Autismo e ingresso nel mondo del lavoro, parla Tony Atwood

Aboca banner articolo

Tutte le transizioni della vita della persona con autismo, anche quelle che portano all’ingresso nel mondo del lavoro, vanno accompagnate da una precisa pianificazione che parta dalla consapevolezza della peculiarità di questa patologia. Lo ha spiegato bene lo psicologo clinico britannico Tony Atwood, che vive e lavora nel Queensland (Australia) ed è considerato il massimo esperto della sindrome di Asperger, in occasione del recente convegno a Milano “Autismo al lavoro”, dove si è posto l’accento sulle considerazioni da fare quando la persona autistica passa dall’adolescenza all’età adulta e, quindi, va ad affermare un nuovo se stesso che deve affrontare sfide, talvolta davvero enormi.

Tutto deve partire dal considerare che “una delle caratteristiche tipiche dell’autismo è proprio la difficoltà ad affrontare i cambiamenti. Che già sono complessi per tutti gli adolescenti, ma che per l’autistico diventano vere e proprie montagne da oltrepassare”, ha evidenziato lo psicologo.

Tra le problematiche maggiori che la persona con autismo deve affrontare c’è l’ansia. Quella da prestazione, quella per l’ignoto di ciò che l’aspetta, quella generata da nuovi ambienti spesso caotici, convulsi, veloci e affollati. Troppo veloci, troppo affollati per chi è affetto da autismo.

Ecco perché nella scelta della formazione e della possibile carriera professionale la persona con autismo, supportata dalla famiglia e dai professionisti, si dovrà avere l’accortezza di assecondare da un lato le inclinazioni del singolo, ma anche di considerare luoghi e contesti in cui una determinata professionalità si potrà trovare la propria espressione e il proprio collocamento.

“La persona autistica tende a non riuscire a esprimere i propri sentimenti con le parole. Ma è molto brava a farlo con altri linguaggi, come la musica o le arti figurative dove gli stati d’animo trovano una giusta corrispondenza espressiva. Nel considerare i percorsi di carriera per una persona autistica si possono quindi tenere presenti i percorsi musicali come quello del cantautorato, dove l’espressione del sé può essere completa. Molti autistici esprimono poi interesse per ambiti formativi e professionali come l’archeologia, antropologia e la psicologia”.

Ciò che avviene per qualsiasi adolescente che diventa adulto, il percorso da affrontare per capire il nuovo se stesso e la direzione che si dovrà prendere nella vita adulta, è ancora più arduo nel caso di una persona autistica. Lo scoglio principale da affrontare è la comprensione di chi si sta diventando.

Ha spiegato Atwood: “Esplorare correttamente se stesso aiuta il giovane autistico a scegliere la giusta strada lavorativa. Ciò è importante per evitare il più possibile l’ansia e lo stress quando sarà sul luogo di lavoro, che per un autistico possono trasformarsi facilmente in burnout. Al contempo è bene sapere che l’autistico ha un senso di inadeguatezza molto superiore rispetto agli altri. Quindi, sfide lavorative lontane dal proprio essere possono essere fonte di profonda frustrazione. Che può portare all’isolamento all’interno di mondi alternativi, dove egli si sente ben accetto. Altre volte l’autistico può vivere la quotidianità in maniera opposta rispetto alla depressione: si può sentire intellettualmente superiore agli altri, esprimendosi in una certa forma di arroganza che può creare isolamento nell’ambiente lavorativo”.

Troppo spesso inoltre l’autismo non viene diagnosticato correttamente e precocemente, ha avvertito l’esperto australiano. Questo porta a ritardare questo processo di autoconsapevolezza della propria condizione. Che, nel mondo lavorativo, può causare problemi “perché si rischia la richiesta di performance troppo intense, o per meglio dire non adeguate, a quanto un autistico può sopportare”.

Un esempio portato da Atwood permette di comprendere meglio. La persona autistica spesso è in grado di perseguire l’obiettivo che gli viene dato fino al suo raggiungimento. È molto metodica e precisa nel suo lavoro. E per questo può essere una valida risorsa. Per poter dare il meglio di sé deve però trovarsi nelle condizioni giuste. Può risultare il migliore a svolgere un lavoro in solitaria. Mentre può trovarsi in estrema difficoltà a dover governare un team perché ciò comporta un ampio lavoro di relazione continua.

Ecco quindi che la scelta del lavoro deve tenere presente le caratteristiche personali ed emozionali della persona autistica. Che deve essere guidata verso le professioni e i luoghi professionali dove possa esprimersi al meglio senza inutili sofferenze. “Per esempio – ha detto ancora Atwood – non andranno bene contesti open space con decine di persone che lavorano insieme e il relativo inquinamento acustico e affollamento, perché sarebbe fonte di distrazione e di ansia per l’autistico, che porterebbe a scarse performance ma soprattutto al suo isolamento. Sempre per la questione della gestione dello stress, bisognerebbe privilegiare lavoro part-time. Valutando un eventuale passaggio al full-time in un secondo tempo”.

Certamente si tratta di capire come riuscire a valorizzare al meglio le potenzialità così particolari delle persone con autismo. Non ultimo quando si deve cercare lavoro e sostenere un colloquio per l’impiego.

E qui la domanda sorge spontanea: palesare o no la propria condizione? Risponde Atwood: “Talvolta è meglio non farlo, almeno in prima battuta, se siamo a conoscenza di un numero elevato di candidati. Questo evita di essere scartati in caso il datore di lavoro nutra qualche riserva rispetto all’autismo. Qualora si voglia dichiararlo, è molto importante evidenziare i vantaggi che il datore di lavoro avrebbe facendo entrare nella propria azienda una persona autistica. Il fatto di essere capaci di grande concentrazione e di puntare sempre all’obiettivo fino a raggiungerlo potrebbe rappresentare un valore aggiunto”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.