Eurispes-Enpam: le patologie dimenticate a causa di Covid-19

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Qualcuno sostiene che la pandemia sia ormai finita, qualcun altro è convinto invece che “Covid is not over”. In ogni caso, quel che è certo è che dopo due anni tanto impattanti, siamo nel pieno di un’altra emergenza: quella generata dalle mancate prestazioni sanitarie per tutte le altre patologie, con particolare riferimento a quelle più gravi.

L’Osservatorio Salute Previdenza e Legalità Eurispes-Enpam le ha chiamate ‘patologie dimenticate’. Quelle patologie che sono passate in secondo piano per far fronte a Covid-19.

Sono diverse le realtà che si sono attivate per denunciare e quantificare un fenomeno che rischia di incidere sul mancato diritto alla salute dei cittadini. Lo ricordiamo tutti: nella fase 1 (quella di totale chiusura), per ciò che riguarda il Sistema sanitario nazionale si è provveduto al blocco di tutte le attività non considerate emergenziali (ambulatoriale e di DH). Con conseguenze disastrose per le persone e per lo stesso sistema.

Vi è stata una diminuzione fino oltre il 50%, della richiesta di prestazioni per patologie acute come infarto del miocardio, ictus e chirurgia d’urgenza ad esempio. Oltre a una mancata o ridotta assistenza per le patologie croniche, seguite in ambulatorio o nei DH.

A settembre 2021 la SIC – Società italiana di Chirurgia – ha parlato di 400.000 interventi di chirurgia generale e di un milione e trecentomila ricoveri annullati nel solo 2020. Con un trend che è stato poi tristemente analogo nel 2021 per gli interventi specialistici (e circa un milione di operazioni congelate).

La Federazione Oncologi, Cardiologi, Ematologi (F.O.C.E), ha segnalato nei primi mesi del 2021 l’esigenza di vaccinare i pazienti fragili a prescindere dall’età anagrafica e i rischi connessi al rinvio di screening, di visite specialistiche e di interventi. Mentre l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ha nello stesso periodo richiesto un ‘recovery plan’ contro i danni collaterali causati dalla pandemia.

Pochi mesi fa, anche il Forum Permanente sul Sistema Sanitario Nazionale nel post-Covid, ha attestato, nel IV Report di Salutequità del giugno 2020, oltre 1,3 milioni i ricoveri in meno rispetto al 2019. Includendo nei ricoveri saltati anche quelli più urgenti: -554.123.

Il Rapporto ha evidenziato una riduzione dell’80% dell’attività chirurgica elettiva e fino al 35% di quella in urgenza. La chirurgia Generale, Otorinolaringoiatria e Chirurgia Vascolare sono state le aree particolarmente interessate, mentre i ricoveri di chirurgia oncologica hanno visto una diminuzione di circa l’80% dell’attività chirurgica elettiva. Allo stesso modo, hanno visto una riduzione del 15% anche i ricoveri per radioterapia e del 10% quelli per chemioterapia. Nell’ambito cardiovascolare il calo è stato di circa il 20%.

La stima, basata anche sui recenti dati Agenas, è che i ricoveri in area medica per i pazienti cronici complessi e con riacutizzazione, si siano ridotti di circa 600.000 rispetto all’anno 2019. La specialistica ambulatoriale ha visto una contrazione di 144,5 milioni di prestazioni: circa 90 milioni di prestazioni in meno di laboratorio, 8 milioni in meno di prestazioni di riabilitazione, 20 milioni in meno di prestazioni di diagnostica. Gli screening oncologici hanno subìto numerose cancellazioni e ritardi, come ad esempio gli screening cervicali effettivamente realizzati (-43.4%), le mammografie effettuate (-37,6%), le colonscopie per i tumori del colon-retto (-45,5%).

Agenas denunciava già a metà 2021 che nel 2020 complessivamente 750.000 concittadini avevano dovuto rinunciare ad un intervento (-14% di quelli urgenti e -26% degli ordinari). E a inizio 2022 FoSsc, il Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani, rilevava la mancata riattivazione degli screening oncologici e il mancato rafforzamento dei servizi di diagnosi e cura dell’emergenza-urgenza.

Le risposte all’emergenza delle mancate prestazioni sanitarie

La Missione 6 del Pnrr (per la riorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale), che potrebbe rispondere all’emergenza delle mancate prestazioni sanitaria, non fa in realtà menzione di potenziali interventi per ripristinare quanto meno quello stato quo-ante nelle strutture ospedaliere. Che sarebbe decisivo per tornare ad erogare le più essenziali prestazioni ai cittadini.

Le problematiche legate al recupero delle liste di attesa createsi nel periodo dell’emergenza Covid-19 sono state affrontate dal Governo Conte II con il decreto-legge n. 104 del 2020, che prevedeva specifici stanziamenti: pari a 112,406 mln di euro destinati ai ricoveri ospedalieri, e a circa 365,812 mln di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali.

Nel decreto ‘Sostegni-bis’, convertito dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, è stato affrontato nuovamente il tema delle liste di attesa: al fine di consentire un maggior recupero delle prestazioni di ricovero ospedaliero per acuti in regime di elezione e delle prestazioni di specialistica ambulatoriali non erogate dalle strutture pubbliche e private accreditate nel 2020. Per l’attuazione di tali finalità le Regioni e le Province autonome possono utilizzare le risorse non impiegate nell’anno 2020.

Nella Legge di bilancio 2022 infine, per garantire la piena attuazione del Piano Operativo per il recupero delle liste di attesa è stata autorizzata la spesa per complessivamente 500 mln, di cui un importo massimo di 150 mln, eventualmente incrementabile sulla base di specifiche esigenze regionali, può essere utilizzato per coinvolgere le strutture private accreditate.

In totale, sui piani di recupero, tra 2021 e inizio 2022, è stato stanziato quasi un miliardo di euro.

Tuttavia, al di là di nuovi fondi erogati che, anche nel caso della Legge di Stabilità 2022, come quelli precedenti in buona parte non sarebbero stati immediatamente utilizzati, ancora oggi troppo poco è stato fatto per ripristinare un’accettabile agibilità di ospedali e poliambulatori.

L’indagine (e le proposte) di Eurispes-Enpam

Eurispes-Enpam ha cercato di indagare in che misura la situazione sanitaria abbia influenzato, nel corso dell’ultimo anno, il rapporto dei cittadini con il Sistema sanitario nazionale e la gestione del proprio stato di salute. L’indagine è stata realizzata su un campione di 2.026 persone rappresentativo della popolazione dai 18 anni in su. E la rilevazione è avvenuta marzo e aprile 2022.

Dati alla mano: il 44% del campione afferma di aver evitato di far visite di controllo per non frequentare luoghi a rischio di contagio Covid. Un terzo degli intervistati si è visto rimandare un intervento chirurgico o una terapia per indisponibilità delle strutture sanitarie, il 31,8%, ha avuto difficoltà a trovare assistenza sanitaria dopo aver contratto il virus, il 28,5% ha rinunciato a visite o esami anche in caso di problemi di salute per timore di contagiarsi nelle strutture sanitarie.

In questa situazione, recuperare le prestazioni perdute e ricostituire il normale flusso dell’attività del Snn è certamente una delle sfide più importanti di fronte la quale si trova ora il nuovo Governo. L’Osservatorio Salute Previdenza e Legalità Eurispes-Enpam, per cercare di elaborare delle proposte utili che possano concretizzarsi, ha coordinato degli incontri con importanti esponenti del mondo clinico. In che modo è possibile ripristinare il sistema?

Innanzitutto, sostiene Eurispes-Enpam: incentivare una maggiore reattività delle Aziende sanitarie nel bed management nel liberare spazi, strumentazioni e sale operatorie, con specifiche linee guida del ministero e una concreta azione di controllo degli Assessorati regionali, pur nel rispetto delle autonomie aziendali.

Recuperare poi, per le attività ordinarie la disponibilità di infermieri e assistenti sanitari e stabilire un piano straordinario impostato centralmente e gestito a livello regionale con il coinvolgimento strutturale della sanità convenzionata e accreditata in un’opera coordinata di recupero per lo screening e la diagnostica.

La mobilitazione straordinaria della medicina generale per la compilazione di liste ed elenchi di priorità diagnostiche dei rispettivi assistiti risulta fondamentale, al pari di provvedere alla dotazione tecnologica degli studi dei medici di medicina generale secondo la Legge di stabilità del 2020, per renderli più performanti. Inoltre, suggerisce l’Osservatorio: sarebbe utile il varo di una campagna di comunicazione istituzionale da parte del ministero (ripresa sui mezzi locali dalle Regioni) che segnali la necessità/opportunità di tornare a effettuare controlli medici periodici.

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