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Da Fedez a Le Foche: è tempo di parlare di salute mentale

Fedez Chiara Ferragni
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Dopo la pandemia è emersa tutta la fragilità degli italiani sul fronte della salute mentale. Nel mondo il 10-20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali e il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni. Anoressia, binge eating, autolesionismo, depressione: gli esperti dalla Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Torino segnalano che, tra il 2018 e il 2021, in Italia si è verificato un aumento esponenziale delle visite neuropsichiatriche infantili urgenti.

A riportare il tema sotto i riflettori – alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale – sono state le parole di Fedez appena dimesso dall’ospedale per delle emorragie che lo hanno portato a rischiare la vita. Ma anche l’aggressione all’immunologo Francesco Le Foche da parte di un paziente che, secondo quanto raccontato dal medico, voleva che lo specialista curasse anche il suo cane.

Aggressione all’immunologo Le Foche, cosa è successo

Le Foche e il paziente violento

Ad picchiare Le Foche, operato due volte agli occhi, un suo paziente ex pugile che “ha pensato di avere una patologia infettiva, quindi ha perso la testa: è venuto nel mio studio, prima ha preso a pugni il portiere. Temeva di star male di nuovo – ha raccontato l’immonologo al Tg1 – E poi voleva gli curassi il suo cane, ma io faccio il medico non sono il veterinario. Lui mi accusava di non volermi occupare del cane, ma io gli spiegavo che non sono in grado”.

Fedez ricoverato, ecco perchè ha rischiato la vita

Fedez, l’importanza di donare il sangue e l’impegno per la salute mentale

Fedez in una lunga intervista al ‘Corriere della Sera’ ricostruisce il malore che lo ha portato al ricovero al Fatebenefratelli Sacco e parla di temi importanti, dalla donazione di sangue alla salute mentale: “Ero a casa, avevo messo a letto i bambini. Avevo già avuto cali di pressione, ne è arrivato uno più importante, e sono svenuto. Poi ho chiamato l’ambulanza. Ero bianchissimo, non che ora sia esattamente come Carlo Conti, ma insomma ero ancora più bianco di adesso. Ho passato la notte al pronto soccorso, e la mattina mi sono reso conto di avere la melena”, letteralmente “‘cagavo sangue’. E avevo l’emocromo a 7, anziché a 14. Così sono intervenuti d’urgenza, per fermare l’emorragia, cauterizzare, insomma fare tutto il necessario per fermare il sanguinamento delle ulcere. Ho dovuto anche fare due trasfusioni: oltre a ringraziare i medici, in particolare il dottor Marco Antonio Zappa, le infermiere e gli infermieri del Fatebenefratelli che mi hanno curato, voglio ringraziare tutte le persone donatrici di sangue”, ha raccontato Fedez. “Senza quelle trasfusioni non sarei qui”.

“Ho avuto altri problemi di salute quest’estate, tanto da aver perso molti chili negli ultimi mesi”. Prima il fuoco di Sant’Antonio, poi gastriti da stress. “Lo stress è una condizione non legata alla propria classe sociale o al denaro. Il fatto di essere ricchi non ci rende immuni da paure o stress emotivi – ha precisato l’artista, parlando senza filtri dei suoi problemi di salute mentale -Nel mio caso aver avuto una diagnosi di tumore al pancreas a 33 anni è la ragione preponderante. Che poi, a pensarci bene, le malattie sono come la livella di Totò: non guardano in faccia a nessuno, e portano con sé ricadute anche sulla salute mentale che possono essere davvero importanti”.

Fedez non gira intorno ai suoi problemi. “Li ho dovuti affrontare, li sto affrontando tuttora. Non ho pudore o vergogna a parlarne. Ho attraversato una depressione acuta e mi ha aiutato tantissimo ascoltare le esperienze altrui, cioè come altri stavano o avevano affrontato una diagnosi nefasta”.

L’importanza di parlare di questi temi

“La salute mentale è un problema che riguarda molte persone giovani, ragazzi e ragazze. Forse ascoltare la mia esperienza, proprio quella di una persona che si pensa sia felice perché possiede tutto, li avrebbe potuti aiutare a sentirsi meno soli o a dirsi: be’, allora può succedere davvero a chiunque. A me – ricorda il cantante – cercare un riferimento è servito moltissimo: quando ho scoperto la malattia, ho cercato chi stesse vivendo la mia stessa situazione o comunque” una “simile alla mia”.

Individuare precocemente i sintomi può fare la differenza

Le parole di Fedez sono importanti: il pudore rischia infatti di alimentare lo stigma. Ma lo è anche una diagnosi precoce. A sottolinearlo è la Sinpia, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. “E’ solo ponendo la lente d’ingrandimento sull’età evolutiva, che ha specificità e peculiarità rispetto all’età adulta, che si può intervenire precocemente”, evidenzia Elisa Fazzi, presidente Sinpia e direttore della Uo Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Asst Spedali Civili e Università di Brescia.

“La domanda di interventi in questo ambito è in continua crescita, si tratta di una vera emergenza di sanità pubblica con un’inevitabile ricaduta su aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo. Il peso globale dei disturbi mentali in età evolutiva continua a crescere anche in Italia dove i disturbi neuropsichici nell’infanzia e adolescenza colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi”, dice l’esperta.

L’impennata di casi di anoressia e autolesionismo

Ma cosa sta succedendo in Italia? “Abbiamo analizzato i dati di 9 ospedali italiani che hanno raccolto circa 25.000 visite neuropsichiatriche urgenti rivolte a bambini e adolescenti dal 2018 al 2021 – racconta il neuropsichiatra infantile Benedetto Vitiello, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Torino – Abbiamo potuto registrare un drammatico incremento di visite soprattutto per quanto riguarda i disturbi dell’alimentazione, in particolare l’anoressia, e disturbi quali autolesionismo e ideazioni o comportamenti suicidali, in soggetti in età adolescenziale con una prevalenza del sesso femminile”.

Gran parte dei quadri depressivi esordiscono in adolescenza (1 femmina su 4 e 1 maschio su 10), ma spesso sono preceduti da altri disturbi come ad esempio quello del sonno, il 59% dei casi di disturbi della condotta alimentare ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6% ha meno di 12 anni, e che il suicidio rappresenta la prima causa di morte in italia tra gli adolescenti (dato 2019). Gli esordi precoci di queste patologie sono, inoltre, associati a quadri più gravi e complessi.

Una generazione fragile

Come spiega Rosamaria Siracusano, responsabile della Sezione di Psichiatria della Sinpia e dirigente medico della Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli, “il 20-40% dei ragazzi e degli adolescenti presenta elevati livelli di sofferenza psichica, ma solo meno della metà di questi soggetti giunge all’attenzione dei servizi di neuropsichiatria infantile”.

Nonostante il Bonus psicologo, l’impegno istituzionale del nostro Paese sulla salute mentale appare ancora irrisorio, dicono dalla Sinpia. L’Italia è in coda in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale con circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva, a fronte del 10% dei principali Paesi ad alto reddito.

A preoccupare gli specialisti è soprattutto la carenza di risorse per i servizi ospedalieri e territoriali di neuropsichiatria infantile, che in questi anni si trovano ad affrontare una vera emergenza salute mentale. Ecco allora che parlare di fragilità è importante, ma non basta. Occorre investire su questo settore, cruciale per tutti ma soprattutto per dare risposte ai bisogni dei giovanissimi italiani, bambini e ragazzi messi a dura prova dalla pandemia.

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