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Dopo una settimana di ‘silenzio’ (e polemiche per la mancanza di trasparenza), tornano i dati principali del monitoraggio Covid della Cabina di Regia, diffusi dall’Istituto superiore della sanità.

Ebbene, cala ancora  l’incidenza settimanale a livello nazionale: siamo a 283 casi ogni 100.000 abitanti (28 ottobre-3 novembre) contro i 374 ogni 100.000 abitanti (20-26 ottobre).

Non solo: nel periodo 12–25 ottobre, l’indice di contagiosità Rt medio calcolato sui casi sintomatici scende nuovamente sotto la soglia epidemica: il dato è pari a 0,95 (range 0,86-1,10), in diminuzione rispetto alla settimana precedente – quando era 1,11 – e inferiore al valore soglia.

Anche l’indice di trasmissibilità Rt basato sui casi con ricovero ospedaliero diminuisce e si trova sotto la soglia epidemica: Rt=0,90 (0,87-0,93) al 25 ottobre, contro Rt=0,94 (0,91-0,97) al 18 ottobre.

Quanto all’impatto del virus sugli ospedali, il tasso di occupazione Covid in terapia intensiva sale al 2,4% (rilevazione al 3 novembre) contro il 2,2% di sette giorni prima. Ma si tratta comunque di volumi estremamente ridotti, come hanno testimoniato anche gli ospedali sentinella della rete Fiaso.

Il tasso di occupazione Covid in aree mediche a livello nazionale scende invece lievemente: è al 10,4% (rilevazione 3 novembre) contro il 10,8% (27 ottobre).

Nessuna Regione è classificata a rischio alto. In base alla tabella sugli indicatori decisionali allegata al monitoraggio e visionati dall’Ansa, 4 Regioni si collocano questa settimana sopra la soglia di allerta del 15% per l’occupazione Covid dei reparti di area medica: Umbria (33,5%), Valle d’Aosta (20,9%), Friuli Venezia Giulia (17%) e Liguria (15%).

In tutte le Regioni e Province autonome il tasso di occupazione delle terapie intensive rimane invece ben al di sotto della soglia di allerta fissata al 10%. I tassi maggiori di occupazione nelle rianimazioni si registrano in Umbria (7,1%) e in Molise (5,1%)

Cosa ci dicono questi dati? L’ondata autunnale appare ancora in calo, anche se sempre più italiani ‘sfuggono’ al sistema optando, in caso di dubbi, per i tamponi fai da te.

Nel frattempo la campagna vaccinale vive un periodo di stanca, mentre l’inverno si avvicina. I timori, considerato l’impatto limitato delle sottovarianti Omicron sulla sanità, sono più che altro legati a un eventuale nuovo picco, che – a causa della mole di contagiati – potrebbe avere effetti sui servizi pubblici e sulle aziende private.

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