Innovazione chiave per la sanità e il pharma italiani | VIDEO

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Telemedicina, intelligenza artificiale, Big data. L’innovazione nella salute può rappresentare un volano strategico per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese, cambiando la vita delle persone. Ricerca personalizzata, prevenzione, terapie avanzate, combinazioni tra farmaci, device e digitale trasformano e alimentano le pipeline del pharma. E il settore è destinato a vivere una rivoluzione tech, se pensiamo che gli investimenti già programmati tra il 2021 e il 2026 sono pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo, +10% rispetto alle proiezioni precedenti la pandemia.

Se ne parla a Roma in occasione della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema: “Investing for Life: la salute conta”, organizzato da Msd Italia.

“L’innovazione rappresenta senza dubbio la chiave di volta di un’assistenza sanitaria in cui ospedale e territorio dialogano, assicurando una presa in carico globale della persona rispondendo a bisogni di salute e sociali in modo appropriato e tempestivo”, ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo messaggio agli organizzatori dell’evento.

L’impatto della pandemia e la permacrisi

Non dobbiamo dimenticare che “un solo virus è stato in grado di mettere in ginocchio le economie mondiali. Se oggi viviamo una fase di nuova normalità è anche grazie allo straordinario impegno della Ricerca e Sviluppo delle aziende farmaceutiche, unitamente a virtuose Partnership pubblico-privato che occorrerebbe mantenere e consolidare, per una governance della salute sempre più resiliente, inclusiva e sostenibile”, ha affermato Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia.

“Un impegno che richiede un ecosistema istituzionale, regolatorio ed economico che finalmente guardi con favore all’innovazione come fattore generatore di valore, come un investimento per il Paese anziché una mera spesa corrente”, ha aggiunto Luppi.

Se gli italiani riconoscono alla sanità un valore strategico, come è emerso dal sondaggio Ipsos,  il tema sembra essersi parzialmente “rarefatto” nell’agenda politica del Paese.

“Gli italiani oggi si scoprono più poveri ma, soprattutto, più confusi. Un recentissimo rapporto Consob – ha ricordato Luppi – ha fatto il punto della situazione dopo due anni di pandemia e dodici mesi di cavalcata dei prezzi: 8 italiani su 10 hanno difficoltà a gestire le proprie finanze, oltre uno su tre non ha ben compreso l’impatto del costo della vita sui propri risparmi e non sa dove e come investire”.

L’epoca che stiamo vivendo si può riassumere con la parola “permacrisi, un periodo esteso di insicurezza e instabilità. Ma la salute – ha aggiunto Luppi – ha bisogno di investimenti e di innovazione. E l’innovazione ha bisogno di un ecosistema attrattivo, una visione di medio-lungo periodo per il settore delle Life Sciences e un impegno, condiviso e stabile, da parte del Governo e dell’industria”.

Le tre priorità di Schillaci

“La salute conta’ – ha sottolineato il ministro Orazio Schillaci, citando il tema dell’evento di oggi nel suo messaggio agli organizzatori – e mai come adesso. L’esperienza della pandemia ha reso i cittadini maggiormente consapevoli che l’investimento in salute è un vantaggio anche sociale ed economico. L’emergenza sanitaria, come è noto, ha reso però ancora più evidenti anche le fragilità del sistema, su cui siamo impegnati per accelerare interventi, non ultimi quelli messi in campo con il Pnrr, per superare disuguaglianze a livello territoriale e risolvere criticità già esistenti e che la pandemia ha acutizzato”.

Risorse, prevenzione, valorizzazione del personale sanitario sono tre priorità che da subito ho posto nell’agenda del mio mandato al ministero della Salute. La sanità è stata costantemente sotto finanziata”, ha evidenziato Schillaci, “e ho assunto l’impegno di fare in modo che siano garantite più risorse. Un primo segnale, nonostante le oggettive difficoltà dovute al caro energia e alla guerra in Ucraina, lo abbiamo dato con la legge di bilancio 2023 incrementando il Fondo sanitario nazionale per gli anni 2023-2024-2025. Non basta però agire sulla leva finanziaria, occorre ripensare il modello organizzativo della sanità italiana, creando alternative valide sul territorio in modo tale che il cittadino non sia costretto a rivolgersi all’ospedale anche per trattamenti non urgenti sovraffollando i pronto soccorso”.

“Per ridurre i tempi di attesa, puntiamo a rafforzare la rete territoriale con apparecchiature sanitarie e diagnostiche per migliorare la governance aziendale e regionale e, in relazione ai ricoveri programmati, a introdurre modelli e standard per il monitoraggio sistemico e strutturato a livello nazionale del percorso del paziente, dal momento della presa in carico della domanda, all’inserimento in lista d’attesa, all’accesso al ricovero, fino alla sua dimissione”. Il ministro ha ribadito  l’intenzione di assicurare un “investimento forte sul personale sanitario affinché sia adeguatamente valorizzato, sia professionalmente che economicamente”.

Economia del benessere

“Ricerca e innovazione sono fondamentali per la salute e il benessere, ma anche per un’economia forte. Tanto che oggi si parla di economia del benessere“, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.

Ecco allora che è importante per il Paese “non solo fare ricerca di base e clinica, ma fare filiera per creare salute. L’Italia vanta importanti risorse, ricercatori brillanti (che esportiamo) e idee preziose, da declinare nel Paese con quei meccanismi chiave per ingegnerizzare il sistema tipici delle imprese”.

Nicoletta Luppi

Le tre richieste del pharma

“Occorre rafforzare le politiche di incentivazione dell’innovazione – ha sottolineato il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani – Occorrono strumenti per l’attrazione di capitali nel nostro Paese, con l’obiettivo di restare competitivi in Europa. La partnership pubblico-privato è fondamentale per essere più veloci e trasformare le scoperte in brevetti”. L’Italia in ricerca “può contare su eccellenze assolute, partendo dalle risorse umane arrivando fino all’Università. Questo è il momento di fare un deciso scatto in avanti”, ha aggiunto Cattani.

Ecco allora che al Governo le imprese del farmaco chiedono una “nuova governance per la spesa farmaceutica, oggi basata su un sistema di tetti e sul meccanismo del payback, profondamente iniquo e discriminatorio – ha detto Luppi – rimodulando ulteriormente i tetti di spesa farmaceutica dal 2023 con un recupero graduale (in 3 anni) negli acquisti diretti dell’avanzo nella spesa convenzionata, in base alla dinamica storica e al fabbisogno. Ma anche una modifica a isorisorse, inserendo nel Fondo per i Farmaci Innovativi anche i farmaci con innovatività condizionata, affinché tutta l’innovazione possa essere messa a disposizione delle Regioni e dei pazienti”.

Infine “occorre classificare come investimento la spesa per la salute: questo perchè, in effetti, i benefici si vedono sul medio-lungo termine, ma sono importantissimi. Abbiamo anche imparato che senza salute non si va da nessuna parte. Solo così non cercheremo ‘cerotti’ per crescere, ma potremo contare su una strada segnata”. Sarebbe un’autostrada per la ricerca made in Italy. 

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