Monteverde, Prati, centro storico: a Roma è allarme per la vespa orientalis, un insetto alieno di origine asiatica segnalato in molte zone della città. Il suo dilagare preoccupa, anche in vista della riapertura delle scuole: gli edifici rimasti chiusi per mesi potrebbero ospitare dei nidi. Ma di che si tratta? Fortune Italia lo ha chiesto all’entomologo Emilio Guerrieri, dirigente di ricerca dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche).
“In Italia abbiamo una serie di vespe autoctone, ma questa vespa orientalis è un calabrone che si è rivelato molto aggressivo in coincidenza della siccità dei mesi estivi”, spiega Guerrieri. “Questi insetti soffrono la mancanza di acqua e sviluppano comportamenti aggressivi proprio quando sono impegnati nella ricerca di acqua e alimenti per la sopravvivenza. Il nostro Paese, oltretutto, è ricco di aree verdi, preferite da questi insetti per la nidificazione. Nelle città poi anche le case offrono un riparo prezioso, soprattutto in inverno”.
L’introduzione di specie aliene non è una novità, spiega l’esperto. “Con la globalizzazione e i commerci, lo spostamento delle specie è diventato più semplice e frequente. Ci sono controlli in alcuni punti, ma avvengono a campione e ci sono spesso insetti che approfittano degli spostamenti di merci da un continente all’altro. In Europa, poi, trovano ambienti climaticamente differenti e una volta arrivati possono spostarsi”. In cerca delle combinazioni ideali.
La vespa orientalis, detta anche calabrone giapponese, “è simile a un calabrone (solo un po’ più piccolo). Nidifica soprattutto nei tronchi degli alberi, al di sotto dei tetti, là dove ristagna un po’ di umidità. Costruisce nidi con materiale organico, fango e altro. Alberi morti, cavi o abbandonati offrono a questo insetto un ambiente ideale”. Non è un caso dunque che, a Roma, molte segnalazioni siano arrivati da Villa Pamphilj e zone adiacenti.
Come eliminare i nidi
Attenzione: “Per eliminare i nidi di vespa orientalis bisogna ricorrere a ditte specializzate. Il fai da te non serve a nulla. Quando queste specie nidificano, marcano infatti la zona con un feromone che consente alle vespe che escono a caccia di ritrovare con precisione la via di casa. Questo fa sì che, se eliminiamo il nido in modo superficiale, resti una traccia chimica che guiderà lì le vespe: lo rifaranno. Oltre all’eliminazione fisica del nido, dunque, occorre un trattamento chimico che elimini la traccia”.
Gli inverni miti
Il problema è solo a Roma? “No. Le vespe sono imenotteri in grado di coprire grandi distanze in volo. Le regine prodotte dal nido e che sfarfallano per produrre nuove colonie possono spostarsi notevolmente. E le temperature miti degli ultimi inverni sono alleate di questi insetti”, nota l’esperto.
Il pericolo di shock anafilattico
“La minaccia maggiore da parte di questi insetti è legata alle punture, che sono molto dolorose: in caso di persone allergiche possono verificarsi shock anafilattico e situazioni molto gravi. Se le punture sono diverse, la situazione può diventare preoccupante. Il consiglio, se non c’è una manifesta aggressione da parte della vespa orientalis, è quello di evitare movimenti molto bruschi. Ai loro occhi – spiega l’entomologo – noi siamo come montagne in movimento, dunque più si resta calmi e fermi, più si riduce il comportamento di difesa della vespa che culmina nella puntura”.
Insetti ‘corazzati’
Come molte persone avranno visto, inoltre, le vespe orientalis sono molto resistenti. “Questa è una caratteristica di molti insetti dotati di una sorta di scheletro esterno ricoperto di cera. Una sorta di corazza – spiega – che li protegge molto efficacemente e che è uno dei motivi del successo biologico di questi insetti. Anche le dimensioni però fanno molto: queste vespe sono davvero grandi e robuste“.
