Covid in Italia, l’incidenza torna a salire. La crescita di Cerberus

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Nell’autunno dei molti virus – influenza, malanni gastrointestinali, adenovirus, coronavirus e Sars-Cov-2 – torna a salire l’incidenza di Covid-19 in Italia.

Secondo i nuovi dai emersi dalla Cabina di regia l’incidenza settimanale a livello nazionale sale a 353 casi Covid ogni 100.000 abitanti (11-17 novembre), contro i 307 su 100.000 della settimana precedente.  

In rialzo anche l’indice di contagiosità Rt: nel periodo 26 ottobre–08 novembre infatti, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,88 (range 0,74-1,19), in leggero aumento rispetto alla settimana precedente – quando era 0,83 – ma ancora al di sotto della soglia epidemica. Cresce anche l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedalier: si trova appena sotto la soglia epidemica: Rt=0,96 (0,93-1,00) all’08 novembre contro 0,84 (0,81-0,87) al 1 del mese. 

Il virus di Covid-19 ha ripreso a circolare, dunque. E questo anche se il quadro che arriva dagli ospedali non desta grande preoccupazione: i numeri restano comunque limitati, nonostante un lieve aumento. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 2,5% (rilevazione giornaliera al 17 novembre) daò il 2,% del 10 novembre.

Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale: è all’11% il 17 novembre contro il 10% di sette giorni prima.

In un autunno molto diverso da quello degli ultimi anni, senza restrizioni e mascherine, le oscillazioni di Covid-19 sono attese e ampiamente previste. Resta da capire come le strutture sanitarie reggeranno l’impatto non solo del virus pandemico, ma anche dei tanti malanni di stagione che quest’anno hanno tornato a farsi sentire.

La situazione varianti

In Italia l’8 novembre scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 99,8%, con la sottovariante BA.5 largamente predominante e una quota di ricombinanti omicron/omicron, costituita dalla sola XBB.1, pari al 2,4%. Ma l’indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, evidenzia anche una crescita di Cerberus. 

La prevalenza della sottovariante Omicron BA.5, BQ.1,ribattezzata ‘Cerberus’, “è pari a 30,7%” su tutti i campioni esaminati, scrivono gli esperti.

Il report accende i riflettori anche sul sotto-lignaggio Xbb, una variante ricombinante di due sotto-lignaggi Omicron (BJ.1 e BM.1.1.1) altamente trasmissibili e con mutazioni potenzialmente associate a immuno-evasione. In questa indagine un sottolignaggio di Xbb (Xbb.1) “è stato identificato in 38 sequenze (prevalenza 2.4%) contro le 2 sequenze, identificate nell’indagine precedente”.

Sono stati esamintati 1.533 campioni, ed ecco le prevalenze stimate dagli esperti (Cerberus viene considerato all’interno di BA.5, in coerenza con la classificazione dell’Oms).

99,84% (range: 83,3% – 100%) variante omicron
0,16% (range: 0% – 16,7%) altra variante

BA.2 4,0% (range: 0% -10,9%)
BA 4 1,9% (range: 0% -4,9%)
BA 5 91,5% (range: 81,8% – 100,0%)
Omicron/omicron 2,4% (range 0%-13,2%)

Se sono ancora in aumento la numerosità dei sotto-lignaggi di BA.5 circolanti nel nostro Paese (112 vs. 63 dell’indagine precedente). La prevalenza di BA.4 diminuisce da 4.3% a 1.95% in questa indagine. Si dimezza la proporzione di BA.4.6 (da 2.8% a 1.4% di questa indagine).

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