L’abbiamo chiamata l’influenza dei record, e in effetti quest’anno il virus – che ha colpito in modo importante – si è trascinato fino ad aprile, registrando un numero imponente di contagi: siamo arrivati a superare i 13 milioni di italiani colpiti, seconde le stime dei medici sentinella diffuse dall‘Istituto superiore di sanità (Iss).
Nella settimana dal 27 marzo al 2 aprile i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono stati circa 301.000, per un totale di 13.004.000 di casi a partire dall’inizio della sorveglianza.
Una stagione dalla coda lunghissima
“Se negli anni scorsi, in questi giorni, la stagione poteva dirsi chiusa, quest’anno si protrarrà almeno sino a fine aprile” ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit). “Occorrerebbe monitorare la situazione per capire se siamo di fronte ad un unicum, o se l’attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente”.
I dati e la lenta discesa
L’influenza quest’anno ha segnato il più alto numero di contagi in 23 anni, fin da quando è attivo il monitoraggio dell’Iss. Attualmente la curva delle sindromi simil-influenzali “continua la sua lenta discesa“, ma l’andamento è stato “anticipato rispetto alle precedenti stagioni”, dicono i medici Influnet.
Abbiamo 5,1 casi per mille assistiti (contro 5,8 nella settimana precedente), con una lieve diminuzione soprattutto nei bambini sotto i cinque anni: 15,4 casi per mille assistiti, contro i 17,8 nella settimana precedente.
Se a Trento e in Molise l’incidenza è tornata al livello base, nel resto delle Regioni italiane l’influenza si mantiene a un livello di intensità media. Insomma, anche a Pasqua c’è chi si troverà a fare i conti con febbre alta, dolori alle ossa e tutti i sintomi dell’influenza dei record.
