Maltempo e clima, il record di eventi estremi

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Mentre le regioni del Centro Italia fanno i conti l’ondata di maltempo delle ultime ore, e il bilancio nelle Marche sale a 10 morti e quattro dispersi, arriva l’allarme dei medici dell’ambiente: sono stati già 130 da inizio anno gli eventi climatici estremi, un record che porta il totale a 1.318 in Italia dal 2010.

Tra picchi di caldo, bombe d’acqua, grandinate, trombe d’aria e alluvioni, l’impatto del cambiamento climatico – a lungo negato – è ormai sotto gli occhi di tutti e i dati sull’accelerazione di questi fenomeni sono sempre più preoccupanti secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Anche perché l’impatto del maltempo sulla salute è evidente.

“Le temperature sempre più elevate dovute ai cambiamenti climatici fanno accumulare molta energia nei sistemi atmosferici, che si riversa al suolo attraverso fenomeni meteorologici sempre più intensi e frequenti, aumentandone a dismisura la pericolosità”, afferma il presidente Sima, Alessandro Miani. E il futuro non sarà migliore.

“A causa nostra nubifragi, alluvioni, trombe d’aria e cicloni in futuro saranno più numerosi e distruttivi – prevede Miani – I cambiamenti climatici hanno infatti la capacità di influenzare l’intensità e il numero dei fenomeni meteorologici, rendendoli dunque più pericolosi e distruttivi. L’anomala distribuzione delle precipitazioni (in riduzione entro una forbice compresa tra il 10 e il 60%) sta prendendo sempre più la forma di eventi estremi concentrati in autunno-inverno, talora associati a uragani mediterranei: 60 negli ultimi 40 anni, ma con previsioni di 3 nuovi eventi annui”.

Dal 2010 a luglio 2022 nella nostra penisola si sono verificati 1.318 eventi estremi con conseguenze enormi sul territorio e sui cittadini: 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni trombe d’aria, 123 esondazioni fluviali, 55 frane da piogge intense. Il maltempo sta diventando sempre più violento e pericoloso.

Cosa fare, allora? “Come Sima condividiamo la linea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui qualsiasi azione che vada nella direzione di ridurre le emissioni climalteranti è da considerarsi anche un positivo intervento di sanità pubblica e chiederemo al prossimo Governo di rimettere al centro del nuovo programma il rispetto degli Accordi di Parigi sottoscritti dall’Italia e nell’ambito della Zero Pollution e Forest Strategy europee, a cominciare dal lancio di una grande e capillare campagna di riforestazione da realizzarsi senza ritardi da parte di Regioni e Comuni”.

L’obiettivo di medio termine dovrebbe essere quello di “piantare 350 miliardi di alberi nel mondo per ridurre del 10% la CO2 a livello globale – aggiunge Miani – Occorre poi approvare quanto prima il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) fermo al 2018 e rimasto nascosto in un cassetto del ministero senza mai vedere la luce”.

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