Violenza sulle donne, l’esame di coscienza e il contrasto sul lavoro

Gino Cecchettin
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Ancora una volta le parole di Gino, il padre di Giulia Cecchettin – l’ultima delle 107 vittime in Italia nel 2023 della violenza sulle donne – colpiscono al cuore come macigni. “Oggi siamo qui per Giulia – ha detto dall’Università di Padova, davanti a una marea di studenti e una panchina rossa – e da questo tragico evento deve nascere qualcosa. Vanno bene i messaggi che state dando, e i minuti di silenzio o di rumore, ma quelli poi finiranno. Io vorrei che tutti i giorni ognuno di noi guardi all’interno della propria vita e provi a pensare a cosa potrebbe fare per migliorarla, non tanto nei propri confronti ma in quelli delle persone amate, negli amici e soprattutto nei confronti delle donne: analizzate la vostra vita e fate un esame di coscienza su ciò che si può migliorare”.

Gino Cecchettin ha chiamato in causa le scuole, i docenti, i genitori, se stesso. Di fronte a una giovane vita spenta in questo modo le domande sono moltissime. Ma anche il lavoro può, e deve, essere antidoto alla violenza contro le donne. Ebbene, in occasione della della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne il mondo del pharma si mobilita, organizzando nei luoghi di lavoro incontri periodici con i dipendenti e le dipendenti, per dare informazioni relative al rispetto della dignità delle donne e di ogni persona.

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Un’iniziativa promossa da Farmindustria con Filctem Cgil-Femaca Cisl-Uiltec Uil.  L’industria farmaceutica vanta una rilevante occupazione femminile nelle imprese, cresciuta del +15% negli ultimi 5 anni. Oggi le donne sono il 45% del totale degli addetti e nella Ricerca superano il 50%. E tra i quadri e i dirigenti sono il 46%, con un picco del 55% tra i giovani. Il pharma è, insomma, un’eccezione, se si parla di soffitto di cristallo.

Risultati, sottolineano imprese e sindacati, raggiunti anche attraverso relazioni industriali moderne e un welfare aziendale all’avanguardia, con misure concrete per il benessere lavorativo, la genitorialità e l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro. Sindacati e imprese del pharma entrano in campo per l’eliminazione della violenza contro le donne, convinti che questa sia una battaglia che solo insieme si può vincere.

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