Salute umana, animale e dell’ambiente, nasce l’Intergruppo parlamentare One Health

La salute dell’uomo è strettamente connessa e dipendente da quella dell’ambiente e degli animali, in un processo circolare che influenza tutte queste componenti. È il concetto di ‘One Health’, che, nella visione dell’Oms, dovrebbe portare ad “un approccio integrato e unificante per bilanciare e ottimizzare la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente”. E che sia tempo di cambiare registro, passando dalla presa di coscienza, all’azione, ce lo ricordano anche l’esperienza di Covid-19 e le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla nuova geografia di alcune malattie, un tempo tropicali e oggi endemiche anche alle nostre latitudini; per non parlare poi delle fonti energetiche che possono mettere a dura prova la sostenibilità ambientale. È da queste riflessioni e dall’urgenza di mettere a terra una serie di azioni concrete per promuovere in maniera sinergica questa ‘salute unica’ che nasce l’Intergruppo Parlamentare ‘One Health’, promosso dagli onorevoli Luciano Ciocchetti e Ylenja Lucaselli e presentato oggi presso la Camera dei Deputati.

L’Intergruppo, al quale hanno aderito finora 25 tra Senatori e Deputati, sarà affiancato da un Comitato Tecnico-Scientifico formato da esperti di diversi settori, con funzioni consultive e di raccordo con un Gruppo di lavoro, formato da associazioni, federazioni e società scientifiche. Compito del CTS sarà proporre argomenti di discussione e approfondimento, promuovendo un’attenta valutazione dello stato dell’arte sul tema, in termini legislativi, socio-economici e culturali, oltre che scientifici e tecnologici. Una piattaforma online dedicata permetterà alle diverse anime e componenti del gruppo di condividere idee, proposte e contenuti. 

Obiettivo dichiarato dell’Intergruppo è arrivare, entro fine legislatura, a definire dei provvedimenti in grado di introdurre un modello di governance per superare l’attuale frammentazione che caratterizza le iniziative a tutela della salute ambientale, umana e animale. La sfida è dunque quella di inserire la componente ambientale nelle agende delle istituzioni che si occupano di salute.

L’incontro per la presentazione dell’Intergruppo One Health, ha fornito anche l’occasione per discutere del futuro delle politiche ambientali e sanitarie, nazionali e comunitarie. 

Un momento della presentazione dell’Intergruppo One Health, da sinistra: Ylenja Lucaselli, Margherita Lopes (Fortune Italia), Gilberto Pichetto Fratin

“Questo è un momento cruciale – sostiene il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – per operare scelte nazionali e mondiali volte a contrastare l’effetto dell’uomo sui cambiamenti climatici, con le gravi conseguenze sugli equilibri e le biodiversità. La parola d’ordine dunque è difendere l’ambiente e la biodiversità. Questo potrebbe dare anche un grande contributo sul fronte della salute. Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti. Nell’arco di pochi giorni siamo passati da una grave siccità alle alluvioni; fenomeni un tempo ritenuti straordinari, oggi non lo sono più e vanno affrontati da parte nostra con un impegno maggiore nel trovare i percorsi per adattarci e soprattutto per mitigarli. L’ambiente è anche uno dei temi conduttori della ‘Laudato sì’ di Papa Francesco, una traccia fondamentale che dovremmo seguire. Un altro importante aspetto da considerare è l’energia, l’altra faccia della medaglia dell’ambiente, perché il legame energia-salute è immediato. Il contributo che ci aspettiamo da questo Intergruppo è dunque una lettura il più possibile oggettiva delle azioni e un operato ispirato da un confronto chiaro e leale, senza pregiudizi”.

Clima e mitigazione dei danni, le priorità di Pichetto Fratin: analisi serie per affrontare la realtà

“Abbiamo toccato con mano – dichiara l’onorevole Luciano Ciocchetti – l’impatto che ha avuto un virus animale sulla salute umana: è arrivato dunque il momento di unire le forze e disegnare una strategia integrata italiana per la difesa della salute umana, animale e ambientale, alle prese con i sempre più evidenti sconvolgimenti legati al cambiamento climatico.  Solo così la lezione di Covid-19 – prosegue Ciocchetti – non andrà persa, ma anzi, ci permetterà di difendere il nostro Paese e il nostro pianeta da eventuali future minacce. Mi fa piacere sottolineare la sensibilità degli esponenti delle diverse forze politiche che hanno aderito e stanno aderendo con entusiasmo a questo intergruppo, che intende mettere il tema dell’approccio One Health davvero sotto i riflettori, in coerenza con le indicazioni di Oms, Fao e Woah”. 

Una sinergia insomma, che deve scaturire da un’azione politica bipartisan, che metta al centro il valore della prevenzione dei disastri ambientali e delle malattie. Un approccio olistico e sinergico per realizzare una ‘One Health’, una sola salute per l’intero pianeta, superando l’approccio a compartimenti stagni e rafforzando il rapporto tra ricerca, innovazione e cure sanitarie. Sono questi alcuni spunti sui quali l’Intergruppo potrebbe cominciare a lavorare.

“L’uomo è diventato il principale responsabile dei cambiamenti ambientali – afferma l’onorevole Ylenja Lucaselli – e rischia di diventarne anche vittima. Ma, se gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’antropocene sulla salute globale sono già evidentemente in atto, le risposte per contrastarli sono invece in grave ritardo. La ‘salute unica’ è un approccio olistico che comprende la progettazione e la realizzazione di programmi di prevenzione primaria, ricerca e pratica clinica, e quindi, di politiche e normative in cui le diverse professionalità e competenze collaborano efficacemente per raggiungere esiti di salute globale. Già da tempo la medicina umana e quella veterinaria collaborano nella gestione delle zoonosi, ma quello che si vuole realizzare a livello internazionale è un approccio molto più ampio, che integri le politiche ambientali, economiche e sanitarie. ‘One Health’ deve essere molto più di uno slogan, di un catalogo di buone intenzioni. Dobbiamo costituire una comunità di risolutori – conclude l’on. Lucaselli – per contribuire a restituire alle nuove generazioni fiducia nel domani, contribuendo a costruire un mondo dove la sostenibilità è la norma e salute e qualità di vita sono un impegno concreto e non solo il riconoscimento di un diritto”.

 “È necessario riflettere – prosegue l’onorevole Ilenia Malavasi – sulla pesante lezione che il Covid ci ha dato, utilizzando anche le risorse del Pnrr per innovare e cambiare questo Paese. Parallelamente bisogna iniziare un processo di cambiamento culturale che riguardi tutti i cittadini. Cambiare il pensiero è complesso ed è un bene da questo punto di vista che l’Intergruppo sia così trasversale e possa avvalersi di un grande supporto scientifico. Salute, clima, biodiversità, agricoltura, stili di vita prevenzione vanno affrontati in maniera integrata. E le risorse dedicate alla prevenzione devono diventare un investimento che genera risparmio di spesa corrente. È una sfida alta, che richiede molta determinazione ma è il modo per costruire il futuro, pensando alle generazioni che verranno”.

“Da imprenditore eletto all’estero – afferma l’onorevole Andrea Di Giuseppe – non posso non testimoniare l’eccellenza di tanti italiani all’estero; molti di loro, potendo, di certo tornerebbero in Italia dove potrebbero dare un contributo enorme, in campi come la medicina.  Qualcuno ha provato a tornare nel nostro Paese, ma si sono di nuovo allontanatati, perché spaventati dalla burocrazia. Questo dunque è un problema da affrontare e semplificare. Redendo più attrattiva da questo punto di vista l’Italia, potremmo trasformare l’attuale ‘inverno demografico’ in un’estate demografica, visto che gli italiani all’estero sono 62 milioni; molti di loro sono esperti in ‘best’, ma anche in ‘bad practice’ e potrebbero essere messi a disposizione del sistema Italia. Si tratta di una grande comunità internazionalizzata che potrebbe essere inserita nei progetti ‘One Health’, dove potrebbero dare un approccio prezioso (molti di loro sono eccellenze mondiali) alla crescita del sistema Italia, soprattutto in ambito sanitario”.

“Nel tempo – riflette l’onorevole Luigi Marattin – ho imparato che i problemi non si risolvono facendo un ‘tavolo’ e considerando le questioni separatamente, senza valutarne gli effetti di equilibrio generale. Questo Intergruppo invece mette insieme aspetti interconnessi, mai messi prima in sinergia. È necessario avere ben presente la sostenibilità economica, un punto fondamentale, troppo spesso dimenticato, e condizione necessaria, ma non sufficiente, per il governo della spesa pubblica. E accanto a questa, anche la sostenibilità ambientale, energetica, intergenerazionale (relativa ad esempio all’invecchiamento della popolazione e alle ricadute sul welfare e le finanze pubbliche)”.

Il parere degli esperti del Comitato tecnico scientifico

“Alla base di tutto – ricorda Francesco Saverio Mennini, professore di Microeconomia e di Economia Sanitaria all’Università Tor Vergata di Roma, e componente del CTS di One Health – deve esserci la volontà di trasformare la spesa in prevenzione e la salute in investimento. Questo è l’approccio vincente. Un esempio su tutti: in Italia sono stati guadagnati 200 miliardi di euro di Pil tra 2021 e 2022 solo grazie al fatto di aver completato le vaccinazioni anti-Covid nell’estate 2021 e non nel dicembre 2021. È necessario che le decisioni vengano prese sulla base di evidenze, che permettano ai decisori di comprendere dove e quando andare ad investire, in base alle priorità. Bisogna creare un’alleanza per le decisioni, coinvolgendo tutti gli attori del sistema. E per programmare le azioni è necessario misurare, senza limitarsi ad azioni emergenziali. I risultati di questi interventi poi vanno misurati sul lungo periodo e lungo tutto il percorso del miglioramento della salute e del suo impatto economico e sociale. Ma ripeto, sono necessari due punti fermi: le informazioni e i dati. In Italia purtroppo non esiste un data base linkage nel settore sanitario e sociale che permetta di farli dialogare tra loro. E questo sia per problemi tecnici, che per la nostra normativa della privacy, davvero troppo stringente”.

Da sinistra: Francesco Saverio Mennini, Margherita Lopes (Fortune Italia), Marcella Trombetta e Liborio Stuppia

“La prospettiva di nuove pandemie che si originino da serbatoi animali, così come i rischi per la salute derivanti dai cambiamenti climatici ed il conseguente proliferare di vettori in grado di trasmettere infezioni, rendono quanto mai urgente l’adozione di una prospettiva di visione complessiva da parte dei decisori e degli operatori sanitari, oltre che dei ricercatori e del mondo scientifico – afferma il presidente della Sima, Società italiana di medicina ambientale Alessandro Miani, membro del Cts  – Muoversi con decisione verso un approccio “One Health” diventa indispensabile anche in considerazione del depauperamento delle risorse idriche del pianeta, la sempre maggiore contaminazione dei suoli e delle acque con metalli pesanti, sostanze chimiche di sintesi, inclusi pesticidi e farmaci, con il conseguente inquinamento di mari, laghi e fiumi. Per non parlare dell’inarrestabile aumento dell’antibioticoresistenza dovuta all’impiego inappropriato di antimicrobici non solo nell’uomo, ma soprattutto negli allevamenti e in acquacoltura. Solo la visione complessiva tipica dell’approccio One Health, proposto dall’Unione Europea fin dal 2019, ci consentirà di superare questi rischi”.

“È necessario agire in un’ottica di complessità – commenta il presidente di Federfarma Marco Cossolo – perché l’ambiente non è uno sfondo, ma un contesto in cui le persone vivono e costruiscono complesse dinamiche sociali ed economiche, che mettono in relazione la salute dell’uomo con quella degli animali e dell’ambiente circostante. Nel nostro settore, integrazione e digitalizzazione sono concetti chiave e nel campo della salute digitalizzazione vuol dire telemedicina che, con il potenziamento dell’assistenza domiciliare e la presa in carico del malato, aiuta l’ambiente in quanto riduce gli spostamenti, le emissioni di CO2 e i rischi legati alla diffusione delle malattie infettive. Altro impegno delle farmacie nell’ambito dell’approccio One Health è il contrasto all’antibiotico-resistenza, fenomeno causato sia dall’uso improprio dei questi farmaci, sia dal loro non corretto smaltimento. Le farmacie contribuiscono sensibilizzando ed educando i cittadini, ma anche erogando servizi sanitari innovativi come i test per lo streptococco”. 

Durante la conferenza stampa, è stato presentato anche il Progetto ‘One Health Alliance Italia’, promosso dall’Intergruppo parlamentare ‘One Health’ e da Fortune Italia per favorire, attraverso il coinvolgimento di importanti associazioni, federazioni e società scientifiche, un’ampia discussione sul territorio e promuovendo la diffusione delle competenze multidisciplinari necessarie per affrontare le attuali complesse sfide.

“Sostenere ricerca e formazione, valorizzare la partecipazione di cittadini e comunità tra gli stakeholder, unire conoscenza, umanità e tecnologia per facilitare la trasformazione della teoria in azioni concrete – afferma Leonardo Donato, Ceo di Fortune Italia – sono tra i propositi principali che il Progetto si propone di raggiungere, attraverso la realizzazione di una serie di attività (tavoli di lavoro, eventi e convegni, approfondimenti) i cui risultati saranno resi pubblicamente disponibili anche tramite un portale innovativo pensato come un luogo abitato da idee e proposte”. 

Il portale ‘One Health’ – attivo a giorni su progettoonehealth.org – è strutturato come landing page aperta a tutti, con una serie di contenuti formativi e informativi (video, interviste, articoli scientifici, podcast, policy brief) e come repository riservato agli iscritti, all’interno del quale condividere documenti e opinioni.

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