Ambiente, clima e prevenzione: fondi del Pnrr a rischio flop

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Se dalla Cop27 è emersa ancora una volta la priorità di interventi mirati, efficaci e soprattutto rapidi per la tutela di ambiente, salute e clima, il rischio è che nonostante i fondi del Pnrr gli interventi previsti in Italia finiscano per “essere un flop”. Mandando in fumo, oltretutto, mezzo miliardo di euro di fondi pubblici. A sottolinearlo a Fortune Italia è il presidente Sima (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani.

Ma qual è il problema? Regioni e Asl non dispongono di personale e strumenti in grado di realizzare il Sistema nazionale di prevenzione “salute, ambiente e clima” (Snps), spiega Miani, chiedendo al nuovo Governo un programma di verifica e rilettura sanitaria del dato ambientale.

Ma andiamo per gradi. Il Pnrr ha previsto la destinazione di 500 milioni di euro per l’istituzione di un Sistema nazionale di prevenzione “salute, ambiente e clima”, con il compito di prevenzione econtrollo dei rischi sanitari associati in modo diretto e indiretto a esposizioni ambientali e cambiamenti climatici.

Ma quel è il problema? Il Sistema non prevede un’agenzia nazionale di coordinamento con articolazioni territoriali autonome dedicate ai determinanti ambientali della salute. “Ecco allora che l’operatività su questo fronte sarà ancora una volta posta in capo alle già oberate e sottodimensionate Asl. Solo alcune Regioni italiane si sono dotate di regolamenti che prevedono Unità operative all’interno delle Asl che si occupino specificamente delle problematiche ambiente-salute”.

Miani punta il dito anche contro lo scollamento operativo tra i monitoraggi eseguiti dal sistema Arpa e le attività di prevenzione delle Asl, “private di quelle professionalità qualificate in tema ambientale di cui disponevano prima del referendum del 1993”. In pratica, gli attuali presidi sanitari territoriali non consentono una immediata capacità di lettura sanitaria del dato ambientale e dell’impatto sulla salute umana, considerato che l’inquinamento atmosferico provoca oltre 80mila morti premature solo in Italia.

Insomma, il timore dei medici per l’ambiente è che l’organismo creato, che manca di un coordinamento nazionale per le strutture territoriali, non abbia l’impatto sperato.

“Chiediamo al nuovo Governo di integrare” il Snps “con un intervento di verifica sanitaria dei dati ambientali, per ‘rileggere’ i passi che le Regioni italiane sono chiamate a compiere nella direzione di una crescita economica sostenibile”.

In che modo? “Lo strumento operativo migliore – dice Miani – è un Rapporto Annuale che fornisca una lettura sanitaria dei dati ambientali della qualità dell’aria in Italia attraverso l’implementazione degli algoritmi predisposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) finalizzati alla stima del numero di decessi evitabili dovuti all’inquinamento atmosferico e relativi anni di vita persi, con stima dell’impatto sanitario ed economico, oltre ad una valutazione in tempo reale degli effetti dei picchi di polveri sottili sugli accessi in Pronto Soccorso e sui ricoveri ospedalieri”. Un monitoraggio prezioso anche per la programmazione di interventi mirati.

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