Morbillo e rosolia, la strana scomparsa dei contagi in Italia

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Quando parliamo di salute è bene guardare ai numeri. Nel caso di morbillo e rosolia, malattie esantematiche che comportano rischi per la salute e per le quali esistono dei vaccini obbligatori in Italia, i numeri raccontano una storia curiosa. Nel 2022, infatti, in Italia abbiamo avuto appena 18 casi di morbillo e 7 di rosolia. Pochi, in effetti. Ma come mai questi virus sono praticamente scomparsi?

Il fenomeno è collegato a Covid-19, secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità che lo hanno analizzato in uno studio scientifico. Non tanto al virus in sè, quando alle misure di distanziamento messe in atto in questi anni. Ma vediamo nei dettagli cosa ci raccontano i dati.

I numeri del 2022

Dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno passato sono stati segnalati al sistema di sorveglianza integrata morbillo-rosolia, coordinata dal Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) appena 18 casi di morbillo da 7 Regioni. Un terzo si è verificato nel mese di ottobre 2022. L’età media è di 29 anni, 13 pazienti avevano tra 15 e 64 anni ma l’incidenza più elevata si è osservata nella fascia 0-4 anni.

Inoltre, 5 dei casi segnalati si sono verificati tra operatori sanitari e 16 dei contagiati non erano vaccinati. Nello stesso periodo di osservazione, sono stati segnalati 7 casi di rosolia da altrettante Regioni, con un’età media di 9 anni.

I precedenti

Quali erano in Italia i numeri di morbillo e rosolia prima di Covid? Dall’inizio del 2013 – si legge sul bollettino dell’Iss – sono stati segnalati 14.916 casi di morbillo di cui 2.270 nel 2013, 1.695 nel 2014, 256 nel 2015, 862 nel 2016, 5.397 nel 2017, 2.683 nel 2018, 1.622 nel 2019. Dopodichè è arrivata la pandemia: i casi sono stati 105 nel 2020, 8 nel 2021 e 18 nel 2022.

In pratica, dopo essersi ridotti in un primo momento, in seguito alla Legge Lorenzin del giugno 2017, i contagi di morbillo e rosolia sono ‘scomparsi’ con la pandemia.

L’andamento ciclico

Non è tutto. L’analisi degli esperti segnala un andamento ciclico del morbillo, con picchi epidemici (oltre 300 casi) nei mesi di giugno 2013 e gennaio 2014, una diminuzione del numero di casi segnalati nel 2015 (range 11-45 casi), una lieve ripresa nel 2016, e un nuovo picco di 973 casi a marzo 2017. Dopo una progressiva diminuzione dei casi, a gennaio 2018 si è verificata una nuova ripresa della trasmissione che ha raggiunto il picco ad aprile 2018 con 495 casi, per poi diminuire progressivamente fino a raggiungere 56 casi nel mese di settembre 2018. Il numero di casi è rimasto pressoché stabile nei mesi successivi fino a dicembre 2018 (range 56-82 casi). Nel mese di gennaio 2019 il numero di casi segnalati è raddoppiato rispetto al mese precedente. Il trend in aumento è proseguito nei mesi successivi, con un picco nel mese di aprile 2019. Da maggio a dicembre 2019 si nota una progressiva diminuzione dei casi. Un nuovo aumento è stato registrato a gennaio 2020, ma nei mesi successivi il numero di casi è diminuito, con soli 105 casi segnalati nel 2020, 9 casi nel 2021 e 18 nel 2022

L’analisi

Che cosa sta accadendo? In un articolo pubblicato a febbraio 2023 sulla rivista Vaccine, gli autori – fra i quali Antonino Bella e Giacomo Facchin – esaminano proprio l’andamento dei casi di morbillo durante la pandemia di Covid-19. Secondo gli esperti dell’Iss il calo osservato rispetto al periodo pre-pandemico è stato molto probabilmente causato dalle misure non farmacologiche messe in atto per prevenire la trasmissione di Sars-CoV2.

Ora però mascherine e distanziamento sono stati archiviati. Dunque, se per una volta Covid-19 ha avuto un impatto positivo, è facile prevedere che questi virus torneranno a circolare. Ecco perché gli scienziati sottolineano l’importanza di garantire elevate coperture vaccinali contro il morbillo e la rosolia, per evitare il rischio di future epidemie. Ricordiamo che il morbillo e la rosolia possono determinare gravi complicanze.

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