Bellezza e social, la medicina estetica tra filtri TikTok e pentiti del ritocco

medicina estetica
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Pazienti giovani (e non) che arrivano armate di foto ritoccate su TikTok, puntando a un nasino da rinofiller – ovvero a punta e senza asimmetrie – labbra alla russa o occhi da gatta. Se qualche decennio fa si guardavano alle dive del cinema o alle super modelle, nell’epoca dei social la bellezza fa i conti con modelli virtuali (e talvolta irreali), influencer e star del web. Una tendenza con la quale la medicina estetica, suo malgrado, si trova a fare i conti.

A puntare il dito sul boom di richieste “francamente inquietanti, alle quali troppo spesso oggi il medico estetico dice di sì”, è un battagliero Emanuele Bartoletti, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica, aprendo a Roma la 44.ma edizione del Congresso.

Il 44.mo Congresso Sime

La trasformazione della medicina estetica

La vita virtuale e l’eposizione sui social non ci ha cambiato solo la vita. Ad essersi trasformato è il gusto, insieme alla stessa idea della bellezza. Basta guardarsi intorno per vedere volti omologati: nasini minuscoli, bocche enormi e zigomi sporgenti. Non è solo un problema di richiesta: dall’altro lato della scrivania c’è qualcuno che dice di sì. “Ci rendiamo conto che l’estetica e il buon gusto iniziano a mancare negli operatori della medicina estetica – segnala Bartoletti – Questa mancanza di eleganza da parte degli operatori si riflette, ovviamente, sulla cultura del pubblico. Per questo, va riportata l’attenzione sulla medicina estetica nel giusto modo”.

Se fatta in maniera corretta, la medicina estetica non può prescindere da un approccio diagnostico, “non è strano durante le visite riscontrare pre diabete, ipertensioneo altre patologie. Seguono tutta una serie di valutazioni morfo-antropometriche che vanno fatte a cominciare dalla valutazione posturale, importantissima anche anche nei soggetti giovani”. Per Bartoletti la medicina estetica ha una valenza soprattutto preventiva, “una sorta di manutenzione. Poi, naturalmente, si può intervenire quando serve, ma senza stravolgere i tratti”.

Il panel Sime

L’effetto Zoom e le ‘sirene digitali’

Ora però a trainare la domanda sono ancora l’effetto Zoom e le ‘mode’ imposte dai social. Le call a distanza evidenziano le piccole imperfezioni del volto, come sotto una lente di ingrandimento. E le influencer promuovono una serie trattamenti dei quali sono spesso  testimonial, dando luogo ad un effetto ‘copycat’.

I profili di quelle che la Sime ha ribattezzato ‘sirene digitali’ sono spesso delle vetrine per tecniche e trattamenti anti-aging, sdoganati a tutte le età e considerati ormai parte integrante delle routine di bellezza. Al punto che ormai, girare per negozi o palestre con i ‘segni’ di un trattamento estetico non è più qualcosa da nascondere, ma addirittura da esibire.

Emanuele Bartoletti

“La medicina estetica – ribadisce Bartoletti – sta andando sempre più verso una ‘medicina di trasformazione’. Ma questo è profondamente sbagliato. Non deve trasformare, ma piuttosto correggere i difetti che via via si presentano, oltre eventualmente a quelli ‘costituzionali’. E dovrebbe limitarsi a questo appunto, a correggere i difetti. Non a trasformare un volto”.

Parola d’ordine: new natural

“Gli americani che sono stati i primi a ‘trasformare’ i visi delle pazienti – afferma il professor Bartoletti – adesso stanno tornando indietro; la nuova tendenza è proprio la ricerca di un effetto più ‘naturale’. L’opposto di quanto sta succedendo da noi, insomma. La tendenza alla ‘trasformazione’ deve essere bloccata, sia educando i medici, che i pazienti: può portare a risultati grotteschi. Anche se un trattamento è ben eseguito, se non è armonico, non risulta naturali. Nel nostro campo, le esagerazioni vanno assolutamente evitate. Spesso però notiamo che sui social vengono pubblicizzati risultati secondo noi del tutto inaccettabili, soprattutto a livello delle labbra, su pazienti che non avrebbero alcun bisogno di aumentare il volume, ma eventualmente solo di distenderle e che finiscono invece per essere stravolte, alla ricerca di un cosiddetto effetto ‘sexy’”.

I filler permanenti

No anche ai volti troppo ‘riempiti’ di filler, soprattutto a livello dello zigomo, nell’intento di ‘risollevare’ la cute. Questo sta portando molti a rivalutare il ‘lifting’ chirurgico tradizionale. Bartoletti poi ha annunciato una novità su questo fronte: “E’ stato bandito uno dei pochi filler permanenti rimasti. Ma non è tutto: abbiamo presentato una richiesta per la messa al bando totale a livello europeo di questi prodotti. Se entro sei mesi l’Europa non avrà deciso, l’obiettivo è bandirli almeno in Italia”.

Se anche i medici estetici sono social

Non solo influencer: negli ultimi tempi c’è una presenza sempre più importante di medici sulle piattaforme social che, oltre ad auto-promuoversi, contribuiscono a fornire info certificate sui vari trattamenti e sulle realistiche aspettative di successo degli stessi. Un medico non può comunicare con il linguaggio delle influencer, ma può sfruttare i social media per informare ed educare ad una narrativa della medicina più ‘ortodossa’ e corretta.

“Come Sime crediamo che sia necessaria un’azione importante da parte delle società scientifiche e degli ordini dei medici, affinché queste comunicazioni, che sono completamente alterate rispetto all’estetica, all’etica e alla correttezza”, ha esortato il presidente.

Trattamenti estetici dal dentista

Bartoletti non nasconde infine le sue perplessità sulla misura del ddl Semplificazioni che consente agli odontoiatri di effettuare anche attività di medicina estetica non invasiva o mininvasiva in specifiche parti del viso. “Dietro ogni terapia c’è un rischio di complicanza. Il problema è salvaguardare i pazienti. Ecco perché cercheremo di attenzionare questa condizione di anormalità. Il problema saranno le competenze e la formazione”. Per avere un’idea, sono circa 2000-2500 i medici estetici diplomati in italia, mentre i trattamenti di medicina estetica sono eseguiti da circa 5mila specialisti, ha concluso Bartoletti.

 

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