Covid in Italia, calano i ricoveri ma arriva Cerberus

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La frenata dell’ondata di Covid-19 in Italia inizia a riflettersi anche sui ricoveri. Secondo gli ultimi dati che arrivano dagli ospedali sentinella Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) i ricoveri calano del 5%, con le terapie intensive stabili. E un’ulteriore diminuzione degli under 18 in ospedale.

Mentre il presidente Fiaso Giovanni Migliore invita a “monitorare l’insorgenza di nuove varianti”, arrivano i dati sulla sottovariante BQ.1.1 ribattezzata ‘Cerberus’. Attualmente questa sottovariante è la responsabile del 35% dei casi di Covid-19 in Francia e di circa il 7% dei casi in Gran Bretagna, Germania, Danimarca e in Italia.

A tracciare l’evoluzione delle varianti in circolazione nel nostro Paese è il Ceinge di Napoli, attraverso l’analisi delle sequenze genetiche del virus Sars-Cov-2 depositate dall’Italia nella banca dati internazionale Gisaid. “La situazione di Cerberus in Europa è preoccupante perché questa sottovariante è in ascesa”, osserva all’Ansa il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge, che ha analizzato i dati con Angelo Boccia, del gruppo di Bioinformatica del Ceinge coordinato da Giovanni Paolella.

Secondo gli esperti partenopei “è ipotizzabile un trend di crescita della sottovariante BQ.1.1, con raddoppio a breve. Al momento non ci sono dati clinici su Cerberus e sarà importante – osservano – monitorare questo nelle ospedalizzazioni nelle prossime settimane”.

Cosa sta accadendo negli ospedali

Dopo quattro settimane consecutive con il segno più, il numero dei ricoverati Covid negli ospedali sentinella iniziano a ridursi. La diminuzione, però, riguarda solo i ricoverati ‘Con Covid’, quei pazienti trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero ma in ospedale per curare altre patologie (- 14,4%).

I pazienti in ospedale per sindromi respiratorie e polmonari legate al virus pandemico aumentano invece di 10 unità (+4,7%). L’andamento generale, comunque, appare tendente al ribasso, ma va osservato nel prosieguo del tempo per chiarirne la dinamica, sottolineano gli esperti Fiaso. Il calo dei pazienti Con Covid sembrerebbe accompagnare una diminuzione delle infezioni, il cui effetto sembra riflettersi più lentamente sui malati finiti in ospedale a causa di Covid-19.

Nei dettagli, nei reparti Covid ordinari si registra un -6,8%, mentre nelle terapie intensive si trova una nuova oscillazione dei casi con un aumento di poche unità, della stessa misura della diminuzione osservata la scorsa settimana. I non vaccinati sono in crescita sia nelle terapie intensive, ben il 33,3%, che nei reparti ordinari dove la quota di no vax è pari al 20%. Per il resto i ricoverati sono vaccinati da oltre 6 mesi e sprovvisti della quarta dose.

“La situazione negli ospedali è di sostanziale stabilità, ma il pericolo di una nuova ondata non è escluso. Occorre mantenere alta l’attenzione e monitorare l’insorgenza e la diffusione di nuove varianti e nel frattempo proseguire con la campagna vaccinale per la quarta dose ad anziani, immunocompromessi e più in generale fragili con altre patologie, donne incinte – dichiara Migliore – Attualmente, infatti, solo il 30% della platea di destinatari della seconda dose booster è protetto perché ha ricevuto la somministrazione della quarta dose o perché ha contratto l’infezione: si tratta di una percentuale ancora molto bassa”.

Continuano a calare gli under 18 anni positivi a Covid e ricoverati nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti alla rete sentinella di Fiaso: 8 casi in meno, secondo il report.

Il timore, naturalmente, resta quello di una nuova e importante ondata invernale, magari favorita da una nuova sottovariante del virus pandemico. Cerberus è tra i ‘soliti sospetti’: è già entrato nel ‘valzer delle varianti’, ma deve preoccuparci davvero?

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