Pnrr e salute, scadenze rispettate ma preoccupa il gap Nord-Sud

sanità

Una buona notizia, ma anche qualcun’altra decisamente meno buona. Al 4° trimestre 2023 risultano infatti 
rispettate tutte le scadenze europee della Missione Salute del Pnrr, ma il Centro-Sud è in preoccupante ritardo sull’assistenza domiciliare e tutto il Paese fa i conti con una grave carenza infermieri e con la questione dei medici di famiglia.

Un gap, quello tra Regioni del Nord e del Sud in sanità, già rilevante (come mostrano anche i numeri della migrazione sanitaria) ma che secondo Fondazione Gimbe rischia di peggiorare con il Ddl Calderoli. È quanto emerge dal monitoraggio indipendente dello status di avanzamento della Missione Salute del Pnrr realizzato dalla Fondazione guidata da Nino Cartabellotta. 

La Missione Salute

“La Missione Salute del Pnrr rappresenta una grande opportunità per potenziare il Ssn, ma la sua attuazione deve essere sostenuta da azioni politiche”, sottolinea Cartabellotta, convinto che per attuare la riorganizzazione dell’assistenza territoriale servano “coraggiose riforme, finalizzate in particolare a definire il ruolo e responsabilità dei medici di famiglia. In secondo luogo, urgono interventi straordinari per reclutare in tempi brevi il personale infermieristico, oltre a investimenti certi e vincolati per il personale sanitario dal 2027. Infine, occorre supportare le Regioni meridionali per colmare i gap esistenti con il Nord”.

I dati a dicembre 2023

Con il raggiungimento del target “Almeno un progetto di telemedicina in ogni Regione”, sono state rispettate tutte le scadenze fissate per gli anni 2021-2023.  “Traguardi e obiettivi nazionali – spiega Cartabellotta – sono step intermedi che non condizionano l’erogazione dei fondi da parte dell’Europa, ma che richiedono un attento monitoraggio perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europe”. Sono stati raggiunti entro le scadenze fissate tutti quelli previsti nel 2021 e 2022. Relativamente al 2023, sono stati differiti tre target: da giugno 2023 a giugno 2024 la “Stipula di un contratto per gli strumenti di intelligenza artificiale a supporto dell’assistenza primaria” e la “Stipula dei contratti per la realizzazione delle Centrali Operative Territoriali”. Un ulteriore target – “Nuovi pazienti che ricevono assistenza domiciliare (prima parte)” – era già stato differito di 12 mesi: da marzo 2023 a marzo 2024.

Al momento i ritardi sulle scadenze nazionali “non sono particolarmente critici – commenta Cartabellotta – fatta eccezione per i “Nuovi pazienti che ricevono assistenza domiciliare (prima parte)”. Entro marzo 2023 avrebbero dovuto essere assistiti 296 mila pazienti over 65, una scadenza slittata di 12 mesi per le enormi differenze regionali nella capacità di erogare l’assistenza domiciliare, ambito in cui il Centro-Sud era già molto indietro”.

Su questo fronte sarà “difficile colmare i divari regionali. Infatti, se Emilia-Romagna, Toscana e Veneto per raggiungere il target 2026 devono aumentare i pazienti assistiti in Adi rispettivamente del 35%, del 42% e del 50%, in alcune Regioni del Centro-Sud i gap sono abissali: la Campania deve incrementarli del 294%, il Lazio del 317%, la Puglia del 329% e la Calabria addirittura del 416%”.

Mancano infermieri

C’è poi la questione degli operatori. Gli ultimi dati relativi al 2021 documentano un numero di infermieri in Italia pari a 6,2 per 1.000 abitanti, rispetto alla media Ocse di 9,9, con rilevanti differenze tra Regioni che – ancora una volta – penalizzano prevalentemente quelle del Centro-Sud sottoposte a Piano di Rientro.

Una carenza che stride con il fabbisogno stimato da Agenas per attuare il DM 77: da 19.450 a 26.850 infermieri.

Il caso dei medici di famiglia

Gimbe evidenzia poi il limbo in cui rimangono le modalità di coinvolgimento dei medici di famiglia nelle Case della Comunità. Tra l’altro, come ben sappiamo scarseggiano anche questi operatori ormai nel nostro Paese.

I rischi del Ddl Calderoli

Per Nino Cartabellotta, considerati tutti questi elementi, corre in “direzione ostinata e contraria” l’intero impianto normativo del Ddl Calderoli che, insiste il presidente Gimbe, contrasta il fine ultimo del Pnrr sottoscritto dall’Italia “e per il quale abbiamo indebitato le future generazioni. Ovvero perseguire il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica”.

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