Diritto alla salute senza pregiudizi, i medici e la Costituzione

medici di famiglia

L’attuale dibattito politico sulla sanità legato anche all’approvazione della Legge di Bilancio, dovrebbe essere ispirato maggiormente all’articolo 32 della Costituzione e allo spirito collaborativo dei deputati che lo redassero e che, come dimostrano i verbali dell’Assemblea Costituente, ebbero il solo obiettivo di garantire il diritto alla salute, senza nessun pregiudizio politico.

L’esperienza della Costituente e, all’interno, del Gruppo medico parlamentare, è talmente basilare che ha costituito il tema della lettura magistrale che ho tenuto, nell’ambito delle manifestazioni dell’anniversario del 75° anniversario della Costituzione italiana, durante i lavori del venticinquesimo Congresso nazionale degli ufficiali medici e del personale sanitario della Croce Rossa Italiana che si è tenuto recentemente a Barletta.

È un’esperienza molto bella quella del Gruppo medico parlamentare ove si iscrissero tutti i 28 medici deputati dell’Assemblea Costituente. Il dato interessante per oggi è che si iscrissero indipendentemente dall’appartenenza politica tutti, dai comunisti ai socialisti ai democristiani, ai liberali fino ai repubblicani, alla destra e a quelli del Fronte dell’uomo qualunque. Fu espressione pertanto di uno spirito in cui l’interesse per la salute prevale sull’appartenenza politica.

L’esempio del gruppo medico parlamentare fu citato anche dal presidente degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, durante Covid-19 proprio per richiamare, e portare a esempio questa bella esperienza. Il Gruppo medico parlamentare scrisse l’articolo 32 della Costituzione e ci sono due aspetti che io richiamerei: il primo è che viene affermato il diritto alla salute senza specificare se debba essere erogato da una struttura rispetto a un’altra della sanità pubblica o della sanità privata, ma l’interesse è di assicurare la salute, considerando che allora, in base ai miei studi fatti sui vocabolari, per salute si intendeva integrità e incolumità della persona.

Tra l’altro il Gruppo medico parlamentare per redigere questo articolo della Costituzione effettuò un referendum fra tutti i 40.000 medici italiani, che si espressero per non statalizzare le strutture private, ma richiedere alle stesse di potenziare i servizi assistenziali, che però dovevano essere verificati dalla struttura pubblica.

Il secondo aspetto è che il Gruppo medico parlamentare scrisse che nessun cittadino può essere sottoposto a un trattamento sanitario se non per legge. In base a questo dettato costituzionale ritengo che la migrazione sanitaria dei pazienti da una regione a un’altra vada rispettate e tutelata, perché spesso lo spostamento avviene per cercare una struttura sanitaria più specializzata, considerando l’estrema complessità dei trattamenti medico chirurgici, oggi legata ai progressi della tecnologia. Pertanto la migrazione è un esercizio del diritto alla salute e lo è ugualmente quando, come avviene per le regioni meridionali, i pazienti preferiscono essere curati o operati ove vivono e lavorano i figli.

In conclusione la politica sanitaria deve riferirsi maggiormente all’articolo 32 della Costituzione. Faccio un esempio. È accertata l’importanza fondamentale della diagnosi precoce, come garanzia di salute ed elemento salvavita, che però si scontra con l’annoso e grave problema delle lunghe liste d’attesa. L’attesa è pericolosa per la salute, allora per l’articolo 32 della Costituzione, teniamo conto che l’importante è fare presto: struttura pubblica o privata, nella regione di residenza o in un’altra, non ha importanza. La questione chiave è il tempo per arrivare alla diagnosi, e alla cura.

*Italo Farnetani, ordinario di Pediatria dell’Università Ludes – United Campus of Malta

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.