Telemedicina per ripopolare i piccoli borghi

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Tecnologia alleata per frenare lo spopolamento dei piccoli centri italiani. Sembra curioso, ma in realtà la telemedicina può essere preziosa da questo punto di vista, avvicinando davvero le cure ai cittadini, anche quelli che vivono in zone isolate.

Il teleconsulto, ‘decollato’ negli anni di pandemia, è ormai una pratica utilizzata dal 47% dei medici specialisti e dal 39% dei medici di medicina generale. Segue la vera e propria tele-visita, quindi una visita medica effettuata a distanza, in molti casi in video chiamata; poi il tele-monitoraggio, che consiste nel controllo a distanza dei parametri di un paziente, sistema utilizzato dal 23% degli specialisti e dal 43% dei medici di medicina generale. I dati dell’Osservatorio Digitale del Politecnico di Milano parlano chiaro. Si sta andando verso un utilizzo sempre maggiore della telemedicina.

“Un segnale che ci dice che il settore è destinato a crescere”, ha detto Fabio Miraglia, presidente del Gruppo Sanitario Giomi Next e fondatore della Società di Sanità Digitale MYG, un progetto di sanità digitale pensato, appunto, per ripopolare i borghi italiani.

L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità ha stimato che, grazie al potenziamento dei servizi di telemedicina, “sarebbe possibile risparmiare 48 milioni di ore oggi sprecate in spostamenti evitabili – ha ricordato Miraglia – che sale a quota 66 milioni di ore se si considera che il 35% dei pazienti viene accompagnato dal medico da un caregiver”.

Il caso di Tolfa

“La telemedicina – è convinto Miraglia – può e deve essere motivo di ripopolamento dei borghi, culla della storia italiana, e strumento di sostenibilità delle piccole comunità, nonché acceleratore del turismo. Per questo la nostra Rivoluzione Digitale della Salute mette al centro Comuni come Tolfa per arrivare a innovare un intero sistema. Non ci saranno più aree di serie A e di serie B e gli abitanti anche dei borghi più isolati, dove è in corso un rapido e progressivo spopolamento, potrebbero usufruire di tutta l’assistenza di cui hanno bisogno”.

Come ha precisato Miraglia, “la prestazione da remoto, naturalmente non sostituisce quella sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per potenzialmente migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza se consideriamo che la problematica delle malattie croniche sta diventando sempre più centrale e prioritaria. Si tratta di un passo concreto verso una vera e propria democratizzazione della sanità su tutto il territorio italiano. Grazie alla telemedicina è possibile attivare una rete ospedale-medici-territorio, per monitorare i pazienti, assisterli nelle malattie croniche e favorire la prevenzione”.

Gli strumenti

MyG darà la possibilità ai cittadini che ne avessero bisogno di collegarsi a varie piattaforme per essere sottoposti al monitoraggio di diversi parametri vitali come la pressione del sangue, l’ossigenazione, la glicemia, la temperatura, dati che saranno condivisi in piattaforma e controllati dai medici (Gbody).

Con Gdoctor, invece, le persone potranno prenotare visite con specialisti o medici di base. Inoltre ci si potrà sottoporre anche ad un ECG per il controllo delle aritmie.

L’impegno di Giomi Next mira a costruire un sistema socio-sanitario efficiente orientato ai reali bisogni degli utenti grazie alle eccellenze tra medici e strutture appartenenti al gruppo stesso.

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