Capolavori dell’arte indossano presidi medici per l’incontinenza

Venere di Urbino Fais
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Due Veneri, un Perseo, il Discobolo, Adamo ed Eva e Amore e Psiche: sei capolavori dell’arte ‘modificati’ per accendere i riflettori su due condizioni di cui si parla troppo poco: stomia e incontinenza, che colpiscono il 10% della popolazione.

La Fais, Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati, lancia il progetto di comunicazione sociale “Siamo un’Opera d’Arte”: grazie alla tecnica della visual art, statue e pitture celebri in tutto il mondo indossano per la prima volta presidi per incontinenza e stomia.

Le opere protagoniste della campagna sono la Nascita di Venere di Botticelli, il Perseo con testa di Medusa di Benvenuto Cellini, la Venere di Urbino di Tiziano, il Discobolo di Mirone, la Tentazione di Adamo ed Eva, di Masolino da Panicale, Amore e Psiche di Antonio Canova.

Amore e psiche Fais
Amore e psiche Campagna Fais

Un tabù che resiste

Parlare di incontinenza e stomia è ancora difficile in Italia: vergogna, paura, imbarazzo, generano pregiudizi che spesso influiscono fortemente sulla vita delle persone più fragili e le loro famiglie. In Italia sono oltre 7 milioni, dai 18 ai 70 anni, a soffrire di incontinenza urinaria o fecale. L’incontinenza, sottolineano dalla Fais, rappresenta un problema sociosanitario rilevante, e non risparmia nemmeno i più giovani.

La nascita di Venere per la campagna Fais

Le persone con stomia, invece, sono più di 75.000, equamente distribuiti tra uomini e donne; la condizione ha un’incidenza media nazionale pari a circa lo 0,13% della popolazione. Anche il cateterismo vescicale, ed in particolare quello intermittente, ha una incidenza di circa lo 0,5% della popolazione italiana.

Chi è soggetto a questa pratica va spesso incontro a infezioni dell’apparato urinario che possono anche portare alla ospedalizzazione nei casi più gravi. Nonostante questi numeri, il comune denominatore di queste condizioni è la scarsa informazione al paziente, con l’aggravante della “mancanza di una comunicazione istituzionale mirata e di procedure di acquisto dei presidi non idonee a fornire alle persone il presidio più appropriato”, dicono dall’associazione.

Davide
Perseo di Benvenuto Cellini Fais

Le opere ‘modificate’

Il progetto “Siamo un’opera d’arte” nasce dall’esperienza diretta di chi vive le diverse condizioni e ha necessità di far conoscere la propria realtà. Il progetto prevede l’organizzazione di iniziative itineranti composte da due momenti: uno dedicato alla mostra delle opere che saranno materialmente realizzate su tela e incorniciate in modo da essere esposte su parete. L’altro dedicato all’approfondimento di temi legati all’incontinenza e stomia ed al confronto con professionisti sanitari, decisori, stakeholder di settore e caregiver.

“Partendo dalla consapevolezza che un intervento chirurgico può sconvolgere la vita di una persona ed in particolare la percezione che la stessa ha di sé stessa, la campagna – ha spiegato spiega Pier Raffaele Spena, presidente Fais – induce a riflettere sul concetto di identità della persona stessa legata al vissuto. Il messaggio è forte e chiaro: come un capolavoro d’arte resta tale anche se il protagonista viene “vestito” con un dispositivo medico, anche l’identità della persona non viene scalfita se si utilizza una sacca da stomia, un catetere o un pannolone. Ma potrebbe essere qualsiasi altro presidio”.

Al termine degli eventi previsti, le opere realizzate saranno messe all’asta online, spiegano dalla Fais. I proventi saranno destinati per il finanziamento di quattro percorsi di supporto psicologico o motivazionale a persone con incontinenza o stomia.

Discobolo di Mirone Fais

Per l’occasione è stata anche allestita una mostra virtuale visitabile su https://bit.ly/FAISOD: grazie alla tecnologia 3D lo spettatore può immergersi nell’ambiente museale e godersi questi capolavori.

Tutte opere protagoniste della campagna sono state utilizzate su concessione del Ministero della Cultura, della Direzione Centrale degli Affari dei Culti e per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero, del Ministero dell’Interno – Fondo Edifici di Culto, del Museo Louvre tramite RMN-Grand Palais /Dist. Foto SCALA, Firenze.

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