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Clima e mitigazione dei danni, le priorità di Pichetto Fratin: analisi serie per affrontare la realtà

“Quello che stiamo vivendo in questo momento ci porta a valutare le azioni da fare sul fronte ambientale nel post pandemia”. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin è intervenuto alla presentazione dell’Intergruppo parlamentare ‘One Health’, promosso dagli onorevoli Luciano Ciocchetti e Ylenja Lucaselli alla Camera dei Deputati. Al momento il nucleo di partenza dell’Intergruppo ha visto l’adesione di 25 fra deputati e senatori. Col Ministro abbiamo approfondito alcuni dei temi affrontati nel corso del dibattito.

Con il concetto di ‘One health’ si rappresenta anche una nuova lettura del rapporto che c’è fra ambiente e sostenibilità. Qual è il contributo concreto che l’ambiente può fornire a questo concetto nuovo di salute?
La parte sostanziale è l’approccio scientifico, professionale, e non puramente di posizione politica rispetto al tema. C’è una parte fondamentale che si basa sullo studio, l’analisi e il dibattito rispetto a quelle che saranno le conclusioni che i gruppi politici trarranno. Potranno così esserci delle proposte su cui confrontarsi, e bisogna avere il coraggio di fare analisi serie e realistiche rispetto alla condizione in cui siamo. Da questo potrà poi nascere il cronoprogramma delle azioni più opportune da mettere in campo.

Non si parla più di emergenza ma di adattamento al cambiamento climatico
Io ci metterei prima la mitigazione. Il nostro dovere resta ancora quello di favorire la mitigazione, provare a evitare un eccesso di cambiamento climatico e poi, di conseguenza, dobbiamo affrontare il tema dell’adattamento.

Quali sono le misure da mettere in campo?
Parlavamo di mitigazione necessaria, e non c’è dubbio che la prima misura, la più efficace, è quella che riguarda l’energia. Produrre energia che non genera emissioni significa non crescere più nel disastro: questa è l’azione più grande, che riguarda il fronte energetico, ma riguarda anche il fronte produttivo, per produzioni più salubri. Riguarda a questo punto anche l’utilizzo di materie prime il riuso dei prodotti, per evitarne la dispersione nell’ambiente, come succede ad esempio per la plastica. Quindi i percorsi sono tanti,  non c’è una sola soluzione  ma molte soluzioni: alcune tecnologiche, alcune proprio scientifiche e naturalmente alcune di comportamento, di convinzione e percezione di quella che è la difficoltà che dobbiamo affrontare.

Lei ha annunciato per fine giugno la presentazione del nuovo piano per l’Ambiente
Sarà un documento in cui vengono indicati gli obiettivi che, come Paese, ci diamo per il 2030. Poi si aprirà un anno di confronto a livello nazionale e di Commissione europea, perchè dovranno esserci le opportune limature e io dico anche le correzioni di indirizzo. Perché non ci sono certezze assolute, quello che sta accompagnando il nostro agire deve essere il dubbio, il dubbio ci rende più forti.

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