Covid, le stime su Kraken mentre arriva Bythos

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Mentre sul fronte Covid-19 l’Europa registra un trend in miglioramento – per il  Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) i dati sono i più bassi osservati negli ultimi 12 mesi – c’è ancora attenzione su varianti e ricombinanti. Per il responsabile della strategia vaccinale dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), Marco Cavaleri, Kraken diventerà dominante in Ue  nelle prossime settimane. Ma già spuntano nuove sotto-varianti dai nomi da paura. 

Arriva Bythos

Dopo Cerberus, Gryphon e Orthrus la new entry è stata battezzata ‘Bythos’ (in greco profondità, la sua sigla è XBF). Questa sottovariante, ancora una volta un ricombinante, come ricorda Adnkronos Salute richiama nel nome l’ittiocentauro degli abissi marini, busto umano, zampe anteriori di cavallo e coda di pesce, compagno delle ninfe. L’Organizzazione mondiale della sanità ha inserito Bythos nella lista dei sottolignaggi di Omicron 5 da tenere sotto controllo per il rischio di una maggiore trasmissibilità e fuga immunitaria.

“Sarà così per mesi – commenta a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, che fin dall’inizio della pandemia analizza le varianti di Covid-19 – Abbiamo parlato tempo fa del  valzer delle varianti, ma anche delle onde del mare: quando una esaurisce la sua forza, l’altra arriva a schivare gli anticorpi circolanti, che non evitano il contagio ma che mantengono i linfociti T ‘sul pezzo’. Sono loro a evitare i sintomi gravi di malattia”.

Le prime sequenze di XBF sono state segnalate a luglio dell’anno scorso, come segnala l’Oms, e al 12 febbraio la sottovariante era stata identificata in 46 Paesi, di cui 7 (Australia, Nuova Zelanda, Austria, Danimarca, Regno Unito, Svezia e Stati Uniti). Ma la stessa Agenzia di Ginevra precisa che “non sono state riportate evidenze epidemiologiche secondo cui XBF causi un aumento di casi Covid, ricoveri o morti”.

Intanto in Italia calano ancora i ricoveri

A confermare la ‘lettura’ di Ciccozzi arrivano anche i dati degli ospedali sentinella aderenti alla rete della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso). Secondo il bollettino del 14 febbraio negli ospedali della penisola calano ancora i ricoveri Covid: -3% nell’ultima settimana. Stabili le terapie intensive, e molto evidente la discesa dei pazienti ricoverati per Covid, ovvero con insufficienza respiratoria o polmonite: -13,2%.

Ormai le strutture sanitarie italiane sono organizzate per trattarli in ‘bolle di isolamento’ negli stessi reparti dove sono assistiti e non più in reparti specialistici. Tutto bene, allora? Secondo il presidente Fiaso, Giovanni Migliore, preoccupa che l’85% dei soggetti ricoverati siano vaccinati ormai da oltre sei mesi. “Senza un’adeguata copertura vaccinale, con la giusta tempistica, i soggetti fragili possono andare incontro alle conseguenze gravi dell’infezione da Covid”, avverte Migliore.

Un lungo valzer delle varianti

Quanto alle nuove sottovarianti, “sarà così per i prossimi decenni – prevede Ciccozzi – Ti contagerai, ma avrai un raffreddore una febbricola e basta. Non si potranno evitare  nuove varianti fino a che non avrremo un vaccino che impedisca l’ingresso del virus e, quindi, il contagio. Basta una sola mutazione che cambia il fenotipo, ovvero l’aspetto, del virus per dar vita a una variante. E’ un po’ come nel gioco di guardia e ladri: il virus cambia per non farsi arrestare”.

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