Innovazione e umanità, il nuovo anno dell’Università Cattolica

Università Cattolica
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Una “macchina pensata per generare domande, per non appagarsi delle risposte, per educare persone capaci di formulare sempre nuovi interrogativi e di essere continuamente attratte, sedotte dalla volontà di comprendere”. Sa di passione e talento la definizione di Università nelle parole del Rettore della Cattolica, Franco Anelli, in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico 2022-2023 della sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Fondata a Milano il 7 dicembre 1921, l’Università Cattolica del Sacro Cuore conta in Italia  cinque campus: Milano, Brescia, Cremona, Piacenza e Roma, dove è presente il Policlinico Gemelli Irccs. Oltre 40mila studenti di dodici facoltà fruiscono di un’offerta formativa articolata in 128 corsi di laurea, di cui 23 in lingua inglese e 36 double degree.

Ebbene, per Anelli la Facoltà di Medicina “non è pensabile senza il Policlinico Gemelli, così come la scienza medica non è pensabile dissociata dall’attività di cura. Parlare di ‘policlinico universitario’ – ha proseguito – non significa apporre un’etichetta, ma esprimere l’essenza di un progetto culturale e ideale la cui missione è quella di mettere scienza e assistenza sanitaria a disposizione di tutti, offrendo un servizio autenticamente pubblico, che purtroppo non di rado viene frainteso in ragione di una riduttiva e formalistica rappresentazione del Gemelli come ‘erogatore privato’ di prestazioni sanitarie. Una descrizione che tradisce la nostra identità e il nostro concreto operare e ci accomuna indebitamente a soggetti che si muovono in una logica profit, pienamente legittima, ma che non ci appartiene. Noi siamo un’istituzione di servizio: al servizio della scienza e delle persone”.

E se “molta riflessione antropologica, di etica fondamentale e applicata”, si è “concentrata in questi decenni sulla questione di una temuta disumanizzazione della medicina”, è necessario secondo Anelli trovare i percorsi per coniugare la grande e sempre meno dominabile potenza della tecnologia con la necessaria umanità del paziente.

Nel corso della cerimonia il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha posto l’accento “sulla capacità di riuscire a offrire una didattica di qualità, di rispondere alle istanze che provengono dalla società senza mai smarrire il proprio patrimonio di idee e valori. Questi stessi principi guidano la realtà assistenziale del Policlinico Gemelli che, coniugando qualità delle cure e inclusività, ha raggiunto efficienza e alto livello delle cure, ottenendo riconoscimenti importanti anche a livello internazionale. Un connubio che va salvaguardato e valorizzato”.

Guarda ai talenti nella sua prima relazione da Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia, Antonio Gasbarrini: “Lo scopo nel prossimo anno accademico sarà quello di formare medici e professionisti sanitari di eccellenza, capaci di affrontare ogni tipologia di paziente e di problematica legata alla salute. In questo cammino, le nostre ragazze e i nostri ragazzi potranno disporre dei più moderni sistemi di didattica, delle migliori tecnologie, di docenti colti e motivati, di un Campus dotato del Policlinico Gemelli, uno dei migliori ospedali del mondo, e di una rete di iniziative solidali che gli permetteranno di sperimentare che la salute non è solo ipertecnologia, ma è soprattutto presa in carico delle necessità basilari dell’uomo”.

Per Gasbarrini sono quattro gli obiettivi della Facoltà di Medicina: la didattica, la ricerca, l’assistenza e la solidarietà. “Quest’ultima missione è quella di cui siamo più fieri”, ha detto.

C’è spazio per l’innovazione tecnologica nella prolusione di Evis Sala, ordinaria di Radiologia all’Università Cattolica e direttrice dell’Advanced Radiology Center del Policlinico Gemelli. “Abbiamo assistito al passaggio ‘dal grigio al colore’ delle immagini radiologiche, colore non inteso in senso estetico, ma come informazioni aggiuntive al dato anatomico. Oggi le immagini, con i moderni software e algoritmi di intelligenza artificiale, sono processati e utilizzati anche in ambito clinico-assistenziale per prendere decisioni terapeutiche integrate. Con la Radiologia possiamo non solo vedere, ma anche quantificare”. In conclusione, per Sala “il futuro che nasce dalla nuova Radiologia farà sì che nella consultazione con i pazienti potremo essere non solo più efficienti, ma anche più precisi e integrati, grazie a un data base in continuo arricchimento”.

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