Eataly e Angels for Women insieme per ‘Motherland: Storie di donne, cibo e imprese”

Eataly
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Il palco di Eataly Milano Smeraldo ha accolto il 18 ottobre le voci di cinque imprenditrici di successo in un settore, quello agroalimentare, dove il genere sembra ancora rappresentare un elemento sfavorevole. Dai ristoranti fine dining alle imprese vitivinicole è una bassa percentuale quella delle aziende in cui le donne ricoprono ruoli apicali.

Da queste premesse prende il via “Motherland – Storie di donne, cibo e imprese”, un’iniziativa virtuosa nata dalla collaborazione tra Eataly e Angels for Women — incubatore fondato da AXA Italia e Impact Hub SB — volta al supporto delle imprese a impronta femminile con il sostegno di Eni Plenitude, società di Eni Gas e Luce dedicata all’energia rinnovabile e main sponsor del progetto.

Fino al 31 dicembre è dunque aperta una call dedicata a startup neocostituite o costituende, che guarda oltre le differenze di genere richiedendo però che le aziende partecipanti vedano almeno il 25% dei ruoli strategici e dirigenziali occupati da lavoratrici donne. E lo fa per individuare quella più meritevole, che riceverà non solo un premio in denaro pari a 5mila euro ma che soprattutto godrà di un programma di mentoring e affiancamento sulle strategie di business per accelerare lo sviluppo.

donne e food

Il panel ha visto coinvolta anche Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, che ha commentato: “Quella agricola, dopo i servizi, è la componente imprenditoriale femminile più rappresentativa. In questo ambito le donne conducono imprese di dimensioni economiche minori di quelle guidate da uomini, ma hanno una propensione all’agricoltura attenta all’ambiente nettamente superiore.

Crescono anche nei consigli d’amministrazione, a dimostrazione che incentivare l’imprenditoria femminile è uno dei mezzi per affrontare le sfide future: dalla ripresa post crisi allo sviluppo sostenibile. Un trend che va incoraggiato adeguatamente”. Progetti come Motherland si innestano quindi in maniera funzionale sulla fotografia del comparto agricolo italiano, che oggi conta complessivamente 204.214 imprese attive guidate da donne. E su incoraggianti segnali positivi: sono più del doppio rispetto ai numeri di dieci anna fa, come testimonia un’indagine di marzo 2022 realizzata da Centro Studio Confagricoltura.

Un’opportunità da sviluppare ulteriormente anche con la leva della comunicazione mirata e dello storytelling, valori al centro dell’attività generale di Eataly. “Questo è un luogo in cui raccontiamo storie — spiega Clotilde Balassone, Head of Marketing Emea Eataly — e con Motherland vogliamo amplificare le voci delle donne che attraverso il loro lavoro nel mondo del cibo sono riuscite a soddisfare il proprio potenziale, con la speranza di ispirare altre a intraprendere un percorso in questo settore”.

Le fa eco Giorgia Molajoni, Responsabile di sostenibilità e digitalizzazione di Eni Plenitude: “La partnership con Eataly è ormai un legame consolidato, nato nel 2019 e portato avanti nel solco degli stessi valori: la predilezione per le cose fatte bene, la propensione ad abbracciare il cambiamento, l’attenzione all’efficientamento energetico e a un mondo più sostenibile. Per questo crediamo in Motherland, un progetto in cui la sostenibilità viene intesa anche come costante supporto a realtà di business eccellenti e alla valorizzazione di una leadership inclusiva”.

A portare il proprio bagaglio di esperienze, successi e ostacoli lungo il cammino, e nella stessa ottica di condivisione, visibilità e attivazione di un network, sono quindi state Chiara Maci, blogger e conduttrice televisiva al lavoro da oltre dodici anni e sostenuta da una community al 94% femminile che l’ha validata come una delle voci più influenti del food italiano; Viviana Varese, chef stellata che ha ricevuto nel 2021 il premio Champions of Change della classifica 50 Best Restaurants per il suo impegno a favore della comunità lgbtq+; Elena Dalla Bona, che da giovanissima si è trovata a condurre ben due salumifici, Eli Prosciutti, tra Parma e San Daniele, circondata da colleghi quasi esclusivamente uomini; Elisabetta Foradori, titolare dell’Azienda Agricola Foradori e traino del movimento dei vini artigiani del Trentino e Francesca D’Antonio, fondatrice e Ad di Mimina, brand di granola artigianale, biologica e vegana nato da un sua passione personale e da un repentino cambio di vita.

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