Inquinamento, Italia maglia nera. I costi sociali e sanitari

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Bronchiti, polmoniti, asma. L’inquinamento avvelena il respiro e brucia anni di vita. Un impatto che corrisponde a circa 61 miliardi di euro persi ogni anno solo in Italia, in termini di costi sociali e sanitari. La stima arriva dai medici dell’ambiente Sima, che sottolineano i risultati dell’Air Quality Report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA).

Qualcosa si sta muovendo. Ma se si conferma il trend di costante riduzione delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili e delle conseguenti morti premature, i livelli di PM 2.5 restano al di sopra dei limiti sanitari stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità nelle Linee Guida 2021 a e l’Italia resta ai vertici della classifica.

Ma vediamoli, questi numeri. “Sono state ben 68.600 le morti premature da PM 2.5, ossidi d’azoto ed ozono registrate nel 2020 in Italia – sottolinea il presidente Sima Alessandro Miani – seguono la Germania con 43.500 decessi evitabili e la Polonia con 41.600. In pratica l’Italia rappresenta il 29% del totale di morti premature da PM2.5 in Europa (scese a 238.000), il 22% dei decessi evitabili da ossidi di azoto e il 21% di quelli dovuti ad eccessi di concentrazioni di ozono”.

L’Italia è prima anche per numero di anni di vita persi: “Ben 606.000, quantificabili in circa 61 miliardi di euro di costi sociali e sanitari nel solo 2020. Questo significa che da diversi decenni, ogni anno nel nostro Paese l’inquinamento dell’aria genera numeri da pandemia”, continua Miani.

E se guardiamo alla Penisola, la zona peggiore è sempre la stessa. “Il rapporto appena pubblicato esplicita chiaramente che le maggiori concentrazioni di PM10 si osservano nella Pianura Padana, attribuendo il fenomeno alla densità di popolazione e di attività industriali in un contesto orografico e meteorologico che favorisce l’accumulo di polveri sottili”, aggiunge Prisco Piscitelli, epidemiologo e vicepresidente Sima. Forse non a caso, si tratta anche dell’area più duramente colpita da Covid-19.

Per i medici Sima non ci sono dubbi: l’Italia è tra i Paesi europei che deve compiere i più netti progressi per l’attuazione della Zero Pollution Strategy Europea, che sottende la revisione delle Linee Guida per la Qualità dell’Aria presentate dalla Commissione Europea lo scorso 26 ottobre per allinearsi alle più stringenti direttive Omsentro il 2050.

“Ancora una volta, il nostro appello al nuovo Governo è un invito a non perdere l’occasione del Pnrr per invertire rapidamente la rotta – conclude il presidente Sima, Alessandro Miani – con un’attenta strategia di allocazione delle risorse e verifica dei risultati prodotti, a cominciare dal Programma Salute, Ambiente e Clima per proseguire con la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico degli edifici con annessi riscaldamenti domestici”. Un tema caldissimo, quest’ultimo, considerato il caso bollette e il boom di pellet.

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