza una riforma del sistema sanitario territoriale e si attendeva una legge di bilancio che destinasse risorse reali al mondo della sanità, sono stati fatti prevalere interessi personali e di parte”.

ll nuovo governo, avverte il sindacato, si troverà di fronte una marea montante di medici e dirigenti sanitari che faranno sentire in tutti i modi la loro voce. Usciranno dagli ospedali non solo per un giorno con uno sciopero, ma con una fuga che ormai si configura come vera emorragia.

Se il trend dei licenziamenti volontari fosse confermato anche nel triennio successivo, dal 2022-2024 si licenzierebbero altri 9000 medici, arrivando a una perdita complessiva di 40.000 specialisti non sostituibili nell’immediato, lasciando senza risposte la domanda di salute dei cittadini.

“La professione svolta all’interno dell’ospedale – afferma Di Silverio – non è più attrattiva. E non lo è per motivi economici, per diritti non rispettati, per le pessime condizioni di lavoro e la mancanza di progressione di carriera. Fino ad oggi la sanità non è nell’agenda di alcun partito: nessuno slogan, nessun post, nessun tweet, nessuna riflessione. In questi due mesi che ci separano dal voto saremo attenti a registrare segnali e sensibilità sui temi da noi proposti, invitando i cittadini a pensare alla salute, propria e dei loro cari, prima di votare”.

Al Governo che verrà Anaao chiede di:

1) Creare le condizioni perché il lavoro negli ospedali torni ad essere appetibile, assumendo il personale necessario e riducendo così il disagio dei professionisti;

2) aumentare le retribuzioni, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse al settore privato e ad alcune categorie del pubblico impiego;

3) portare alla media europea le risorse destinate alla sanità, da assumere non come spesa improduttiva ma come investimenti, perché senza salute non c’è economia in grado di crescere.

4) correre verso un sistema ‘no fault’ dell’atto medico, perché non è accettabile che gli ospedali si trasformino da luoghi di cura a luoghi di procura.

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