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Pharma, come sono andate le Big (con qualche sorpresa)

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Se il 2023 è stato un anno straordinario per la danese Novo Nordisk, come sono andate le altre Big del pharma dopo la fine dell’emergenza Covid? I giorni dei bilanci per le aziende farmaceutiche sono utili per farci un’idea di quello che si muove nel settore. Che si trova a fare i conti con il forte calo delle richieste di farmaci e vaccini contro Sars-Cov-2. 

Ebbene, in estrema sintesi Novartis incassa un risultato rotondo e guarda con ottimismo all’anno in corso; Roche tiene botta e si prepara a un 2024 ricco di novità; Sanofi chiude il 2023 forte della performance di alcuni nuovi prodotti e del ramo vaccini, cambia Cfo e punta sulla tecnologia. Mentre Pfizer, dopo la sbornia da Covid, scommette sul successo dei nuovi prodotti in arrivo sul mercato e si rafforza in oncologia.

Crescita a doppia cifra per Novartis

A conti fatti Novartis nel 2023 ha messo a segno una performance di tutto rispetto, con +10% nelle vendite nette e +18% sull’utile operativo dell’attività core, con espansione del margine. Una performance trainata da ‘gioielli’ come Entresto* (+31% vc), Kesimpta* (+99% vc), Kisqali* (+75% vc), Pluvicto* (+261% vc) e Scemblix* (+179% vc). I risultati positivi di diversi studi di fase 3 fanno prevedere al colosso di Basilea per il 2024 una crescita delle vendite nette in un range medio e una crescita dell’utile operativo dell’attività core in un range alto.

Commentando i risultati dell’anno appena passato il Ceo Vas Narasimhan ha sottolineato come Novartis abbia completato la sua trasformazione strategica in un’azienda “focalizzata sull’innovazione. La nostra solida performance operativa continua con una crescita marcata a due cifre per il fatturato lordo e per il risultato netto, sia nel quarto trimestre, sia nell’intero esercizio. Nell’ultimo anno abbiamo raggiunto dieci risultati positivi in studi di fase 3 per alcuni trattamenti che costituiscono asset con un potenziale significativo di vendita”.

Pfizer e l’anno del contraccolpo

Era prevedibile che la fine della pandemia pesasse sui conti dell’azienda arrivata prima nella corsa al vaccino anti-Covid. Ebbene, i dati 2023 di Pfizer certificano un calo del 53% delle vendite dei prodotti Covid e un fatturato da 58,5 miliardi di dollari, -42% rispetto all’anno d’oro 2022. Ma la big del pharma statunitense non è rimasta con le mani in mano: a fine 2023 ha portato a casa Seagen, un’operazione che dovrebbe rafforzare la divisione oncologia di Pfizer.

Così, forte anche del programma di contenimento dei costi, degli investimenti in R&S e delle performance dell’ultimo trimestre, il Ceo Albert Bourla guarda al 2024 con un certo ottimismo: “Nel 2023 Pfizer ha ottenuto un record di 9 nuove approvazioni da parte della Food and Drug Administration statunitense. Farmaci e vaccini che si prevede avranno un impatto positivo sui risultati di Pfizer nei prossimi anni”.

Sanofi e gli obiettivi 2024

Molto positivo l’ultimo trimestre del 2023 per la francese Sanofi, che incassa un +9,3% delle vendite e chiude l’anno con un +5,3% (a cambi costanti, e una crescita dell’Eps aziendale del 5,4%). In dettaglio, le vendite hanno raggiunto i 43,07 mld di euro, guidate da Dupixent* (10.715 milioni di euro, +34%). Bene anche i vaccini (+8,3%) che hanno beneficiato della forte performance di lancio di Beyfortus*.

Il Cda del 31 gennaio ha proposto un dividendo annuo di 3,76 euro, in aumento del 5,6%. Nella stessa occasione il gruppo ha annunciato che François-Xavier Roger assumerà la carica di Chief Financial Officer ed entrerà a far parte del Comitato Esecutivo a partire dal 1 aprile 2024.

“Il 2023 è stato un anno critico nel nostro percorso per diventare un’azienda biofarmaceutica orientata allo sviluppo e alimentata dalla tecnologia – ha commentato il Ceo Paul Hudson – Abbiamo realizzato ottime performance dei nostri principali driver nei settori Specialty Care e Vaccines. Con un flusso di dati scientifici ai massimi storici, progressi in cantiere e 12 potenziali successi in fase di sviluppo avanzato tra cui amlitelimab, frexalimab e tolebrutinib, la nostra R&S ha raggiunto un punto di svolta sulla strada verso la leadership del settore nell’immunologia. Guardando al futuro, restiamo impegnati a investire in ricerca e sviluppo per sfruttare appieno il valore della nostra pipeline, basata sull’intelligenza artificiale”.

Anno poco mosso per Roche

L’elvetica Roche porta a casa una crescita delle vendite dell’1%, nonostante il forte calo delle vendite dei prodotti anti-Covid e l’erosione dei biosimilari, superando così le previsioni per il 2023. Le vendite del Gruppo – se non si tiene conto degli anti-Covid – registrano un aumento dell’8%. Numeri che permettono a Thomas Schinecker, Ceo del Gruppo Roche, di affermare: “Siamo ben posizionati per la crescita futura”.

Bene la Divisione Farmaceutica (+6% vendite) grazie all’ elevata domanda relativa ai nuovi lanci di farmaci, come Vabysmo* per la degenerazione maculare, Ocrevus* (sclerosi multipla) o Hemlibra* (emofilia A). Flessione ‘da Covid’ del 13% per le vendite della Divisione Diagnostica, mentre l’utile netto del Gruppo aumenta del 7% e raggiunge i 12,4 miliardi di franchi svizzeri.

Per il 2024 questa big del pharma prevede un aumento del fatturato nell’ordine di qualche punto percentuale (a tassi di cambio costanti). “Abbiamo ottenuto una buona crescita delle vendite che ha più che compensato il forte calo di quelle Covid-19” ha commentato Thomas Schinecker, sottolineando l’impatto dell’apprezzamento del franco svizzero rispetto alla maggior parte delle valute e i “buoni progressi nella nostra pipeline di prodotti farmaceutici e diagnostici”, tra cui uno per il tumore al seno.

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