Pharma, imprese in salute ma ‘pesano’ ristrutturazioni e Covid

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E’ tempo di bilanci per le Big del pharma, che in generale archiviano un 2022 in crescita (anche se non tutte). Molte aziende si trovano infatti a fare i conti con l’esaurimento della forza propulsiva del virus pandemico, che impatta sui bilanci. Almeno questo è il caso delle imprese che, in questi anni, si sono dedicate alla ricerca anti-Covid, sviluppando farmaci e vaccini mirati, richiestissimi negli scorsi anni (oggi decisamente meno).

Così per qualcuna il 2023 si prospetta decisamente meno roseo rispetto al recente passato. A fare la differenza, c’è da scommetterci, sarà la forza della pipeline dei prodotti in cantiere. In mancanza di nuove molecole, poi, c’è sempre l’opzione shopping.

Il 2022 del pharma

L’anno appena archiviato è stato decisamente positivo per numerose aziende del settore. E’ il caso di Pfizer, ma anche di Servier e Roche, meno per Novartis. Vediamo qualche dato in dettaglio. Nel 2022 Pfizer ha realizzato un fatturato di 100,3 miliardi di dollari, cifra mai raggiunta prima, per un utile netto di 31 miliardi di dollari. Escludendo gli elementi eccezionali, l’utile per azione è di 6,58 dollari, un altro record. Ma (come abbiamo scritto) per il 2023 ci si attende l’impatto della frenata della richiesta dei vaccini anti-Covid.

Roche

L’altra Big del pharma, Roche, archivia il 2022 con vendite in crescita del 2% a tassi di cambio costanti e dell’1% in franchi svizzeri, risentendo del calo dei prodotti Covid (farmaci e diagnostica). L’utile per azione da core business aumenta del 5% (+2% in franchi svizzeri), mentre l’utile netto IFRS ammonta a 13,5 miliardi di franchi svizzeri, con un -6%. In Italia Roche Spa chiude il 2022 in decisa crescita, con un fatturato complessivo di 849,7 milioni di euro (+7% sul 2021).

Siamo orgogliosi di aver chiuso l’anno della celebrazione dei nostri 125 anni in Italia, registrando una crescita del fatturato di 54 milioni rispetto all’anno precedente – ha detto Maurizio de Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche Spa  Un risultato che supera le nostre aspettative e che assume ancora più valore se pensiamo al difficile contesto generale nel quale ci siamo mossi”.

Molto bene Servier, che ha registrato a livello globale ricavi consolidati per 4,876 miliardi di euro, in crescita del 9,8% rispetto all’anno precedente. Il fatturato è suddiviso tra 3,694 miliardi di euro per i farmaci Brand (+12,5%) e 1,182 miliardi di euro per i Generici (+2%). L’Italia, dove Servier è presente dal 1972 con 397 dipendenti, ha registrato nell’ultimo anno un fatturato pari a 162,5 milioni di euro con oltre 1,5 milioni di pazienti trattati con farmaci Servier.

“In un contesto internazionale e nazionale molto complicato, che paga le conseguenze della pandemia, della guerra e della crisi climatica, il Gruppo Servier in Italia ha continuato con resilienza a portare salute ai pazienti – ha sottolineato Gilles Renacco, presidente Gruppo Servier in Italia – I nostri sono risultati frutto di un importante lavoro di squadra per i quali ringrazio tutti i dipendenti del Gruppo”.

Quanto a Novartis, per il colosso elvetico il 2022 è stato un anno di transizione: il giro d’affari è in calo del 2% rispetto al 2021 e l’utile netto registra un rotondo -70% nei confronti del 2021 a quasi 7 miliardi (contro i 24 dell’anno precedente). Un tonfo legato all’impatto nel 2021 della vendita delle azioni Roche che portò al ‘divorzio’ fra i due colossi del pharma svizzeri. Il fatturato è intorno ai 50,5 mld di franchi (contro 51,6).

“Novartis è sulla buona strada per diventare un’azienda interamente focalizzata sui farmaci innovativi, con un posizionamento privilegiato per far leva sulle sue dimensioni globali e piattaforme di ricerca e sviluppo – ha sottolineato Vas Narasimhan, Ceo di Novartis – Guardando avanti, abbiamo una pipeline promettente nel medio periodo. Ci aspettiamo di continuare a ottenere migliori risultati finanziari e di rafforzare i fondamentali Esg di Novartis per diventare l’azienda farmaceutica più apprezzata e rispettata nel mondo”.

Le previsioni per il 2023

Mentre ancora facciamo i conti con Covid-19, guerra e crisi dell’energia, le aziende del pharma guardano al futuro. Nel corso del 2023 Roche prevede diversi lanci, tra nuove molecole e importanti estensioni di indicazioni, che da un lato rafforzeranno il portafoglio in ambito oncologico e delle patologie rare, e dall’altro segneranno l’ingresso dell’azienda in nuove aree. 

 “Ci aspettano grandi sfide. Oltre all’oftalmologia ci aspettiamo di rendere disponibile un anticorpo bispecifico nell’area dell’oncoemtologia – ha detto de Cicco – L’azienda sta, inoltre,  concentrando gli sforzi anche su piattaforme tecnologiche come le ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product). Tra queste, se pensiamo a un orizzonte temporale più lungo, c’è grande attesa per la nostra prima terapia genica, e prima in assoluto per la distrofia muscolare di Duchenne, una patologia ereditaria rara e dal fortissimo bisogno clinico insoddisfatto”.

Quanto a Servier, entro il 2025 il gruppo punta a un fatturato consolidato di 6,5 miliardi di euro, un Ebitda (utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti) di 1,3 miliardi di euro e lanciare una nuova entità molecolare ogni tre anni, di cui una entro il 2025.

Infine Novartis per il 2023 prevede una crescita a cifra singola “da bassa a media e una crescita del risultato operativo core a una singola cifra media”.

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