Covid in Italia, virus in frenata e vaccini in stallo

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Il virus pandemico è in frenata, ma c’è ancora. Lo sanno bene i circa 27mila italiani colpiti nella settimana a cavallo tra fine febbraio e inizio marzo. Ma dopo una settimana in controtendenza, tornano a scendere i contagi di Covid-19 nel nostro Paese.

Anche i numeri degli ospedali restano molto contenuti, in un quadro di endemia che attende solo la certificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Covid, insomma, non fa più paura. E in tanti fanno il confronto con l’influenza australiana, che quest’anno ha colpito duramente. Risultato? I vaccini sono ormai in stallo. A ‘certificarlo’ sono gli ultimi dati del monitoraggio di Fondazione Gimbe. 

I numeri

Nella settimana 24 febbraio-2 marzo, rispetto alla precedente, abbiamo una diminuzione di nuovi casi Covid: 26.658 contro 29.438. Scendono anche i decessi (228 contro 244) e le persone in isolamento domiciliare (144.636 contro 165.641). Stabili i ricoveri con sintomi (3.297 contro 3.331), mentre aumentano di poco le terapie intensive (137 contro 133). In dettaglio:
Decessi: 228 (-6,6%)
Terapia intensiva: +4 (+3%)
Ricoverati con sintomi: -34 (-1%)
Isolamento domiciliare: -21.005 (-12,7%)
Nuovi casi: 26.658 (-9,4%)

“Dopo l’aumento della settimana scorsa – afferma il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – si registra un nuovo calo (-9,4%) dei nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Da oltre 29 mila nella settimana precedente scendono a oltre 26 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 3.800 casi al giorno“. I nuovi casi sono in aumento in 4 Regioni: dal +5% del Molise al +63,2% della Valle d’Aosta. In calo le restanti 17 Regioni: dal -0,6% della Sicilia al -22,4% della Provincia Autonoma di Trento.

Che ci sia stata un’ondina lo dimostra anche l’aumento del numero dei tamponi totali (+5,3%): da 506.295 della settimana 17-23 febbraio a 533.212 della settimana 24 febbraio-2 marzo.

Gli ospedali

Su questo fronte, come precisa Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione, “si segnala una sostanziale stabilità dei ricoveri in area medica (-1%), mentre sono in lieve risalita quelli in terapia intensiva (+3%)”. Ma parliamo di numeri estremamente contenuti.

Al 2 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 5,2% in area medica (dall’1,7% della Lombardia al 13,4% dell’Umbria) e dell’1,4% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta al 4,4% della Sardegna). “In lieve aumento gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 17 ingressi/die rispetto ai 13 della settimana precedente”.

I vaccini

Sono proprio i dati degli ospedali a dirci che, anche in questo quadro decisamente non allarmante, il virus di Covid-19 può ancora fare danni. Ma la campagna vaccinale resta in stallo. Gimbe calcola che Al 2 marzo sono 8,63 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 8,28 milioni attualmente vaccinabili.

Se gli italiani hanno risposto positivamente e in massa al richiamo in passato, con Omicron 5 e le sue sottovarianti le cose sono cambiate. Forse è bene ricordare però che in ospedale per Covid troviamo soprattutto anziani e fragili, soggetti nei quali questo virus può ancora creare seri problemi.

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