Pelle, a Roma arriva la ‘biopsia virtuale’

Ketty Peris
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Oggi parliamo di dermatologia, o meglio di una strategia innovativa e indolore per la diagnosi precoce delle lesioni della pelle. Con la pandemia, gli screening e i controlli hanno subito una battuta d’arresto: così oggi sono in aumento le diagnosi di tumori – anche quelli della pelle – che si individuano oltretutto in fasi più avanzate. In questa situazione un aiuto arriva dalla tecnologia. 

Il nome è di quelli complicati: LC-OCT (Line-field Confocal Optical Coherence Tomography), ma si tratta di uno strumento innovativo che consente di realizzare una sorta di biopsia virtuale di un nevo in appena 15 minuti, per la diagnosi precoce dei tumori della pelle.

L’apparecchio è stato acquistato dall’Uoc di Dermatologia del Policlinico Gemelli Irccs della Capitale, diretta da Ketty Peris, ordinario di Dermatologia all’Università Cattolica, campus di Roma.

Come funziona

L’esame si effettua in ambulatorio su persone di tutte le età, anche in gravidanza e può essere ripetuto nel tempo. Il manipolo dello strumento può essere appoggiato su tutte le aree del corpo tranne cuoio capelluto, pianta del piede e palmo delle mani. Servono 15 minuti per analizzare ogni singola lesione (nevo o altra formazione). L’interpretazione della natura benigna o maligna della lesione sospetta è immediata: il paziente esce dall’ambulatorio con la diagnosi.

Un approccio pionieristico

“Siamo tra i pochissimi In Italia a disporre di questo apparecchio in Italia e, al momento, siamo gli unici nel Lazio – afferma la professoressa Ketty Peris (nella foto con i dottori Alessandro Di Stefani, Simone Cappilli e Luca Pellegrino – La LC-OCT consente di effettuare, in maniera del tutto indolore e non invasiva, una vera e propria biopsia virtuale. Ma questa metodica è ancora oggetto di ricerca e, come tale, non è ancora entrata appieno nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia che si sta definendo, soprattutto per quanto riguarda i criteri utilizzati per la diagnosi e noi facciamo parte di un ristretto gruppo europeo, un network di collaborazione, che sta lavorando alla standardizzazione dei criteri diagnostici di una serie di tumori della pelle, attraverso questa metodica. Siamo insomma tra i pionieri della LC-OCT”.

I vantaggi

Ma rispetto all’epiluminescenza quali sono i vantaggi di questa tecnica? “La LC-OCT – spiega Peris – consente di ‘vedere’ le lesioni più in profondità e di osservare tutti gli ‘strati’ della lesione, come se facessimo una Tac. In questo modo si ottiene un’immagine a elevata risoluzione che permette di portare l’esame fin quasi al livello delle singole cellule (‘biopsia virtuale’). Con l’epiluminescenza si studia la forma, il colore e le strutture della lesione; con la LC-OCT riusciamo a vediamo l’architettura (citomorfologia), la disposizione delle cellule al suo interno”.

L’apparecchio permette di studiare le lesioni cutanee dall’alto verso basso, in proiezione frontale e in 3D. Inoltre ha una risoluzione altissima e di poter estendere l’esame a una profondità impossibile con le metodiche precedenti.

“In futuro – spiega Peris – con questa metodica studieremo anche le malattie infiammatorie della cute, mentre sul fronte delle lesioni tumorali la stiamo utilizzando per la diagnosi di melanoma, carcinoma basocellulare, squamocellulare e cheratosi attiniche. Sarà molto utile non solo per fare diagnosi, ma anche per monitorare l’effetto delle terapie. Stiamo inoltre valutando se, attraverso questo esame, sia possibile anche stabilire precisamente l’infitrazione e i margini delle lesioni tumorali prima dell’asportazione chirurgica”, conclude l’esperta.

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