Predire il rigetto del rene dopo il trapianto. E’ un po’ l’uovo di Colombo, se pensiamo che proprio il rigetto anticorpo mediato rappresenta la principale causa di fallimento del trapianto renale.
Ora però un gruppo di ricercatori del Policlinico di Bari ha scoperto dei marcatori che potrebbero aiutare i medici a prevedere l’insorgenza del rigetto post-trapianto- Uno studio che si è guadagnato la copertina dell’American Journal of Transplantation di settembre.
Il lavoro è firmato da Rossana Franzin (nella foto) e dal team di ricerca della sezione di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del Policlinico di Bari con Alessandra Stasi (nella foto), Fabio Sallustio supervisionato da Loreto Gesualdo e da Giuseppe Castellano (Fondazione IRCCS Ca’Granda, Policlinico di Milano). Lo studio nasce da una collaborazione tra l’Università degli Studi di Bari, la Fondazione IrccsS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l’Università degli Studi di Foggia e il Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale.
Per arrivare al loro risultato, i ricercatori hanno analizzato i pazienti che negli ultimi anni hanno sviluppato un rigetto anticorpo mediato in seguito a trapianto di rene, isolando dal loro plasma le vescicole extracellulari (EV), strutture microscopiche recentemente riconosciute come agenti universali della comunicazione intercellulare, che si differenziano dai pazienti che non hanno invece manifestato il rigetto per la presenza di piccoli Rna, definiti “miRna” (micro-Rna).
Gli studi in vitro hanno confermato che, in seguito all’esposizione a queste microvescicole, le cellule tubulari sane mostravano un invecchiamento precoce associato all’infiammazione mentre le cellule endoteliali andavano incontro a una disfunzione tipica della fibrosi interstiziale.
Ecco dunque che alcuni di questi miRna sarebbero in grado di predire anzi tempo l’incidenza del rigetto in alcuni pazienti. Una strategia che apre la strada alla possibilità di individuare i pazienti più predisposti e procedere subito con il monitoraggio e terapie mirate e personalizzate.
