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Fibrillazione atriale, ablazione senza raggi X in prima mondiale

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Innovativo intervento a Torino: presso l’ospedale Mauriziano, un paziente di 28 anni è stato sottoposto ad ablazione della fibrillazione atriale senza raggi X nè monitorizzazione ecografica.

L’intervento è stato eseguito nei giorni scorsi, presso la Cardiologia dell’ospedale Mauriziano di Torino diretta da Giuseppe Musumeci. A operare con questa tecnica innovativa, messa in atto per la prima volta al mondo, è stato il dottor Stefano Grossi. “Il decorso dell’intervento – fanno sapere i sanitari – è stato regolare e il paziente è stato dimesso dopo soli due giorni asintomatico e senza complicazioni”. Ma vediamo meglio di che si tratta.

La fibrillazione atriale

Batticuore, difficoltà di respiro, facile affaticamento sono fra i sintomi della fibrillazione atriale, una patologia che consiste in un alterato ritmo cardiaco e che può dare origine ad una insufficienza cardiaca ed è legata ad un rischio aumentato di ictus cerebrale, di cui è causa nel 20% dei casi. L’aritmia può essere responsabile anche di decadimento cognitivo.

La fibrillazione atriale colpisce milioni di italiani: solo a Torino e provincia si stimano circa 1000 nuovi casi ogni anno.

I raggi X

L’esposizione ai raggi X può essere potenzialmente dannosa. Per questa ragione nel corso degli anni, grazie a sistemi molto sofisticati, si è cercato di ridurre la quantità di radiazioni erogata al paziente sottoposto ad ablazione.

La nuova metodica

Con questa tecnica le procedure ablative vengono eseguite mediante una ricostruzione virtuale dell’anatomia del cuore su cui intervenire, che si basa su informazioni elettromagnetiche raccolte dal movimento dei piccoli cateteri che raggiungono le camere cardiache per via venosa o arteriosa collegati ad un software di ricostruzione tridimensionale. Questo sistema cosiddetto “elettroanatomico” evita la necessità di utilizzare i raggi X per visualizzare il cuore.

Per la fibrillazione atriale rimaneva una fase procedurale in cui le radiazioni erano ancora necessarie, quella cioè in cui si deve oltrepassare una membrana posta tra i due atri del cuore. La tecnologia ha recentemente messo a disposizione un dispositivo “ad ago” per l’attraversamento del setto interatriale del cuore che consente una visualizzazione virtuale, senza utilizzo di radiazioni.


L’intervento eseguito a Torino promette di essere apripista e, secondo i sanitari, sarà di grande utilità in particolare per le fasce di pazienti più sensibili alle radiazioni ionizzanti per ragioni di età, patologia, stato di fertilità.

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