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Tumori: dove curarli. La ‘mappa’ degli oncologi

Ropi tumori
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E adesso dove mi curo? “È la prima domanda dei cittadini nel momento in cui arriva una diagnosi di tumore. Un problema diffuso, se consideriamo che le nuove diagnosi sono state circa 395mila in Italia nel 2023, e sono destinate ad aumentare. Ecco, con questo lavoro noi vogliamo aiutare i cittadini a scegliere tra le strutture sanitarie che effettuano interventi di chirurgia oncologica”. Parola di Stefania Gori, presidente Ropi (Rete Oncologica Pazienti Italia) e Aigom (Associazione Italiana Gruppi Oncologici Multidisciplinari), che oggi al ministero della Salute ha presentato la nuova mappa aggiornata ‘Dove mi curo?’.

“Il numero di interventi di chirurgia oncologica rappresenta uno degli indicatori più affidabili delle strutture sanitarie – puntualizza Gori a Fortune Italia – Ma quest’anno abbiamo aggiunto un altro tassello, quello relativo al percorso assistenziale, consapevoli che il solo dato quantitativo non è sufficiente a dare un’indicazione corretta e completa sulla qualità di un ospedale”.

Indicazioni chiave per i cittadini

“È importante affidarsi a un centro oncologico dove i volumi di cura superano una certa soglia, perchè questo assicura un miglior risultato per il singolo paziente. Esiste dunque una ‘classifica’ dei centri italiani con la maggiore casistica per le 17 diverse patologie oncologiche. Le strutture con una maggior attività nella chirurgia” dei tumori “si concentrano soprattutto al Nord, ma oggi noi esaminiamo anche l’organizzazione e l’assistenza oncologica nel suo complesso, perchè questo assicura una presa in carico globale”. Non finisce tutto in sala operatoria, insomma.

Ebbene, i dati Ropi evidenziano una riduzione del 16% dei luoghi di cura in cui si eseguono un volume troppo ridotto di operazioni chirurgiche contro i tumori. Un problema che riguarda però circa il 46% degli ospedali. Per il tumore al seno, ad esempio, il valore soglia è di 150 interventi l’anno. Significa che al di sotto il centro non è in grado di offrire le medesime sicurezza e qualità degli esiti dei centri con interventi sopra la soglia prevista.

Inoltre, solo in 13 strutture italiane è presente un percorso di cura la cui qualità è certificata da Oeci (Organisation of European Cancer Institutes).

Il gradiente Nord Sud

La mappa aggiornata “Dove mi curo?” è stata elaborata partendo dai dati dell’ultimo Programma Nazionale Esiti di Agenas. “La nuova mappa conferma il trend in calo di interventi in strutture ‘sotto soglia’ e, di conseguenza, un aumento dei volumi di interventi di chirurgia oncologica negli ospedali ‘sopra soglia’: da 143.469 interventi nel 2017 (71% degli interventi totali) a 160.919 nel 2022 (77% degli interventi totali)- sottolinea Fabrizio Nicolis, consigliere Ropi e coordinatore del progetto – Rimane invece invariato il gradiente Nord-Sud, con il Nord in cui la maggior parte delle Regioni ha ospedali ‘sopra soglia’ per tutte le 17 patologie considerate, e il Sud in cui solo 3 regioni (Puglia, Campania e Sicilia) coprono tutte le patologie”, sottolinea Nicolis.

Il caso Campania

Ma anche su questo fronte qualcosa si muove, come sottolinea Manuela Tamburo De Bella di Agenas. “Se il Nord Italia è molto performante, il Centro-Sud in alcuni casi si sta riorganizzando: è il caso della Campania”, dice l’esperta, sottolineando comunque come in generale “in Italia abbiamo un servizio oncologico di altissimo livello”. Al di là dei grandi centri specialistici, insomma, in alcune aree del Paese il problema sono i servizi per le cure mediche e i trattamenti sul territorio. Insomma, veniamo curati bene ma non dappertutto. E questo porta molti cittadini a spostarsi in cerca di cure.

“La diminuzione delle complicanze e della mortalità dipende anche dalla qualità delle cure postoperatorie – evidenzia Massimo Carlini, presidente della Società Italiana di Chirurgia (Sic) – che è strettamente correlata ad alcune caratteristiche specifiche dell’ospedale, più che al numero di operazioni eseguite. Se alcune operazioni richiedono pecifiche abilità intraoperatorie e in questo caso predomina il volume del chirurgo, altre possono richiedere importanti e complessi trattamenti durante il decorso postoperatorio e allora predomina il volume dell’ospedale. Peraltro, dopo un miglioramento dei risultati nei centri ad alto volume, possono anche determinarsi risultati inferiori quando un determinato centro raggiunge il suo limite. Nel nostro Paese, considerato che il numero di posti letto, di medici di terapia intensiva, di chirurghi e di infermieri specializzati è ridotto, questo secondo aspetto è molto importante”.

Una scelta consapevole

Per i pazienti con tumori “è evidente l’importanza di una scelta consapevole che riguardi la struttura ospedaliera alla quale affidare la propria salute – dice Simonetta Bianchini, presidente di Per Te Donna Odv – Come associazione siamo quotidianamente a contatto con pazienti che ci chiedono dove sia meglio per loro curarsi, anche se poi la scelta è condizionata dagli aspetti economici e logistici che le persone devono affrontare. Ma è di assoluta importanza avere uno strumento che, basandosi su criteri oggettivi, possa orientare i pazienti”.

Le mappe

Le Regioni italiane che ospitano i centri che registrano il maggiore volume di interventi di chirurgia oncologica sono Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia- Romagna, Piemonte e Veneto. Solo 3, invece, le Regioni del Sud che figurano nella top ten: Sicilia, Puglia e Campania. Questa la classifica per alcune delle principali neoplasie:

TUMORE DEL SENO (soglia minima 150 interventi l’anno)

Istituto Europeo di Oncologia – IEO (Milano, Lombardia): 2635 interventi l’anno, Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma, Lazio): 1344, IRCCS Istituto Clinico Humanitas (Milano, Lombardia): 879, Az. Ospedaliero – Universitaria Careggi (Firenze, Toscana): 830, Ospedale Bellaria (Bologna, Emilia-Romagna): 82, Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna (Torino, Piemonte): 780, Istituto di Candiolo – Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – IRCCS (Torino, Piemonte): 774, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Fondazione IRCCS (Milano, Lombardia): 751, Humanitas Istituto Clinico Catanese (Catania, Sicilia): 719 Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Pisa, Toscana): 711.

TUMORE DEL POLMONE (soglia minima 50 interventi l’anno)

Azienda Ospedaliera Sant’Andrea (Roma, Lazio): 572 interventi l’anno, Istituto Europeo di Oncologia – IEO (Milano, Lombardia): 538, Az. Ospedaliero – Universitaria Careggi (Firenze, Toscana): 462, IRCCS Istituto Clinico Humanitas (Milano, Lombardia): 426, Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma, Lazio): 401, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Pisa, Toscana): 399, Azienda Ospedale – Università Padova (Padova, Veneto): 359, Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna, Emilia-Romagna): 340, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Fondazione IRCCS (Milano, Lombardia): 331 Ospedale Monaldi (Napoli, Campania): 292.

TUMORE DELLO STOMACO (soglia minima 20 interventi l’anno)

Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma, Lazio): 142 interventi l’anno, AOUI Verona Borgo Trento (Verona, Veneto): 89, IRCCS Ospedale San Raffaele (Milan, Lombardia): 88, Ospedale San Giovanni Battista Molinette (Torino, Piemonte): 70, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Pisa, Toscana): 70, IRCCS Policlinico S. Orsola (Bologna, Emilia-Romagna): 66, Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini (Roma, Lazio): 57, Istituto Europeo di Oncologia – IEO (Milano, Lombardia): 56, IRCCS Istituto Clinico Humanitas (Milano, Lombardia): 51, Azienda Ospedaliera di Perugia (Perugia, Umbria): 49.

TUMORE DEL COLON (soglia minima 50 interventi l’anno)

Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma, Lazio): 505 interventi l’anno, IRCCS Policlinico S. Orsola (Bologna, Emilia-Romagna): 288, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Pisa, Toscana): 248, Azienda Ospedale – Università Padova (Padova, Veneto): 230, Ospedale San Giovanni Battista Molinette (Torino, Piemonte): 225, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Fondazione IRCCS (Milano, Lombardia): 210, Policlinico di Bari – Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico (Bari, Puglia) 206, Azienda Ospedaliera Cardinale Giovanni Panico di Tricase (Lecce, Puglia) 202, IRCCS Ospedale San Raffaele (Milano, Lombardia): 190, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino (Genova, Liguria): 189.

TUMORE DELLA PROSTATA (soglia minima 50 interventi l’anno)

Az. Ospedaliero – Universitaria Careggi (Firenze, Toscana): 726 interventi l’anno, Istituto Europeo di Oncologia – IEO (Milano, Lombardia): 509, Casa di Cura Pederzoli (Verona, Veneto): 473, IRCCS Ospedale San Raffaele (Milano, Lombardia): 402, IRCCS Policlinico S. Orsola (Bologna, Emilia-Romagna): 341, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (Pisa, Toscana): 336, Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Roma, Lazio): 324, Azienda Ospedaliero Universitaria S.Luigi (Torino, Piemonte): 317, Ospedale Generale Regionale Miulli (Bari, Puglia): 309, Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata (Roma, Lazio): 282.

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