Influenza dei record, più di 10 mln contagiati

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Mamme, papà e soprattutto bambini. Quella di quest’anno è davvero l‘influenza dei record. Non solo per i numeri, che in Italia hanno surclassato le precedenti stagioni, ma anche per la durata.

Secondo l’ultimo rapporto dei medici sentinella Influnet, infatti, i casi stimati di sindrome similinfluenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono stati circa 485.000 in una settimana, per un totale di oltre 10 milioni di casi (per la precisione 10.153.000) a partire dall’inizio della sorveglianza. Una ‘coda’ notevole: se consideriamo che le stagioni medio alte totalizzavano 6-8 mln di casi, possiamo avere un’idea della diffusione dell’influenza quest’anno.

Anche se nel totale, precisano come sempre i medici nel report dell’Istituto superiore di sanità, dobbiamo conteggiare anche altri virus respiratori, da quello sinciziale a Sars-Cov-2. 

Incidenza stabile

I dati sono relativi alla settimana dal 6 al 12 febbraio, e la cattiva notizia è che l’incidenza dell’influenza è ancora sopra la soglia basale (3,16 casi per mille assistiti). E in alcune regioni – Piemonte, Toscana, Marche e Abruzzo – supera i dieci casi per mille assistiti.

Insomma, nonostante il picco sia arrivato in anticipo, l’influenza circola ancora: il dato è stabile e pari a 8,2 casi per mille assistiti (era di 8,4 per mille nella settimana precedente) e nella fascia di intensità bassa.

Lieve calo fra i bambini

La buona notizia è che il dato è lievemente in calo fra i bambini, anche se quelli sotto i cinque anni restano i più colpiti: l’incidenza è di 23,2 casi per mille assistiti (contro 25,5 per mille nella settimana precedente).

A 5-14 anni si scende a 10,75, mentre a 15-64 anni siamo a 7,86 e tra gli over 65 anni a 3,70 casi per mille assistiti. Quest’anno gli anziani sono stati decisamente i meno colpiti dall’influenza.

L’allarme aviaria

Intanto cresce in Italia la circolazione di un altro virus: l’H5N1 dell’influenza aviaria. Il patogeno circola fra gli uccelli selvatici, ma il rischio è che questi possano trasmettere il virus agli allevamenti avicoli.

Secondo del Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il ministero della Salute ha diffuso una nota in cui invita a rafforzare la sorveglianza degli esemplari selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti di pollame. Al momento, comunque, non ci sono casi negli allevamenti italiani. Anche se, come ci ha insegnato Covid-19, il rischio del slato di specie è sempre dietro l’angolo.

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