Come nel gioco del domino, le tessere della donazione degli organi questa volta sono finite al posto giusto, salvando la vita a due persone. Da Torino arriva la notizia di un eccezionale trapianto domino di cuore da vivente: un paziente ha ricevuto un cuore e due polmoni nuovi e, a sua volta, ha donato il suo cuore a un’altra paziente.
La ‘staffetta’ è avvenuta a Torino alcuni giorni fa, ‘innescata’ da un trapianto del blocco cuore-polmoni, con gli organi arrivati da Roma. “Attualmente i due pazienti stanno migliorando ed il loro decorso appare regolare”, fanno sapere i sanitari dalle Molinette di Torino.
Non si tratta di un intervento diffuso. “Dopo quasi trent’anni che non si effettuava in Italia, il trapianto di cuore domino si è nuovamente dimostrato una strategia “semplice” per risolvere un problema complesso”, sottolineano dalla struttura.
I protagonisti
Un giovane paziente di 43 anni, affetto da una grave patologia polmonare, è stato sottoposto ad un trapianto associato del cuore e dei due polmoni e il suo cuore ‘originale’ anziché essere scartato, è stato trapiantato in una donna di 51 anni con una grave malattia cardiaca terminale.
Il paziente di 43 anni, affetto da Sindrome di Young, è siciliano ma decide alcuni anni fa di affidarsi alle cure del Centro Trapianti di cuore e polmone dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretto da Mauro Rinaldi. Le analisi mostrano ai medici che il solo trapianto dei polmoni non è praticabile per una grave discrepanza di dimensioni del torace di sinistra rispetto a quello di destra. L’unica possibilità è sostituire l’intero blocco cardio-polmonare.
Ma questo vorrebbe dire ‘sprecare’ un cuore giovane, non malato. Così i medici decidono di trapiantarlo in un secondo paziente. Intanto il giovane sta male, viene ricoverato in ospedale più volte, ha bisogno di ossigeno e presenta infezioni ricorrenti. La famiglia si trasferisce a Torino, ma l’attesa è lunga e si decide di tornare in Sicilia. In pandemia il paziente si infetta, ma fortunatamente sopravvive. Continua, però, a peggiorare.
L’appello
A dicembre 2022 il paziente viene ritrasferito alle Molinette. Poco prima di Capodanno sta molto male e viene ricoverato nella Terapia Intensiva della Cardiochirurgia, dove viene intubato e attaccato al ventilatore meccanico. Parte un appello nazionale per un trapianto urgente di cuore e polmoni. Trovare tre organi idonei non è facile. Fortunatamente, la funzione polmonare, seppur grave, si stabilizza.
A fine di aprile il Centro Regionale Trapianti segnala, su indicazione del Centro Nazionale Trapianti, la disponibilità di un blocco cuore-polmoni di un donatore di Roma.
Il trapianto domino
Una équipe della Cardiochirurgia parte per il prelievo, il paziente viene trasferito in sala operatoria e viene chiamata in ospedale la seconda ricevente: una donna affetta da Displasia Aritmogena biventricolare. E’ un’organizzazione complessa.
I due malati sono pronti e gli organi arrivano a Torino. L’intervento del blocco cuore-polmone “è particolarmente complesso – fanno sapere i sanitari – i polmoni sono gravemente danneggiati, il torace è asimmetrico e poi non bisogna lesionare il cuore”. L’operazione, eseguita dal professor Mauro Rinaldi con l’aiuto del professor Massimo Boffini dura oltre dieci ore e riesce perfettamente: il cuore e i polmoni nuovi vengono impiantati e subito dopo, nell’altra sala operatoria, il cuore appena espiantato trova ‘casa’ nel petto della paziente.
Si è detto orgoglioso di questo complesso intervento il direttore generale della Citta della Salute di Torino, Giovanni La Valle, ricordando che il trapianto di cuore non possa realizzarsi che da donatore deceduto, se non in questa rarissima situazione, dove il donatore vivente ha dato una speranza di vita a una persona, come lui, in attesa di trapianto. Una prova di buona sanità che raccontiamo con piacere.
