Influenza e crogiuolo di virus, i ‘terribili sette’

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Febbre, mal di gola, dolori alle ossa, linfonodi ingrossati, tosse secca o grassa, catarro. Ma anche vomito, nausea e problemi gastrointestinali. Se i sintomi sono spesso simili, gli italiani in questo periodo si trovano a fare i conti con un crogiuolo di virus diversi, ‘cugini’ dell’influenza. Un mix in cui, anche grazie al report Respivirnet, spiccano sette patogeni. Che tutti insieme, nella settimana che ha preceduto il Capodanno, hanno messo a letto circa 1.027.000 italiani.

Come riconoscere e trattare i virus che circolano in questa stagione? Fortune Italia lo ha chiesto a Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma. Che traccia l’identikit dei sette cugini dell’influenza.

Influenza record in Italia, tra picco e tentazione antibiotici

La vera influenza

“Cominciamo col dire che i casi di influenza vera e propria sono aumentati: sul totale dei campioni analizzati dall’Iss parliamo del 37,5%. I virus di tipo A sono prevalenti (99%) rispetto ai
virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09″, precisa Ciccozzi. “I sintomi sono febbre alta a esordio improvviso, dolori alle ossa, spesso dolore alla gola, spossatezza”. Antipiretici, riposo, idratazione e alimentazione ricca di vitamine e minerali ci aiuteranno a recuperare.

Norovirus

Appartengono alla famiglia dei Caliciviridae, virus a singolo filamento di Rna, sono tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute. I sintomi dei Norovirus sono di tipo intestinale, ma la buona notizia è che il malanno è di breve durata, anche se intenso. L’incubazione è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura un paio di giorni.

“Febbricola, nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa, crampi addominali sono fastidiosi ma di breve durata“, dice l’esperto. Il rischio maggiore è legato alla disidratazione e la malattia può essere problematica per anziani, bambini e soggetti fragili.

Virus respiratorio sinciziale

Il 7,8% dei casi di simil-influenza è in realtà legato al RSV, “un virus che causa bronchioliti nei bambini, specie quelli di nido e materna, dunque 0-5 anni. Ma anche negli anziani. Bastano pochi bambini in una classe per fare piccole epidemie di casi. Bisogna anche dire che c’è un vaccino contro il RSV, non ancora disponibile in Italia”, aggiunge Ciccozzi. In questo caso è fondamentale consultare il pediatra.

Adenovirus e Bocavirus

Presenti nelle ultime analisi virologiche dell’Iss anche Adenovirus e Bocavirus. “Si tratta – continua Ciccozzi – di patogeni che colpiscono vie respiratorie, congiuntiva e del tratto gastro-intestinale, provocando mal di gola, raffreddore, linfonodi ingrossati, tonsilliti, faringiti, ma anche bronchioliti e polmoniti virali. Il Bocavirus è un virus a Dna: muta, ma muta poco”. Per il trattamento è bene consultare il medico.

Rhinovirus

“Questo virus c’è praticamente sempre e causa il raffreddore”. Quindi naso che cola, ancora una volta mal di gola, occhi arrossati, starnuti a ripetizione. Quest’anno ha dominato all’inizio della stagione influenzale, e anche ora è piuttosto diffuso.

Coronavirus e Sars-Cov-2

Il report Respivirnet conferma la circolazione, limitata, di Coronavirus umani diversi da Sars-Cov-2 e naturalmente del virus di Covid-19, “che danno come ben sappiamo sintomi respiratori”. L’esperto sottolinea l’importanza di un’automedicazione responsabile.

La tentazione antibiotici

Come abbiamo visto si tratta di malanni di varia intensità e durata, che possono spingere a ricorrere all’antibiotico. “Attenzione: contro i virus questi farmaci non servono, sono utili sono per contrastare la sovrapposizione batterica. E questo, in effetti, può accadere con l’influenza: l’H1N1 dà febbre alta, dolori articolari forti per 4-5 giorni ed è molto debilitante. Una condizione che rende più vulnerabili alla sovrapposizione batterica. Ecco: la mia raccomandazione è quella di rivolgersi al medico di famiglia prima di usare antibiotici, ma anche prima di andare in pronto soccorso. Perchè chi è vulnerabile, in pronto soccorso potrebbe finire per incappare in una infezione batterica”.

Il picco

Ma allora, con tutti i contagi delle feste, il famoso picco dell’influenza è arrivato? “Purtroppo il picco si vede solo quando inizia la discesa della curva, e con oltre un milione di contagi a settimana è difficile parlare. Potremmo scoprire anche un plateau, quando la curva si appiattisce ma non cresce nè cala per un po’. Il mio suggerimento è quello di vedere cosa ci diranno i dati, venerdì prossimo. Voglio ricordare, però, che l’anno passato l’influenza ha avuto una coda lunghissima: c’è ancora tempo per vaccinarsi”, conclude Ciccozzi.

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