Cure essenziali, bene il Nord ma al Sud promosse solo 3 Regioni

A nessuno piace essere giudicato, ma quando si tratta di sanità una bocciatura equivale a meno servizi per i cittadini. Ebbene, anche nel caso delle cure essenziali – che pure dovrebbero essere uniformi – l’Italia viaggia da anni a velocità diverse. Secondo un’analisi di Fondazione Gimbe sulle pagelle del ministero della Salute relative agli adempimenti Lea (livelli essenziali di assistenza) nel 2021 sono state 14 le regioni promosse, solo tre al Sud: Abruzzo, Basilicata e Puglia.

Una plastica dimostrazione delle diseguaglianze che devono affrontare tutti i giorni i cittadini alle prese con un problema di salute. Ma anche un monito, secondo il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, dei rischi dell’autonomia differenziata sul fronte della sanità.

Pagelle e griglie

Ogni anno il ministero della Salute valuta l’erogazione delle prestazioni sanitarie che le Regioni devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. “Si tratta di una vera e propria “pagella” per i servizi sanitari regionali – ricorda Cartabellotta – che identifica quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali bocciate (inadempienti)”. Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, che prevedono uno specifico affiancamento da parte del ministero della Salute, che nelle situazioni più critiche può arrivare sino al commissariamento.

Dal 2020 la “Griglia Lea” è stata sostituita da 22 indicatori Core del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. In ogni area le Regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate adempienti se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree; invece, se il punteggio è inferiore a 60 anche in una sola area laRegione risulta inadempiente. “Considerato che il 2021, come il 2020, è stato segnato dall’emergenza pandemica – ricorda Cartabellotta – il monitoraggio dell’erogazione dei Lea è stato effettuato dal ministero della Salute solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale”.

Il ddl Calderoli

Secondo il Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata le materie per le quali sono necessari livelli essenziali di prestazioni (Lep) non possono essere trasferite dallo Stato alle Regioni prima della definizione stessa dei Livelli essenziali, evitando che il trasferimento di competenze alle più ricche Regioni del Nord determini un peggioramento dei servizi per i cittadini del Sud

Però “il Comitato per l’individuazione dei Lep ha suggerito una scorciatoia per la sanità, per la quale non sarebbe necessario definire i Lep in quanto giàesistono i Lea”, dice Cartabellotta. Il problema è però che questi livelli, che indicano le cure essenziali, non sono offerti in modo uniforme”. Il rischio per Cartabellotta è che il gap sarà inevitabilmente destinato ad aumentare se verranno assegnate maggiori autonomie alle più ricche Regioni del Nord.

Le pagelle 2021

Rispetto al 2020 le Regioni adempienti nel 2021 salgono da 11 a 14: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.

Dal 2020 al 2021 tre Regioni diventano adempienti: Abruzzo, Basilicata e Liguria. Nella ‘lista nera’ 7 Regioni: Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Sardegna con un punteggio insufficiente in due aree; Calabria e Valle D’Aosta insufficienti in tutte le tre aree.

La nuova “pagella” dunque conferma anche per il 2021 “il gap Nord-Sud, visto che solo Abruzzo, Puglia e Basilicata si trovano tra le 14 Regioni adempienti, peraltro con i punteggi più bassi tra quelle “promosse””, puntualizza Cartabellotta.

La classifica Gimbe

Fondazione Gimbe ha elaborato una classifica di Regioni e Province autonome sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree, riportando i risultati in ordine decrescente suddivisi in quartili. “Rispetto allo status di Regione adempienteo inadempiente – commenta Cartabellotta – il punteggio totale enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi 10 posti si trovano 6 Regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre in fondo alla classifica si collocano, ad eccezione della Valle D’Aosta, solo Regioni del Sud”.

 

Fatta eccezione per Sardegna e Valle d’Aosta, che nel 2021 hanno peggiorato le proprie performance, in tutte le altre Regioni dopo lo “stress test” del 2020, i punteggi Lea sono aumentati, seppur in maniera differente. In Basilicata, Liguria, Lombardia e Calabria di oltre 30 punti; nella Provincia Autonoma di Bolzano, Molise, Abruzzo, Campania tra 20 e 30 punti; in Umbria, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Marche tra 10 e 19 punti; in Piemonte, Lazio, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia di meno di 10 punti .

“Questi dati documentano da un lato, la netta ripresa di alcune Regioni (Lombardia, Liguria) colpite nel 2020 in maniera molto violenta dalla prima ondata Covid; dall’altro, il parziale recupero di numerose Regioni inadempienti nel 2020, quasi tutte al Centro-Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano), di cui tuttavia solo l’Abruzzo e la Basilicata diventano adempienti nel 2021″, chiarisce Cartabellotta.

Le aree che migliorano

Relativamente all’impatto della pandemia sui tre macro-livelli assistenziali, considerando tutto il territorio nazionale, nel 2021 si registra un netto miglioramento nell’area della prevenzione (+159 punti) e nell’area ospedaliera (+135 punti); al contrario l’area distrettuale nel 2021 fa rilevare un lieve peggioramento (-16 punti).

L’Italia divisa in due e i rischi per le cure essenziali

Insomma, si conferma il gap strutturale tra Nord e Sud “proprio nel momento in cui il Comitato Lep ritiene che in materia di salute non sia necessario definire i Lep, vista la presenza dei Lea”, rileva Cartabellotta, convinto che si tratti di “una scorciatoia pericolosa. Senza definire, finanziare e garantire i Lep, le maggiori autonomie in sanità legittimeranno normativamente questa frattura, compromettendo l’uguaglianza dei cittadini di fronte al diritto costituzionale alla tutela della salute”. E dando nuova benzina ai viaggi in cerca di cure.

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