Sonno, se è disturbato o breve minaccia cuore e arterie

sonno
Aboca banner articolo

Non è facile, avere un buon rapporto con Morfeo. Si rientra dalle ferie si riprendono i ritmi quotidiani, crescono le preoccupazioni, le ansie per il futuro e le prospettive incerte della vita personale e familiare legate al momento economico. E così, un buon riposo per quantità e soprattutto qualità diventa una sorta di utopia. Il problema è che non si tratta solamente di un sonno non riposante, con la difficoltà a concentrarsi il giorno dopo e l’irritabilità. Chi non dorme bene la notte mette a rischio anche cuore e arterie.

A dirlo è una ricerca presentata al Congresso della Società Europea di Cardiologia, in corso a Barcellona, che rivela come un sonno non ottimale risulti associato a una maggiore probabilità di malattie cardiache e ictus. Gli autori hanno stimato che in sette casi su dieci, parlando di popolazione generale, la prevenzione potrebbe essere ben più efficace semplicemente se imparassimo a dormire bene.

Il problema è come arrivare a questo obiettivo. Se è vero che stando ai dati riportati da Aboubakari Nambiema dell’Inserm (Istituto nazionale francese per la Salute e la Ricerca Medica) ben nove persone su dieci alla fine non hanno il riposo notturno che meriterebbero, rigirandosi nel cuscino, risvegliandosi nel mezzo della notte o addirittura con l’ansia che spezza il ritmo ipnico, è altrettanto innegabile che sarebbe importante porre un freno agli impegni e alle vie di connessione che ci tengono impegnati sette giorni su sette. E magari, se non per 24 ore, per poco meno. Occorre insomma creare una nuova cultura, che deve prendere vita fin da giovani.

“L’importanza della qualità e della quantità del sonno per la salute del cuore dovrebbe essere insegnata all’inizio della vita, quando si stabiliscono comportamenti sani – rivela l’esperto – Ridurre al minimo il rumore notturno e il lavoro sotto stress possono entrambi aiutare a migliorare il sonno”.

Ciò che conta, in ogni modo, è che un sonno non soddisfacente, e quindi che può mettere a rischio cuore e vasi, non passa solamente attraverso il conteggio delle ore o gli episodi di apnea notturna. E proprio questa valutazione delle abitudini del riposo notturno fa la differenza nello studio francese, che ha utilizzato un punteggio di sonno sano combinando cinque abitudini di sonno.

I ricercatori hanno studiato l’associazione tra il punteggio di base del sonno e le variazioni nel tempo del punteggio del sonno e la malattia cardiovascolare incidente. Sono stati considerati 7.200 partecipanti al Paris Prospective Study III (PPP3), di ambo i sessi e di età compresa tra 50 e 75 anni, senza malattie cardiovascolari. I partecipanti, reclutati oltre vent’anni fa, sono stati sottoposti a visita medica e questionario compilato sullo stile di vita, sull’anamnesi personale e familiare, e sulle loro condizioni di salute. Sono stati utilizzati questionari per raccogliere informazioni su cinque abitudini del sonno al basale e in due due visite di follow-up. A ciascun fattore è stato assegnato 1 punto se ottimale e 0 in caso negativo.

È stato calcolato un punteggio di sonno sano compreso tra 0 e 5, con 0 o 1 considerato scarso e 5 considerato ottimale. Chi raggiungeva un punteggio ottimale ha riferito di dormire da 7 a 8 ore per notte, mai o raramente avendo insonnia, senza sonnolenza diurna eccessiva frequente, senza apnea notturna e con un risveglio da allodole, quindi presto la mattina. Solo il 10% delle persone aveva questo profilo da “sogno”, è proprio il caso di dirlo.

Nello studio si è monitorata la comparsa di patologie ischemiche delle coronarie e di ictus ogni due anni, per un monitoraggio mediano di otto anni. In questo periodo, 274 partecipanti hanno sviluppato una malattia coronarica o un ictus. I ricercatori hanno analizzato l’associazione tra i punteggi del sonno e gli eventi cardiovascolari dopo aver aggiustato per età, sesso, consumo di alcol, occupazione, fumo, indice di massa corporea, attività fisica, livello di colesterolo, diabete, e una storia familiare di infarto, ictus o morte cardiaca improvvisa.

Hanno scoperto che il rischio di malattia coronarica e ictus diminuiva del 22% per ogni punto di aumento del punteggio del sonno al basale. Più specificamente, rispetto a quelli con un punteggio di 0 o 1, i partecipanti con un punteggio di 5 avevano un rischio inferiore del 75% di malattie cardiache o ictus.

Rimaniamo nella matematica: con un sonno più sano, raggiungendo un livello ottimale (l’auspicato 5) si potrebbe evitare più del 70% dei nuovi casi di malattia coronarica e ictus. Siamo nell’ambito della ricerca, va ricordato. Ma non ci sono dubbi che dormendo il giusto e meglio potremmo davvero dare una svolta alla nostra salute. Fin da giovani. Non dimentichiamolo e buon riposo. Per noi e per il nostro cuore.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.